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In Olanda Wilders vince, ma la Ue urla all'islamofobia

Giulio Meotti

Il leader degli euroscettici olandesi, Geert Wilders, è dato favorito alle prossime elezioni europee, e intanto va forte a quelle amministrative (il suo Pvv è primo partito ad Almere e secondo all’Aia). Ma tutti quei “cafoni” di olandesi che hanno votato per l’uomo più sotto scorta e minacciato dei Paesi Bassi hanno incontrato il biasimo del presidente del Parlamento europeo, Martyn Schulz, che ha puntato il suo dito contro l’“islamofobia”. Wilders è un polemista nato, non un legislatore o un dirigente esecutivo. La sua specialità è sollevare un allarme su problemi che tutti gli altri ignorerebbero.

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    Il leader degli euroscettici olandesi, Geert Wilders, è dato favorito alle prossime elezioni europee, e intanto va forte a quelle amministrative (il suo Pvv è primo partito ad Almere e secondo all’Aia). Ma tutti quei “cafoni” di olandesi che hanno votato per l’uomo più sotto scorta e minacciato dei Paesi Bassi hanno incontrato il biasimo del presidente del Parlamento europeo, Martyn Schulz, che ha puntato il suo dito contro l’“islamofobia”. Wilders è un polemista nato, non un legislatore o un dirigente esecutivo. La sua specialità è sollevare un allarme su problemi che tutti gli altri ignorerebbero. Bruxelles, infatti, il cuore di quel “problema”, ha risposto all’allarme negando l’esistenza di qualsiasi problema. Non si combatte il fanatismo islamista con il nichilismo della tolleranza indifferente. E’ la stessa Unione Europea dove nel 2008 è caduta la protezione attorno ad Ayaan Hirsi Ali, l’altra icona il cui nome, assieme a quello di Wilders, era inciso sul petto del regista Theo van Gogh. Soltanto 144 europarlamentari su 782 votarono per rinnovare la scorta alla dissidente somalo-olandese. Chissà se Martyn Schulz, che oggi fa la morale a Wilders, era fra quelli.

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    • Giulio Meotti
    • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.