Tutto è già scritto, sarebbe meglio ricominciare da capo

Redazione

Che poi la campanella mica gliel'ha tirata in fronte. Aveva solo una faccia così. Non poteva fingere. Meno male. Il mondo è già pieno di cose che conosci a memoria, tutto già scritto: a febbraio torna Sanremo, col “9” chiami la reception in qualsiasi albergo del mondo, la Nazionale di rugby combatterà, ma alla fine, generosa e sfortunata, perderà sempre.

di Pierluigi Pardo

    Che poi la campanella mica gliel'ha tirata in fronte. Aveva solo una faccia così. Non poteva fingere. Meno male. Il mondo è già pieno di cose che conosci a memoria, tutto già scritto: a febbraio torna Sanremo, col “9” chiami la reception in qualsiasi albergo del mondo, la Nazionale di rugby combatterà, ma alla fine, generosa e sfortunata, perderà sempre.
    Esistono giovani cronisti sportivi che parlano di reti inviolate, orobici e alabardati. Luoghi comuni a profusione. E hanno vent'anni.
    Tu no. Tu pensavi di essere diventato teneramente anaffettivo. Poi ascolti Gino Paoli e vorresti fare un giro nei Sessanta. Ti rigano la macchina e sei pronto a emigrare. Guardi quella piazza di Kiev e pensi a come ti rodeva per una finale Europea perduta, e adesso è un casino, è la Storia che spinge, urla, suda molto, passa veloce.
    A Milano puoi finire in coma se litighi col pedone sbagliato, passeggi nella settimana della Moda e vorresti accoppiarti di continuo, va in crash WhatsApp e ti senti perduto (Zuckerberg, compraci tutti), guardi gli striscioni su Superga (o l'Heysel), pensi che non cambieremo mai e ti senti improvvisamente vecchio, anche se ti sei appena fatto un selfie con Moscardelli e in giro ti chiamano bomber.
    Fosse per te ricominceresti da capo, torneresti a nuotare i 200 dorso nella pancia di tua madre. Le elezioni sono la democrazia, certo, ma se devi scegliere, meglio le erezioni. E molto meglio certi pomeriggi di sole. Il rumore delle cicale, la vertigine della falanghina, la voce di De André. Invece in giro tanti neomelodici. Sanremo sbiadisce. L'epoca delle larghe intese è post ideologica, too many friends, too many people e quel blu elettrico che può andare, se sai portarlo, hai trent'anni e fai pure il ministro.

    di Pierluigi Pardo