Il metodo di “The House of Cards”

Le regole dello spoiler

Mariarosa Mancuso

La casistica ricorda epoche più riflessive e argomenti meno futili. Ma questo ci tocca. Su internet tutto può essere considerato spoiler, perfino rivelazioni come “la mamma di ‘Psycho’ è Anthony Perkins con la parrucca” hanno i loro fustigatori. D’altra parte, una delle irresistibili tentazioni di chi vede un film o una serie in anticipo sugli altri spettatori è andare su twitter per spiattellare i dettagli della trama.

    La casistica ricorda epoche più riflessive e argomenti meno futili. Ma questo ci tocca. Su internet tutto può essere considerato spoiler, perfino rivelazioni come “la mamma di ‘Psycho’ è Anthony Perkins con la parrucca” hanno i loro fustigatori. D’altra parte, una delle irresistibili tentazioni di chi vede un film o una serie in anticipo sugli altri spettatori è andare su twitter per spiattellare i dettagli della trama. Quindi Entertainment Geekly – rubrica settimanale di Entertainment Weekly dedicata ai lettori che coltivano qualche forma di fanatismo (fumetti, personaggi, serie) – ha stilato le sue regole. Pomposamente chiamate “The New Rules of Spoilers”.
    Il terreno è minato. Certi film sono tratti da romanzi, e mica si possono impedire frasi come “Anna Karenina si butta sotto il treno”, o “Elizabeth Bennett sposa Mr. Darcy”. Son cose conosciute, perlopiù. Ma metti che uno non sappia come finisce “Giulietta e Romeo” di William Shakespeare: possiamo dire, o almeno lasciar capire, che i due non vissero a lungo felici e contenti? (Su questa conoscenza era basata la battuta finale di “Ti amerò… fino ad ammazzarti” di Lawrence Kasdan, anno 1990: dopo litigi e tentativi di omicidio i coniugi fanno pace, e lei promette “Staremo sempre insieme, come Giulietta e Romeo”).

    Certe serie hanno date di programmazione diverse negli Usa e in Gran Bretagna, l’Italia sta sempre in coda a tutti, quindi esposta agli spoiler di chiunque. Altre, come “House of Cards” – siamo alla seconda stagione, all’inizio sembrava un rischioso esperimento – si vedono in streaming: ognuno sceglie quante puntate vedere la prima sera, e non è giusto rovinare il piacere ai fan che resistono alla tentazione. All’epoca di “Dallas” 85 milioni di americani si chiedevano “Chi ha sparato a J. R.?” prima che gli spettatori italiani avessero visto una sola puntata della serie ambientata nel ranch di Southfork. Oggi facciamo fatica a immaginare un tale sfasamento (e ringraziamo “Lost”, che ha dato la spallata finale).

    Per le serie in onda una puntata a settimana, il periodo di garanzia è stabilito da Entertainment Geekly in 24 ore, poi è spoiler libero. Nel caso di “The House of Cards” o altre serie che in un solo colpo mettono a disposizione l’intera stagione, i calcoli sono più complicati: tra “vedo tutto subito” o “recupero nel fine settimana che ho più tempo” potete contare su un periodo di garanzia pari a tre settimane. Per i film, anche se registi come J. J. Abrams o Christopher Nolan tengono ai loro piccoli e grandi segreti, la prima mezz’ora va considerata di dominio pubblico. Ma solo due settimane dopo l’uscita del film; prima della scadenza bisogna avvertire i lettori che se vanno oltre lo fanno a loro rischio e pericolo. Le regole non erano ancora apparse, e già “Portlandia” – la serie tv dove i clienti al ristorante vogliono sapere se il pollo ha vissuto una vita felice – le sfotteva. La conversazione è fatta (anche) di spoiler, basterebbe un po’ di buon senso per decidere cosa rivelare e cosa no.