
Firme caritatevoli
Sono moltissime le adesioni all’appello a Papa Francesco lanciato martedì in prima pagina sul Foglio. Allo storico francese Alain Besançon e al filosofo inglese Roger Scruton si sono uniti studenti e docenti, sacerdoti secolari e sacerdoti regolari, giornalisti, medici, bioeticisti, avvocati, ingegneri, filosofi, casalinghe, pensionati, politici. E soprattutto tante famiglie: padri, madri e figli. Compresa Priscilla, quattro anni e convinta firmataria. Tutti uniti per chiedere in modo deferente al Santo Padre Francesco di reagire affinché la chiesa cattolica non ceda al ricatto sempre più forte delle avanguardie fanatizzate del mondo laicizzato.
Sono moltissime le adesioni all’appello a Papa Francesco lanciato martedì in prima pagina sul Foglio. Allo storico francese Alain Besançon e al filosofo inglese Roger Scruton si sono uniti studenti e docenti, sacerdoti secolari e sacerdoti regolari, giornalisti, medici, bioeticisti, avvocati, ingegneri, filosofi, casalinghe, pensionati, politici. E soprattutto tante famiglie: padri, madri e figli. Compresa Priscilla, quattro anni e convinta firmataria. Tutti uniti per chiedere in modo deferente al Santo Padre Francesco di reagire affinché la chiesa cattolica non ceda al ricatto sempre più forte delle avanguardie fanatizzate del mondo laicizzato. Un mondo dove a dominare è proprio quella cultura dello scarto contro la quale più volte Jorge Mario Bergoglio ha scagliato anatemi e infuocate omelie all’alba di Santa Marta. “Il diritto alla vita è il primo dei diritti umani. Abortire equivale a uccidere chi non ha modo di difendersi”, diceva qualche anno fa l’allora arcivescovo di Buenos Aires all’amico Abraham Skorka.
Qualcuno, però, anche tra le file di conferenze episcopali pronte a fare del prossimo Sinodo sulla famiglia l’occasione propizia per ribaltare decenni di insegnamento magisteriale su morale ed etica sessuale, non sembra aver fatto proprie le parole del Pontefice. Così, mentre in Germania illustri prelati invocano la musealizzazione dell’Humanae Vitae e della Familiaris Consortio perché rottami vecchi e superati, in Belgio si procede ex lege all’iniezione letale ai bambini di cinque, sei, sette, otto anni. Basta che lo chiedano ed è fatta. E con la grande maggioranza dei belgi che approva la norma perché, dopotutto, a quell’età e in casi di morte prossima, “i minori sviluppano velocemente un forte livello di maturità, fino a diventare in grado di riflettere”. Così spiegano illustri pediatri del luogo dalle colonne dei giornali.
Ecco perché davanti a queste avvisaglie del ciclone in arrivo, ci si appella all’autorità del Papa per una controffensiva di preghiera, azione pastorale, idee. Sono problemi che precedono il credo religioso di ciascuno, ricordava qualche giorno fa mons. André Léonard, arcivescovo di Bruxelles, grande periferia esistenziale e spirituale dove solo ora, tiepidamente, la chiesa si sta riconquistando uno spazio pubblico perso nel corso dei decenni scorsi, passati a discettare di tutto – dalle donne prete al celibato sacerdotale, fino al posizionamento dell’altare nelle chiese che intanto si svuotavano – tranne che di vita e famiglia. In gioco, spiegava mons. Léonard, c’è la vita, la libertà umana, la società. Tra i firmatari, c’è pure una decina di sacerdoti, tra cui anche qualche soldato d’Ignazio pronto ad accompagnare con la forza della fede cristiana l’offensiva contro le agguerrite maggioranze del secolo. Qualcun altro, un sacerdote S. I., invece, dopo aver meditato una notte, ha preferito ritirare la firma all’appello, “pur condividendolo in parte”. Hanno aderito La Manif pour Tous Italia, sorella di quella francese che di recente è scesa in piazza per protestare – tra bandiere della Marianna e vessilli vaticani – contro il nuovo diritto di famiglia studiato e portato in Parlamento dal governo socialista. C’è la bioeticista Assuntina Morresi, lo psicoanalista Mario Binasco, del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II; c’è Marco Ferrini, direttore della Fondazione internazionale Giovanni Paolo II di cui è presidente mons. Luigi Negri, vescovo di Ferrara-Comacchio.
C’è il giornalista e scrittore Stefano Fontana, direttore dell’Osservatorio internazionale cardinale Van Thuan di cui è presidente mons. Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste. C’è lo storico tradizionalista Roberto De Mattei, la presidente di Scienza e Vita di Castelfiorentino, Letizia Marino, l’ex governatore lombardo Roberto Formigoni, l’eurodeputato Luca Volontè, l’ex deputata Isabella Bertolini. E poi i sociologi Sergio Belardinelli, animatore del progetto culturale di Camillo Ruini, e Salvatore Abbruzzese, sociologo, e l’ex primo presidente della Corte d’appello di Perugia Renato Santilli. Numerose le adesioni personali dalla galassia di Comunione e Liberazione, a partire da Giancarlo Cesana, Adriana Mascagni e Giuseppe Zola. Un appello che ha riscosso adesioni in rete anche oltreoceano: dalla Florida ha firmato Fredrick Penar, dall’Illinois Elizabeth Fitzmaurice. Dal New Jersey Thomas P. Farnoly, civil trial attorney del New Jersey. Dalla Nuova Scozia, in Canada, Barry Gabriel. E firme sono giunte anche dall’Austria un tempo felix del cardinale Christoph Schönborn, dalla Spagna, dal Portogallo, dalla Gran Bretagna.
Laici e cattolici che idealmente condividono quanto scritto da Matteo Colella, imprenditore della provincia di Varese e padre di tre bambini che si è unito all’appello del Foglio “affinché si possa sentire anche la voce di chi non vuole una società che non sa più apprezzare il dono più grande che si può ricevere su questa terra: un bambino”.


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