Tra Fazio e le star dei talent show, a Sanremo si conosce sempre il nome del vincitore

Giovanni Choukhadarian

E vabbè, parliamo di musica. Senza dimenticare, bene inteso, le larghe intese. Vuole dunque la vulgata che, con il Fazio bis, il Festival di Sanremo abbia finalmente rinunziato a quell’obbròbrio dei talent show. Era tempo, no? Aveva cominciato Marco Carta (Cagliari, 29 anni, Gemelli), generato dagli Amici di Maria De Filippi. Avevano proseguito, in ordine, Valerio Scanu (La Maddalena, provincia di Olbia-Tempio, Ariete), Emma (Firenze, 29 anni, Gemelli), anch’essi procreati da De Filippi, e aveva chiuso, l’anno passato, Marco Mengoni (Ronciglione, provincia di Viterbo, 26 anni, Capricorno), stellina di X Factor. Ma quest’anno, signore e signori, si cambia aria.

    E vabbè, parliamo di musica. Senza dimenticare, bene inteso, le larghe intese. Vuole dunque la vulgata che, con il Fazio bis, il Festival di Sanremo abbia finalmente rinunziato a quell’obbròbrio dei talent show. Era tempo, no? Aveva cominciato Marco Carta (Cagliari, 29 anni, Gemelli), generato dagli Amici di Maria De Filippi. Avevano proseguito, in ordine, Valerio Scanu (La Maddalena, provincia di Olbia-Tempio, Ariete), Emma (Firenze, 29 anni, Gemelli), anch’essi procreati da De Filippi, e aveva chiuso, l’anno passato, Marco Mengoni (Ronciglione, provincia di Viterbo, 26 anni, Capricorno), stellina di X Factor. Ma quest’anno, signore e signori, si cambia aria.

    Quest’anno è il sessantennale della Rai, è l’anno in cui i cantautori sbarcano massicci a Sanremo (tutta la sera di venerdì, pensa il sollàzzo), è l’anno della musica incantata e feroce, come susurra a mezza voce Mauro Pagani, componente autorevolissimo della squadra di autori di Fabio Fazio e unico polistrumentista bresciano ad avere scritto un classico della canzone di Napoli (Don Raffaè, su testo di Fabrizio De André e Massimo Bubola, cantata nel long playing Le nuvole, del 1990).

    Poi però uno va in edicola e sulla copertina di Oggi, tutte bardate in pelle nera e Photoshop, chi c’è? Ma naturalmente Arisa (al secolo Rosalba Pippa, Genova, 32 anni, Leone), per anni conduttrice superstar di X Factor, Noemi (al secolo Veronica Scopelliti, Roma, 32 anni, Acquario), presente e viva sia a X Factor, sia a The voice of Italy e Giusy Ferreri (al secolo Giuseppa Gaetana Ferreri, Palermo, 35 anni, Ariete), creatura di X Factor. I bookmaker inglesi e americani offrono quote bassissime sulle tre artiste copertinate e, per la verità, qualcuno butta là il nome di Francesco Renga (Udine, 46 anni, Gemelli).

    Renga, però, ha già vinto nel 2005 e, entrato Papa ai Festival del 2009 e 2012, ne è uscito mestissimo cardinale. I talent, da anni unica fonte d’approvigionamento della discografia italiana, vincono e vinceranno ancora. Tanto Fabio Fazio lo ha detto chiaro e forte: "Che importa il Festival di quest’anno?". Non ci sarà un Fazio ter perché la neotelevisione, quella che assiste al passaggio fra Seconda e Terza Repubblica, logora chi la fa. Al suo posto è già pronta la Grosse Coalition degli agenti dello spettacolo, composta da due galantuomini come Lucio Presta – area centrodestra, – e Beppe Caschetto – con riferimenti a centrosinistra.

    Presta conosce benissimo il Festival e la città di Sanremo. Non è un caso se vi ormeggia il suo yacht; e non è un caso neppure se il locale "Casino" – in crisi d’introiti da anni come tutte le case da giuoco del mondo – gli ha affidato l’organizzazione della stagione d’intrattenimento per il 2014 (300mila euro, Iva esclusa). Il burbero Lucio lo ha ripetuto di recente: “A Sanremo ho lasciato il cuore, guai a chi me lo tocca”.

    Caschetto, invece, vincendo la sua proverbiale riservatezza, si è piazzato in prima fila nella conferenza stampa di lunedì l’altro e, senza che la notizia fosse resa pubblica, ha lasciato intendere che Maurizio Crozza (nome di punta della sua agenzia) tornerà quest’anno all’Ariston dopo la clamorosa contestazione dell’anno scorso.

    Nonostante tutto, però, c’è chi a Sanremo vince sempre: la Rai. Giancarlo Leone, figlio d’arte, uomo di cinema, televisione e università, nonché tweetstar di classe internazionale certa, lo ha spiegato con parole precise: i costi di produzione ammontano a 11 milioni, già coperti dagli introiti pubblicitari. Quel che arriverà in più, sarà ben accetto. Les jeux sont faits, il banco vince sempre e nessuno osi lamentarsi.