
L'onore di Frisullo (con postilla)
La Corte d’appello di Bari ha assolto Sandro Frisullo, dalemiano ex vicepresidente della giunta di Nichi Vendola, dalle accuse di corruzione e associazione a delinquere perché “il fatto non sussiste”, e di abuso d’ufficio perché “il fatto non costituisce reato”. Frisullo era imputato con Gianpi Tarantini in uno dei leggendari processi della Sanità pugliese.
La Corte d’appello di Bari ha assolto Sandro Frisullo, dalemiano ex vicepresidente della giunta di Nichi Vendola, dalle accuse di corruzione e associazione a delinquere perché “il fatto non sussiste”, e di abuso d’ufficio perché “il fatto non costituisce reato”. Frisullo era imputato con Gianpi Tarantini in uno dei leggendari processi della Sanità pugliese. L’accusa mossa all’esponente pd dalla procura di Bari era di aver favorito il coimputato Tarantini in cambio di utilities varie, tra cui la disponibilità d’utilizzo finale di alcune escort, le stesse del giro per cui si montò l’assordante cancan prurigino-giudiziario contro il Cav. Il quale cancan, va detto, nel caso di Silvio Berlusconi non è ancora cessato e nessuno ha intenzione di chiedere scusa, come in molti fanno ora con Frisullo. Per quella storia che non costituisce reato o non sussiste, Frisullo era stato prima messo in carcere, comme d’habitude, poi agli arresti domiciliari per quattro mesi e, secondo il consueto costume di molte procure, ci avevano messo quattro mesi prima di degnarsi di interrogarlo. Così ieri l’uomo, sul Corriere della Sera, si è sfogato rivendicando il proprio onore macchiato e lamentando la “violenza” di “un così brutale provvedimento contro la mia persona” che un’altra volta, aggiungiamo, si è dimostrato ingiustificato. E con piglio garantista ha accusato “un infernale e potente circuito mediatico-giudiziario”.
Sia dunque reso l’onore al politico, e ancora una volta rimarcata l’avventatezza di magistrati prevaricatori. Con un paio di nota bene, però. Primo, Frisullo e Gianpi Tarantini sono stati comunque condannati a un anno e 4 mesi ciascuno per l’accusa di turbativa d’asta, e con ciò la Sanità pugliese non ne esce immacolata, così come capita spesso alle altre, Vendola o non Vendola. Per quanto possa valere questo reato un po’ labile, che è però alla base di infinite inchieste, spesso pregiudiziali e sfumate nel nulla, con cui la casta mediatico-giudiziaria tiene sotto scacco la politica. In secondo luogo, a quanti ora, a sinistra, si sono detti raccapricciati per l’ingiusto trattamento subito dall’ex vice di Vendola, gioverebbe ricordare da chi e perché sia stata messa in essere la macchina del fango. Quando arrestarono Frisullo per la ridicola (e infine caduca) accusa di utilizzazione finale di escort, il massimo che il celebre statista pugliese D’Alema riuscì a dire fu: “Lui si è dimesso, Berlusconi no”.


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