Gli spioni e la regola della prima pagina

Redazione

La Nsa, l'Agenzia per la sicurezza americana, intercetta i computer che compriamo su internet, li apre con cura, li riempie di software per spiarci, richiude il pacco e lo fa arrivare a casa nostra nei tempi prestabiliti. Noi scartiamo il nostro acquisto e da quel momento ci troviamo sulla scrivania un computer su cui gli spioni dell'intelligence hanno il completo controllo. “State attenti ai regali di Natale”, ha scritto scherzosamente il Daily Beast.

    La Nsa, l’Agenzia per la sicurezza americana, intercetta i computer che compriamo su internet, li apre con cura, li riempie di software per spiarci, richiude il pacco e lo fa arrivare a casa nostra nei tempi prestabiliti. Noi scartiamo il nostro acquisto e da quel momento ci troviamo sulla scrivania un computer su cui gli spioni dell’intelligence hanno il completo controllo. “State attenti ai regali di Natale”, ha scritto scherzosamente il Daily Beast. C’è molta approssimazione nella vicenda. L’inchiesta dello Spiegel da cui è nata la notizia racconta una storia più complessa, in cui i computer intercettati, resi spiabili e poi rispediti sono solo quelli dei “target” dell’Agenzia (ergo la Nsa non ha manomesso i nostri computer), e in cui si parla soprattutto della Tao, Tailored Access Operations, l’unità di hacker giovanissimi reclutati nei garage della Silicon valley (ecco spiegate le molte apparizioni del generale Alexander, spesso in felpa e jeans, ai convegni di smanettoni informatici) che si è trasformata nella punta di diamante dell’Agenzia per la sicurezza. Gli hacker della Tao violano server, mandano email piene di malware, muovono infernali attacchi informatici. Ma quasi sempre gli obiettivi sono specifici, la pesca a strascico della Nsa si annida altrove.

    Da questioni come questa si capisce perché da Mosca Edward Snowden ha detto in un’intervista di considerare raggiunto il suo obiettivo. Anche rivelazioni non essenziali creano scandalo, i complottisti di ogni risma si sono convinti della solidità delle loro accuse, e nonostante gli esiti contrastanti dei procedimenti giudiziari sorti dopo gli scandali (un giudice di Washington ha dichiarato le intercettazioni incostituzionali, uno di New York ha emesso una sentenza opposta) il dibattito ormai non è più se limitare l’attività della Nsa o meno, ma su come e quando farlo. Riportano i giornali che negli ambienti dell’intelligence si sta discutendo la “front-page rule”, la regola di fare solo ciò che non creerebbe imbarazzo se finisse sulle prime pagine. E’ una regola inapplicabile, i servizi segreti sono tali perché agiscono a margine della legalità, ma è indice di un malessere che la Nsa e l’Amministrazione Obama non hanno ancora imparato a gestire.