Un panettone indigesto

Redazione

Enrico Letta più che a Babbo Natale intende ispirarsi al “buon padre di famiglia”. Già aveva annunciato che “mangeremo il panettone anche nel 2014”. Ma il dolce che sta servendo con la Legge di stabilità è un soufflé sgonfio, con gli ingredienti delle finanziarie d'antan. Intanto vale 15 miliardi di entrate e uscite, rispetto ai 32 della legge di fine 2012 del governo Monti, ai 63 del decreto salva-Italia, ai 265 delle ultime tre manovre berlusconiane. Dunque non cambia nulla di un paese superindebitato, con spesa fuori controllo, produttività in picchiata e crescita zero: e perciò a rischio declassamento.

    Enrico Letta più che a Babbo Natale intende ispirarsi al “buon padre di famiglia”. Già aveva annunciato che “mangeremo il panettone anche nel 2014”. Ma il dolce che sta servendo con la Legge di stabilità è un soufflé sgonfio, con gli ingredienti delle finanziarie d’antan. Intanto vale 15 miliardi di entrate e uscite, rispetto ai 32 della legge di fine 2012 del governo Monti, ai 63 del decreto salva-Italia, ai 265 delle ultime tre manovre berlusconiane. Dunque non cambia nulla di un paese superindebitato, con spesa fuori controllo, produttività in picchiata e crescita zero: e perciò a rischio declassamento. Seppure modeste, le premesse di partenza dovevano comunque impattare strutturalmente su debito e spesa, con privatizzazioni e spending review. Misure che si era detto di anticipare al 2014 dopo la bocciatura di Bruxelles.

    Subito dopo, Letta ha invece concertativamente promesso di deviare i proventi alla riduzione del cuneo fiscale, senza nessuna riforma del lavoro, e rimesso in soffitta le privatizzazioni. Poi ha spalancato la manovra a partiti ed enti locali, ricavandone i soliti emendamenti tipo trasporto lagunare veneziano e agrumi siciliani. Svuotato il cuneo, ecco la campagna di una Confindustria già ossequente, la terza dopo quelle anti Cav. e anti Monti. E il lobbying dei comuni mai sazi: così l’Imu mutante in Trise, Tuc e Iuc, dopo la fiducia potrà ancora cambiare. Né è finita: visti l’Acea privatizzata e rimunicipalizzata, e l’accordo sui capitali in Svizzera che fa cucù come un orologio (svizzero). Il governo che doveva agganciare l’Italia alla ripresa mondiale si è spiaggiato sui canoni balneari. Panettone? Macché, fichi secchi.