
Telecom, arriba España
I soci di Telecom Italia hanno scelto di confermare l’attuale consiglio di amministrazione del gruppo. Perciò la scalata degli spagnoli di Telefonica su Telco, la holding di controllo dell’ex monopolista pubblico, per ora continua. Ieri l’assemblea dei soci riunita a Rozzano, nella periferia di Milano, dopo oltre otto ore di lavori ha respinto la proposta di revoca del Cda attuale avanzata da Marco Fossati, socio con la Findim. Ha votato in assemblea il 54,26 per cento del capitale: contrari alla proposta di Fossati il 50,3 per cento, mentre a favore della revoca si è pronunciato il 42,3 per cento, astenuti il 7,4.
I soci di Telecom Italia hanno scelto di confermare l’attuale consiglio di amministrazione del gruppo. Perciò la scalata degli spagnoli di Telefonica su Telco, la holding di controllo dell’ex monopolista pubblico, per ora continua. Ieri l’assemblea dei soci riunita a Rozzano, nella periferia di Milano, dopo oltre otto ore di lavori ha respinto la proposta di revoca del Cda attuale avanzata da Marco Fossati, socio con la Findim. Ha votato in assemblea il 54,26 per cento del capitale: contrari alla proposta di Fossati il 50,3 per cento, mentre a favore della revoca si è pronunciato il 42,3 per cento, astenuti il 7,4. La ragione principale che ha spinto Fossati a chiedere la revoca del Cda, e in particolare dell’ad Marco Patuano? Lo “spettro di un conflitto d’interessi” tra l’attuale management e Telefonica, e il sospetto che questo abbia pesato per esempio nella decisione di vendere la controllata Telecom Argentina e nell’emissione del presito convertendo.
Dietro la partita societaria, in realtà, è in corso un gigantesco conflitto d’interessi, con protagonisti il governo (Enrico Letta ancora ieri ha chiesto al Parlamento di non parteggiare per nessuna delle parti coinvolte, avversando di fatto le barricate protezionistiche), la magistratura (ieri il Corriere della Sera riportava in prima pagina la notizia di un’inchiesta per ostacolo alla vigilanza da parte del gruppo, poi “smentita” secondo Patuano) e infine alcuni istituti banco-assicurativi (Generali, Mediobanca e Intesa Sanpaolo sono nella holding Telco, in cerca di una via d’uscita). Un fatto è certo, infatti: mentre la battaglia per la riforma societaria di Telecom non è finita, i banchieri tornano a farsi vedere su vari aspetti del dibattito. Mentre i principali istituti cercano di strappare al governo la rivalutazione delle quote della Banca d’Italia per tamponare i loro bilanci, l’ex banchiere Pietro Modiano ha proposto una patrimoniale choc da oltre 110 miliardi per rimettere in sesto l’economia.


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