Passettini tra le sbarre

Redazione

Nel giorno in cui alle Molinette un agente penitenziario ha ucciso un collega e poi s’è sparato, giusto a ricordare che la drammatica situazione delle carceri non riguarda solo i detenuti, il governo ha varato il decreto legge per ridurne il sovraffollamento, oltre a un disegno di legge delega per accelerare i processi in materia civile. Stiamo alle carceri, emergenza civile cui come sempre sarà dedicata la mattina di Natale dei Radicali e di pochi altri umanitaristi.

    Nel giorno in cui alle Molinette un agente penitenziario ha ucciso un collega e poi s’è sparato, giusto a ricordare che la drammatica situazione delle carceri non riguarda solo i detenuti, il governo ha varato il decreto legge per ridurne il sovraffollamento, oltre a un disegno di legge delega per accelerare i processi in materia civile. Stiamo alle carceri, emergenza civile cui come sempre sarà dedicata la mattina di Natale dei Radicali e di pochi altri umanitaristi. Quanto approntato dal ministro Annamaria Cancellieri ha aspetti validi, e toglierà dalle celle, si stima, 1.700 detenuti grazie a un maggior ricorso alle misure alternative, l’affidamento in prova, l’aumento dei giorni di liberazione anticipata, l’affidamento a centri di recupero per i tossicodipendenti.

    “Uscite” che per Via Arenula si sommano alle quattromila già ottenute dal decreto svuota carceri dell’estate scorsa. Ma al 30 novembre in carcere c’erano 64.047 detenuti contro una capienza di 47.649, il sovraffollamento resta. Cancellieri (e Giorgio Napolitano) sanno che il problema può essere affrontato solo con un provvedimento di amnistia e indulto, ma la strada politica è bloccata. Inoltre, poiché le direttive europee indicano in almeno 4 metri quadrati lo spazio vitale per i detenuti, il ministero della Giustizia aveva ovviato con un escamotage tecnico, una delibera del Dap che imponeva di tenere aperte le celle nelle sezioni di media sicurezza, per dare spazio ai detenuti in sovraffollamento. Ma in moltissime carceri ciò ancora non avviene. Il governo deve risolvere il problema entro maggio 2014, altrimenti l’Italia verrà condannata a risarcire tutti i detenuti che hanno fatto ricorso in sede europea. Inoltre, la riforma della custodia cautelare, uno dei mali profondi della nostra giustizia, resta arenata alla Camera (“abbiamo valutato e deciso di rifarci al testo che si trova alla Camera”, la patetica versione di Enrico Letta). Bicchiere solo un po’ pieno. Attendendo un brindisi a Natale.