Putin strozza Ria Novosti e promuove un anchorman speciale

Luigi De Biase

Lungo Zubovsky Bulvar i vecchi reporter di Ria Novosti si scambiano sguardi da fine di un'epoca. Un ordine di Vladimir Putin ha cancellato la loro agenzia di stampa, uno dei pilastri dell'informazione russa: nel decreto si dice che Ria Novosti entrerà a far parte di un nuovo gruppo, Rossiya Segodnya (significa “Russia oggi”) e avrà un nuovo direttore, un tipo tosto e irriverente di nome Dmitri Kiselev.

    Lungo Zubovsky Bulvar i vecchi reporter di Ria Novosti si scambiano sguardi da fine di un’epoca. Un ordine di Vladimir Putin ha cancellato la loro agenzia di stampa, uno dei pilastri dell’informazione russa: nel decreto si dice che Ria Novosti entrerà a far parte di un nuovo gruppo, Rossiya Segodnya (significa “Russia oggi”) e avrà un nuovo direttore, un tipo tosto e irriverente di nome Dmitri Kiselev. Per gli ufficiali del Cremlino la riforma è una questione di costi, ma non si può portare a termine un’operazione come questa senza sollevare qualche sospetto, tanto che Sergei Ivanov, uno dei consiglieri più vicini a Putin, è dovuto intervenire per difendere le decisioni del suo capo. “La Russia ha una politica molto forte quando si tratta di interessi nazionali – ha detto Ivanov – So che è difficile spiegarlo al mondo, ma questo è esattamente quel che dobbiamo fare”. D’ora in poi il compito dell’agenzia sarà molto più preciso, commenta Nikolai Svanidze di Kommersant Fm: bisogna raccontare al mondo quel che accade in Russia senza le “storture” della stampa internazionale. Kiselev è un bravo giornalista, dice Svanidze, al Cremlino pensano che abbia una posizione politica chiara e prevedibile ed è per questo che la scelta è caduta su di lui.

    Il nuovo direttore prenderà sotto il suo controllo una macchina potente, con duemila giornalisti, cinquanta uffici di corrispondenza nelle città più importanti del pianeta e servizi in quattordici lingue diverse. E sarà spesso nell’anticamera di Putin, l’unico in grado di decidere sul suo incarico. Negli ultimi tempi il nome di Kiselev si è legato soprattutto a un programma tv che ricalca alcuni punti della dottrina Putin: le concessioni alle comunità gay dimostrano che l’Europa è destinata alla decadenza; gli Stati Uniti complottano contro gli interessi del popolo russo; i giovani che seguono l’oppositore Navalny somigliano a quelli che stavano con Hitler. Questo atteggiamento gli ha portato qualche problema.

    Domenica, durante un collegamento da Kiev, uno dei reporter è stato interrotto da un manifestante che gli ha consegnato una statuetta dell’oscar “per la qualità dell’informazione”, fra le risate della piazza.
    Ma non è il solo movimento avvenuto di recente nel mondo dell’informazione russa. In ottobre Putin ha richiamato un suo vecchio collaboratore, Mikhail Lesin, e gli ha chiesto di guidare le grandi manovre mediatiche di Gazprom, la compagnia che rifornisce l’Europa e possiede interessi dalla Cina al Mediterraneo. Gazprom controlla anche molti media russi, come il canale televisivo Ntv, Radio Ekho Moskvy e la casa editrice Sem Dnei. Negli ultimi tempi la divisione media ha allargato la presenza nel settore rilevando una società del miliardario Vladimir Potanin, Prof-Media Management. Le operazioni di Gazprom nel mondo della stampa seguono sempre un disegno complessivo, lo stesso che ha spinto il Cremlino a smontare Ria Novosti dopo settant’anni di onorato servizio. Anche la scelta di Lesin risponde a questa logica. Il manager ha esperienza da vendere, a lui si deve Russia Today, il network che trasmette in inglese negli Stati Uniti e in Europa, una versione russa della Bbc accusata di essere una macchina per la propaganda del Cremlino. Oggi la direttrice di Rt, Margarita Simonyan, lascia intendere che il suo canale tv e Rossiya Segodnya avranno in comune soltanto il nome, ma si muoveranno separate. Il direttore esecutivo di Ria, Pavel Andreev, dice al Foglio che in questa fase è meglio evitare commenti su quel che accade in redazione. La sola cosa certa è che il grande palazzo di Ria Novosti non resterà vuoto neppure per un giorno: Kiselev e i suoi uomini siederanno in quelle stanze, per adesso l’unica cosa a cambiare sarà l’insegna colorata che illumina Zubovsky Bulvar.