
That win the best
Portenti, porcelli e porcate
Beppe Di Corrado deve aggiornare al più presto le sue statistiche sui campionati in cui si segnano gol decisivi negli ultimi minuti. L'Everton da solo sta facendo in Premier League quello che Cagliari, Inter e Sampdoria insieme fanno in Italia. Beati i brasiliani, per cui Paolo Rossi è ancora un idolo calcistico. Una pubblicità della carta Visa per i Mondiali è tutta giocata sull'immortale incubo dei verdeoro per l'attaccante della leggendaria tripletta ai mondiali dell'82. Nel loro immaginario Rossi è fermo a quel momento, il suo ricordo congelato sul campo e consegnato direttamente alla leggenda. Si sono risparmiati, beati loro, il passaggio dal campo allo studio televisivo.
Leggi Jungleland di Pierluigi Pardo - Ultimo Stadio di Alessandro Giuli - Vedi alla voce 3 di Maurizio Crippa - Taumaturgo di Lanfranco Pace - Arbitro cornuto di Quarantino Fox
Oxford. Beppe Di Corrado deve aggiornare al più presto le sue statistiche sui campionati in cui si segnano gol decisivi negli ultimi minuti. L’Everton da solo sta facendo in Premier League quello che Cagliari, Inter e Sampdoria insieme fanno in Italia. Per capire il campionato di calcio inglese oggi bisogna seguire proprio l’Everton. Liberata la panchina dal peso morto di David Moyes, andato a trasformare il Manchester United nell’Udinese d’Inghilterra, i Toffees stanno facendo una stagione impressionante, grazie a un po’ di giovani niente male e la sfacciataggine di chi non ha paura di niente e non ha nulla da perdere. Guardate le partite dell’altra squadra di Liverpool e capirete molto della corsa al titolo: domenica l’Arsenal stava per godersi la giornata perfetta. Gol di Özil a pochi minuti dal termine. Orgia sugli spalti e Everton sconfitto. I Gunners non avevano considerato che Deulofeu ha il vizio del gol impossibile: la rete del pareggio è un concentrato di potenza, follia e precisione quasi quanto il tiro all’ultimo secondo di Giroud (Arsenal, disperato nella foto grande), con la differenza che quest’ultimo si è stampato sulla traversa, il primo ha sfondato la rete, come direbbe un commentatore Rai.
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Ciao Richard. Lasciatemi godere un attimo, e salutare il sempre ottimo Richard Newbury: il mio Sheffield United ha battuto il suo Cambridge nel turno di FA Cup giocato questo weekend. 2-0 fuori casa e vogatori a remi bassi negli spogliatoi. Adesso che nella Coppa d’Inghilterra entrano in scena le squadre più blasonate ci sarà da divertirsi e forse il mio United finirà triturato 6-0 dall’Aston Villa il 4 gennaio. Sperare non costa nulla, e fa l’effetto di un buon bicchiere di brandy dopo cena. Fateci gustare questo momento, che ho deciso di festeggiare in questa pagina pubblicando i culi flaccidi delle rugbiste di Oxford. Bye bye Cambridge.
Idoli spompati. Beati i brasiliani, per cui Paolo Rossi è ancora un idolo calcistico. Una pubblicità della carta Visa per i Mondiali è tutta giocata sull’immortale incubo dei verdeoro per l’attaccante della leggendaria tripletta ai mondiali dell’82. Nel loro immaginario Rossi è fermo a quel momento, il suo ricordo congelato sul campo e consegnato direttamente alla leggenda. Si sono risparmiati, beati loro, il passaggio dal campo allo studio televisivo, con tutte le banalità, i luoghi comuni, il mister che deve fare delle scelte e gli imbecilli violenti, hanno perso l’imbruttimento del calciatore-opinionista costretto a sacrificare in favore di telecamera tutta la gloria accumulata sul campo. Consola sapere che qualcuno ignora tutto questo.
Massoneria svizzera. Blatter e compagnia rubante non smettono di stupirmi. L’avete vista tutti la porcheria dei sorteggi mondiali: cambio delle regole in corsa, Francia che invece di restare giustamente ultima del gruppo degli zozzoni viene ripescata e finisce in un’urna X dalla quale le palline vengono estratte da – ma pensa un po’ – Zinédine Zidane, francese campione di fair play e compagno di merende del presidente della Fifa. Risultato della porcata, Italia-Inghilterra al primo turno. Hodgson, l’allenatore dei Tre Leoni, ha già cominciato a bere tantissimo in vista della sfida, e continua a chiedere ai collaboratori perché si debba andare a giocare una partita tra due europee in mezzo all’Amazzonia, come ai tempi dei conquistadores. Noi tifosi siamo preoccupati per la tenuta del gruppo: non vorremmo che tutti quegli anziani in squadra patiscano troppo il viaggio intercontinentale. Sempre che il Mondiale si giochi, dati i ritardi cronici organizzativi (si sa, i brasiliani se la prendono comoda, là fa caldo) e l’accorata preghiera di Blatter, che da buon massone svizzero ha detto che per Brasile 2014 bisognerà affidarsi a “Dio, Allah, o chi per lui”. La possibilità che un fulmine lo colpisca da qua a giugno è assai bassa: difficile beccarlo all’aria aperta, più facile trovarlo in qualche ristorante a mangiare. A sbafo.
Porconi tirolesi. Esiste solo un arbitro al mondo che potrebbe sospendere una partita per eccesso di bestemmie, ed è Matteo Matzuzzi, vaticanista con fischietto che forse – ma non ci sono conferme – si è spinto da Oltretevere fino alle montagne trentine per dirigere il superclassico Vermiglio–Ozolo Maddalene, dove è successo di tutto. Sta di fatto che quelli dell’Ozolo Maddalene, il Celtic del Maso chiuso, si son messi a tirar giù santi e beati come durante una mano di scopone scientifico e l’arbitro, ligio ai dettami del regolamento meno rispettato della storia del calcio, ha tirato fuori cartellini rossi senza soluzione di continuità, finché l’Ozolo è rimasto con sei giocatori in campo: partita sospesa e 3-0 a tavolino per gli avversari. Ma la palma in questo teatro dell’assurdo va senza indugi a Simone Martini, cacciato per empietà linguistica al primo minuto di gioco, quando ancora non era successo nulla. Non commenterò le giustificazioni di dirigenti e allenatore, i quali sostengono che le ingiuriose espressioni non sono state urlate – le classiche bestemmie sottovoce, certo – e mi limito a complimentarmi con lo pseudo-Matzuzzi per avere applicato il discutibile regolamento mentre tutto il calcio se ne frega altamente e i moviolisti si sono già rotti dei labiali al rallentatore con accesa discussione in studio: “Ma avrà detto zio?”.
Chi se ne Foot. Spiace vedere che un connazionale come John Foot si adegua al livello proposto dall’intervistatore del Corriere dello Sport: “Quegli ultrà con il calcio non c’entrano niente”, “Per voi l’arbitro è corrotto a priori. Altrove è inimmaginabile”, “Totti, Giggs, Zanetti, alla loro età fanno ancora la differenza”, “è un prodotto unico, fa ridere, piangere, emozionare, muove soldi”, sono tutti frammenti tratti dal Prontuario delle Banalità, un testo sacro al quale hanno accesso soltanto i commentatori iniziati, ai quali è affidata poi la diffusione del verbo presso il popolo incolto. Spero poi che ci sia stato un misunderstanding sul fatto che l’Inghilterra va ai mondiali “solo per partecipare”: certamente è un modo per dire che siamo così scarsi che ci fa paura persino l’Italia – e fin qui concordo – non intenderà dire che c’è un qualche valore intrinseco nella partecipazione, voglio sperare. L’etica di De Coubertin spiegata con il linguaggio di Amedeo Goria è francamente insostenibile.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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