Cancellieri ottiene la fiducia della Camera

Redazione

Con 405 no la Camera ha respinto la mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri presentata dal Movimento 5 stelle. A favore 154, 3 gli astenuti. Il ministro, intervenuta questa mattina in aula, si era così difesa: "Non ho mentito al Parlamento, né ai magistrati su alcun elemento di fatto che poteva essere utile a chiarire ogni aspetto della vicenda", ha proseguito Cancellieri. "Non ho mentito neppure – ha aggiunto il Guardasigilli – sulla mia amicizia con uno dei membri della famiglia Ligresti, Antonino".

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    Con 405 no la Camera ha respinto la mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri presentata dal Movimento 5 stelle. A favore 154, 3 gli astenuti.

    Il ministro, intervenuta questa mattina in aula si era detta "grata al presidente del Consiglio e ai colleghi'' di governo ''per un sostegno che non è mai  mancato"., confidando "che il Parlamento mi confermi la fiducia".  "Non ho mentito al Parlamento, né ai magistrati su alcun elemento di fatto che poteva essere utile a chiarire ogni aspetto della vicenda", ha proseguito Cancellieri. "Non ho mentito neppure – ha aggiunto il Guardasigilli – sulla mia amicizia con uno dei membri della famiglia Ligresti, Antonino. Siamo amici da molti anni, è amico di mio marito, ci vediamo e ci sentiamo spesso al telefono. Nel processo relativo alla Fonsai, Antonino non è mai stato indagato né ha avuto alcun ruolo. Opera da anni in Francia in campo sanitario e non ha alcun rapporto di affari con il fratello Salvatore. Respingo con forza l'automatismo, privo di qualunque sostanza, secondo il quale, da questo rapporto di amicizia sarebbero derivati favoritismi o addirittura abusi connessi con il ruolo  istituzionale da me ricoperto. I fatti dimostrano il contrario". 

    La comunicazione al Dap effettuata su Giulia Ligresti "è stata del tutto analoga a quelle che vengono fatte per altri casi di detenuti". Lo ha ribadito il Guardasigilli Annamaria Cancellieri, alla Camera, affermando che "ci sono decine e decine di casi di questo genere, oltre 100 negli ultimi mesi". "E' difficile per me capire il perché di queste contestazioni – ha aggiunto il ministro – che sono state smentite dai fatti: prima l'accusa di un'indebita interferenza per la scercerazione di Giulia Ligresti, poi quella di aver mentito ai magistrati". Della telefonata con Nino Ligresti, ha osservato Cancellieri, "sono stata io a parlare ai pm". 

    "Ho affrontato questi giorni da persona libera e da persona forte, perché non ho contratto debiti di  riconoscenza verso nessuno, e con la profonda convinzione di aver agito sempre con assoluta fedeltà e lealtà nei confronti delle  istituzioni". Lo ha detto il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri nel suo intervento in aula alla Camera, manifestando anche la propria "amarezza" per come è stata descritta la vicenda delle telefonate con i Ligresti, secondo una rappresentazione che ha "toccato il mio onore" e investito anche i suoi rapporti famigliari. La terza telefonata che il ministro Cancellieri avrebbe omesso di dichiarare in Parlamento, è stata ritenuta non rilevante dalla magistratura di Torino. "Si è sostenuto – ha affermato il ministro della Giustizia in aula alla Camera, dove e' in discussione la mozione di sfiducia individuale – che io abbia omesso di riferire circostanze rilevanti al pm di Torino nel corso dell'audizione del 22 agosto e in particolare che avrei taciuto di una terza telefonata con Antonino Ligresti". "Da parte mia – ha dichiarato Cancellieri – non c'è stata alcuna omissione o reticenza e lo dimostrano il modo inconfutabile i contenuti del verbale della mia audizione, in cui ho dichiarato al pm  che 'ieri sera, Antonino Ligresti mi ha inviato un sms chiedendomi se avessi novità e io gli ho risposto che avevo proceduto alla segnalazione nei termini che ho spiegato. Nulla di più. La circostanza che che lo stesso magistrato di Torino abbia ritenuto di  non richiedere ulteriori specificazioni – ha concluso – credo che deponga per la sostanziale ininluenza della questione".

    "Non ho acquisito alcun debito di riconoscenza, ho agito in assoluta fedeltà e lealtà alle istituzioni. Se avessi avuto un dubbio su questo, non avrei avuto esitazioni a lasciare l'incarico". Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ha poi ribadito di "non essere mai venuta meno al principio che nessuna posizione personale" possa prevalere "rispetto al superiore interesse del  Paese". "Confido nella fiducia del Parlamento", ha concluso Cancellieri alla Camera, rilevando di aver sempre avuto "sostegno" in questi giorni dal presidente del Consiglio Enrico Letta. 

    A pochi minuti dalla fiducia ottenuta alla Camera, le agenzie hanno cominciato a pubblicare stralci dei verbali d’interrogatorio di Salvatore Ligresti in merito all’inchiesta Fonsai. Dai verbali emergerebbero pressioni, da parte di Ligresti, nei confronti di Silvio Berlusconi affinché agevolasse l’allora prefetto Cancellieri. “Siamo amici di vecchia data, veniamo dalla gavetta e gli incontri sono tanto frequenti quanto informali – avrebbe detto Ligresti – Con il presidente Berlusconi si parla di tutto”. “Mi feci latore – prosegue nella sua deposizione Ligresti – del desiderio dell’allora prefetto Cancellieri che era in scadenza a Parma e preferiva rimanere in quella sede anziché cambiare destinazione. […] Ricordo chiaramente di avergli presentato in più di un’occasione questo tema”.

    Immediata la replica del ministro Cancellieri che definendo come “falsa e destituita di ogni fondamento” la dichiarazione di Ligresti ha poi parlato di “accanimento che non ha limite” e di “un disegno che non comprendo”.
     

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