Divorzi alla tedesca

Matteo Matzuzzi

“Il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede non può fermare il dibattito” relativo alla situazione dei divorziati risposati che chiedono di essere riammessi ai sacramenti. Un articolo, pur lungo e dotto, anche se pubblicato sul giornale del Papa, non deve impedire alla chiesa universale di interrogarsi sui grandi problemi legati alla pastorale matrimoniale, alla famiglia, alle coppie di fatto, alle unioni tra persone dello stesso sesso che – magari – abbiano anche adottato bambini.

    “Il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede non può fermare il dibattito” relativo alla situazione dei divorziati risposati che chiedono di essere riammessi ai sacramenti. Un articolo, pur lungo e dotto, anche se pubblicato sul giornale del Papa, non deve impedire alla chiesa universale di interrogarsi sui grandi problemi legati alla pastorale matrimoniale, alla famiglia, alle coppie di fatto, alle unioni tra persone dello stesso sesso che – magari – abbiano anche adottato bambini. Non usa mezze parole, l’arcivescovo di Monaco e Frisinga, il cardinale Reinhard Marx, per chiarire che anche monsignor Gerhard Ludwig Müller, custode della Dottrina e della fede cattolica, deve accettare che nella chiesa investita dal vento fresco e impetuoso che dallo scorso marzo soffia su Santa romana chiesa, ora si discuta. Anche di quei temi sui quali prima il confronto era raro o frenato in partenza dairichiami all’ortodossia reiterati anche da monsignor prefetto nel suo denso intervento di qualche settimana fa pubblicato sull’Osservatore Romano. In quel contributo – così lo presentava l’organo ufficiale della Santa Sede – il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede metteva in guardia dai “falsi richiami” alla misericordia secondo i quali Dio misericordioso non potrebbe far altro che perdonare.

    Le parole di Marx non sono trapelate da un incontro informale, non sono state strappate durante una conferenza accademica o l’inaugurazione di qualche mostra. No, il cardinale tedesco ha lanciato l’altolà al prefetto dell’ex Sant’Uffizio durante i lavori della Conferenza episcopale di Frisinga, che riunisce nel suo plenum anche i vescovi di tutta la Baviera, da Ratisbona a Passavia, da Augusta a Bamberg, da Würzburg a Eichstätt e Spira. Ad aver indispettito il porporato di Monaco sono state proprio le argomentazioni di Müller sull’indissolubilità del matrimonio, il suo fissare paletti all’ospedale da campo di Francesco, depotenziando già in partenza il dibattito su quelle “problematiche inedite fino a qualche anno fa” che saranno oggetto di confronto in occasione del prossimo Sinodo straordinario sulla famiglia in programma dal 5 al 19 ottobre dell’anno prossimo. Un’assise che non deve partire già ora con risultati preconfezionati né con un instrumentum laboris troppo rigido che impedisca o limiti il franco e libero dibattito. Delle questioni che, secondo quanto scritto nel documento preparatorio del Sinodo, richiedono una risposta “necessaria e urgente”, si discuterà “in modo ampio, con risultati che ora non so prevedere”, ha detto Marx. Ma è chiaro, ha aggiunto l’arcivescovo di Monaco e Frisinga, che qualcosa al “gran numero di fedeli che non comprende perché una seconda unione non è accettata dalla chiesa” andrà detto. E poi, parlare del divorzio come di “fallimento morale” è del tutto “inadeguato”.

    Müller richiama all'ordine Friburgo
    Un intervento, quello di Reinhard Marx, che non è passato inosservato. Il porporato tedesco, infatti, è l’unico membro europeo (tolto il curiale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato vaticano) della speciale consulta istituita da Francesco per aiutarlo nel governo della chiesa universale e incaricata di studiare la grande riforma della curia romana. Tra Marx e Müller, poi, non sempre è corso buon sangue. Gli screzi affondano le radici nel passato, e si acuirono allorché Benedetto XVI, nel 2007, scelse di affidare la diocesi che per cinque anni fu sua (dal 1977 al 1982) non al professore di Teologia dogmatica di Magonza e vescovo di Ratisbona, ma all’allora vescovo di Treviri dal curriculum meno fitto e ricco di pubblicazioni. Un “dispiacere” che Müller avrebbe confidato direttamente all’amico Georg Ratzinger, fratello maggiore del Papa oggi emerito e già direttore del coro della cattedrale di Ratisbona. Si disse allora che Benedetto XVI avesse voluto optare per un prelato dal profilo meno definito rispetto a quello dell’amico di Gustavo Gutiérrez, padre spirituale della teologia della liberazione.

    Intanto, secondo quanto anticipato dalla Tagespost, il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede ha chiesto alla diocesi di Friburgo di ritirare il documento preparato da un ufficio pastorale in cui si apriva alla possibilità di riaccostare ai sacramenti i divorziati risposati. “Il documento utilizza terminologia non chiara in due punti” e contrasta “con l’insegnamento della chiesa”. Mons. Müller chiarisce che “il magistero della chiesa ribadisce la sua prassi di non ammettere i divorziati risposati all’eucarestia”. Ecco perché, spiega ancora il prefetto tedesco, è preferibile “non creare smarrimento dei fedeli relativamente al magistero della chiesa sull’indissolubilità delle nozze”.

    • Matteo Matzuzzi
    • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.