
Dalle convivenze ai figli delle coppie gay, 38 domande spigolose ai vescovi
Il Sinodo è dei vescovi e non dei laici, precisa subito monsignor Lorenzo Baldisseri a margine della conferenza stampa sulla preparazione della Terza assemblea generale straordinaria del Sinodo, in programma dal 5 al 19 ottobre 2014. Certo, poiché il tema è ampio e delicato (“Le sfide della famiglia nel contesto della nuova evangelizzazione” è il titolo scelto), tutti avranno la possibilità di far sentire la propria voce, a cominciare dalle donne, attese in gran numero in qualità di uditore.
Il Sinodo è dei vescovi e non dei laici, precisa subito monsignor Lorenzo Baldisseri a margine della conferenza stampa sulla preparazione della Terza assemblea generale straordinaria del Sinodo, in programma dal 5 al 19 ottobre 2014. Certo, poiché il tema è ampio e delicato (“Le sfide della famiglia nel contesto della nuova evangelizzazione” è il titolo scelto), tutti avranno la possibilità di far sentire la propria voce, a cominciare dalle donne, attese in gran numero in qualità di uditore. Baldisseri, da poco più di un mese segretario di quell’organismo che Papa Francesco vuole più dinamico e flessibile, spiega che l’intenzione è di trasformare il Sinodo in “un vero ed efficace strumento di comunione attraverso il quale si esprima e si realizzi la collegialità auspicata dal Concilio”.
Al centro dell’incontro, l’illustrazione del questionario inviato alle chiese particolari chiamate a far sentire la propria voce entro fine gennaio, in modo da poter definire l’instrumentum laboris in vista dell’appuntamento di ottobre. Trentanove domande che indicano quanto “urgente e necessaria” sia l’attenzione dell’episcopato mondiale alle “problematiche inedite fino a pochi anni fa” che riguardano la famiglia. Nel documento preparatorio si cita la diffusione delle coppie di fatto, che “non accedono al matrimonio e a volte ne escludono l’idea”, alle unioni fra persone dello stesso sesso, “cui non di rado è consentita l’adozione di figli”. Ed è su queste sfide che viene chiesto alla chiesa universale di far sentire la propria voce.
Le domande sono specifiche e dettagliate. A proposito delle unioni di fatto senza riconoscimento né religioso né civile, il Relatore generale del Sinodo, il cardinale ungherese Péter Erdö , ha sottolineato che “questo è uno dei problemi più importanti in molti paesi”, e viene chiesto alle diocesi di chiarire se ci siano iniziative pastorali riguardo alle persone che vivono in situazioni matrimoniali difficili. Il documento, poi, tocca il tema dell’apertura “degli sposi alla vita”, indagando come e se questi si rapportino alla dottrina dell’Humanae Vitae. Nulla viene tralasciato od omesso, neppure i problemi derivanti dalle unioni tra persone dello stesso sesso: “Quale attenzione pastorale è possibile avere nei confronti delle persone che hanno scelto di vivere secondo questo tipo di unioni? Nel caso di unioni di persone dello stesso sesso che abbiano adottato bambini, come comportarsi pastoralmente in vista della trasmissione della fede?”.
Sono solo due dei quesiti posti dalla Segreteria generale del Sinodo alla realtà delle parrocchie e dei decanati sparsi nel mondo. L’insistenza, ha detto monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto e segretario speciale della Terza assemblea del Sinodo, “è sulla misericordia divina e la tenerezza nei confronti delle persone ferite, nelle periferie geografiche ed esistenziali”. Diventa “vitale”, ha aggiunto, “coniugare l’impegno quotidiano in famiglia a condizioni che la sostengano tanto nell’ambito della società civile, quanto nella comunità ecclesiale, motivando concretamente la bellezza e la fecondità della fede nella sacramentalità del matrimonio e nel potere terapeutico della penitenza sacramentale”. A ogni modo, ha voluto chiarire il cardinale Erdo, “nessuno vuole riaprire il dibattito sul cambiamento della dottrina cattolica”, anche perché, come ha spiegato, “la base del Sinodo deve essere la dottrina del Magistero della chiesa”.


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