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Passeggiate romane
Ecco le mosse di Renzi per evitare la scissione del Pd
Ormai anche i bersaniani si sono arresi all’evidenza: Matteo Renzi sarà il segretario del Partito democratico. C’è poco da fare, ormai. E poco da dire. Nico Stumpo e Davide Zoggia riusciranno tutt’al più a piazzare un bel po’ di segretari provinciali che poi voteranno per Gianni Cuperlo al Congresso. Ma è una magra consolazione e conta poco. Bastino due esempi. A Firenze gli uomini di Renzi voteranno per un segretario cuperliano. A Roma il candidato favorito alla segreteria provinciale è Lionello Cosentino, il quale ha già annunciato che lui voterà per Gianni Cuperlo.
Dietro al carro del vincitore. Ormai anche i bersaniani si sono arresi all’evidenza: Matteo Renzi sarà il segretario del Partito democratico. C’è poco da fare, ormai. E poco da dire. Nico Stumpo e Davide Zoggia riusciranno tutt’al più a piazzare un bel po’ di segretari provinciali che poi voteranno per Gianni Cuperlo al Congresso. Ma è una magra consolazione e conta poco. Bastino due esempi. A Firenze gli uomini di Renzi voteranno per un segretario cuperliano. A Roma il candidato favorito alla segreteria provinciale è Lionello Cosentino, il quale ha già annunciato che lui voterà per Gianni Cuperlo. Solo che Cosentino non risponde certo a Cuperlo, bensì a Goffredo Bettini che è il suo grande sponsor, nonché l’inventore della sua candidatura ideata apposta per evitare che Ignazio Marino, lasciato solo, combini ulteriori pasticci a Roma.
I veri rottamati. Che la situazione sia cambiata, da quando la vittoria di Renzi é data ormai per scontata, lo si arguisce anche dal nervosismo che regna in casa bersaniana. Ormai lì alcuni che prima venivano ritenuti fedelissimi dell’ex segretario del Partito democratico non vengono più ritenuti tali. Un nome per tutti, quello di Miguel Gotor. Coloro su cui non grava la macchia di nessun sospetto sono praticamente quattro. I più noti, almeno, perché poi, ovviamente, ve ne sono anche altri: Nico Stumpo, Davide Zoggia, Stefano Di Traglia, Chiara Geloni. Gli altri sono nel limbo. Altri ancora, soprattutto, quelli più giovani, stanno in punta di piedi, e con un certo stile, onde evitare di fare la figura di quelli che abbandonano la barca, si stanno lentamente riposizionando.
Scissionisti montiani. Il rischio è sempre lì, dietro l’angolo. Nel Partito democratico non lo esclude nessuno. Se, o meglio, quando Matteo Renzi verrà eletto segretario, potrebbero esserci dei movimenti a sinistra. Già, tutti parlano della possibilità di una scissione al centro, dell’eventualità che il gruppo che fa capo a Beppe Fioroni possa uscire dal Pd per unirsi con gli scissionisti montiani e con gli scissionisti del Pdl. Ma in realtà a Largo del Nazareno nessuno crede veramente a una prospettiva di questo tipo. Piuttosto, la preoccupazione è che vi sia una scissione da sinistra, da parte di una fetta consistente degli ex Ds, che non reggerebbero all’idea di vedere il partito conteso tra un ex margheritino come Matteo Renzi e un ex democristiano come Enrico Letta. Una scissione che, ovviamente, presupporrebbe l’idea di allearsi poi, alle elezioni, con il Pd, grazie a una legge che sia un sistema proporzionale di coalizione. Esattamente ciò che Renzi, non certo a caso, non vuole. Perché al sindaco di Firenze di guidare un partito svuotato non interessa, per lui il faro rimane lo stesso che fu di Walter Veltroni, il Pd a vocazione maggioritaria. Ovvero una forza politica con un vasto consenso in grado di attrarre attorno a sé dei partiti più piccoli ma di condurre sempre lei i giochi.
Larghe intese con Epifani. Comunque, il pericolo che con l’arrivo di Renzi il Pd possa perdere dei voti a sinistra è ben presente a tutti. Ne accennava qualche tempo fa anche lo stesso Guglielmo Epifani, chiedendosi se fossero più i voti nuovi che senz’altro Renzi avrebbe portato al Partito democratico di quelli di sinistra che rischiava di perdere. Epifani, però, sembra aver risolto quell’enigma, perché in questa fase, pur in quel ruolo di mediatore imparziale che si è dato, sempre più spesso si trova in sintonia su diversi argomenti con il sindaco di Firenze.


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