
Allontana Italia
Il governo ha appena varato un ponderoso piano “di semplificazione” in 50 punti intitolato Destinazione Italia. Obiettivo: attirare capitali stranieri. Il presidente del Consiglio è andato a illustrarlo a Wall Street suonando l’opening bell. Oggi, tornato a Roma, si trova a presiedere un Consiglio dei ministri con all’ordine del giorno la difesa dell’italianità di Telecom e di Alitalia. Oltre all’eventuale commissariamento del gruppo siderurgico dei Riva, cioè le attività extra Ilva, richiesto dai sindacati dopo il sequestro della magistratura e il blocco delle attività e perdita di ordini internazionali.
Il governo ha appena varato un ponderoso piano “di semplificazione” in 50 punti intitolato Destinazione Italia. Obiettivo: attirare capitali stranieri. Il presidente del Consiglio è andato a illustrarlo a Wall Street suonando l’opening bell. Oggi, tornato a Roma, si trova a presiedere un Consiglio dei ministri con all’ordine del giorno la difesa dell’italianità di Telecom e di Alitalia. Oltre all’eventuale commissariamento del gruppo siderurgico dei Riva, cioè le attività extra Ilva, richiesto dai sindacati dopo il sequestro della magistratura e il blocco delle attività e perdita di ordini internazionali. Tutto sta avvenendo fuori tempo massimo, e probabilmente fuori anche dalle regole europee, oltre che dalle elementari leggi di mercato. Per blindare Telecom, o almeno la sua rete improvvisamente scoperta come strategica, si vuole reintrodurre la golden share, cioè il diritto di veto del Tesoro.
Esisteva, finché l’esecutivo ulivista del tempo non vi rinunciò nell’Opa di Roberto Colaninno: allora si obiettarono appunto possibili censure europee. Le stesse che, come è ora stato rivelato, portarono un anno fa a uno scontro nel governo Monti tra i ministri Corrado Passera (favorevole alla golden share) e Vittorio Grilli ed Enzo Moavero (contrari). Non solo. Lo stato nuovamente azionista farebbe crollare il già esiguo valore di Borsa di Telecom, il cui 72,5 per cento è in mano al mercato. Qualcuno se ne è dimenticato? Quanto all’Alitalia, il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato intima “stop ai francesi” (diversamente dal collega Maurizio Lupi, ieri a Parigi), cerca altri partner e nel frattempo invoca una soluzione ponte “coinvolgendo le banche”. Queste, già alle prese con problemi di patrimonializzazione, si sono appena rimesse a fare il loro lavoro: cioè quello di erogare credito, non di improvvisarsi azioniste di aziende più o meno in crisi. I partner stranieri – Air France-Klm per Alitalia, Telefonica per Telecom – ovviamente scapperebbero a gambe levate. E soprattutto nel primo caso, visto che non c’è più un euro in cassa, sarebbe lo stato a pagare il conto finale. Attraverso l’immancabile Cassa depositi e prestiti: l’Iri 2.0. Destinazione Italia? Non si direbbe.


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