Passeggiate romane

Ecco come è nata nel Pd la rottura tra Renzi e Letta

Redazione

Raccontano  che alla fine anche Guglielmo Epifani si sia stufato della continua guerriglia bersaniana combattuta per impedire a Matteo Renzi di assumere la guida del Partito democratico. Dicono che il segretario del Pd, che non si è mai sognato di candidarsi a quel posto, nonostante il suo predecessore  abbia provato in tutti i modi a fargli cambiare idea, si sia convinto che il partito abbia “bisogno” di un “leader” altrimenti “non se ne esce”. Già, Epifani è seriamente preoccupato dell’andazzo che hanno preso le cose.

    Epifani e la responsabilità. Raccontano  che alla fine anche Guglielmo Epifani si sia stufato della continua guerriglia bersaniana combattuta per impedire a Matteo Renzi di assumere la guida del Partito democratico. Dicono che il segretario del Pd, che non si è mai sognato di candidarsi a quel posto, nonostante il suo predecessore  abbia provato in tutti i modi a fargli cambiare idea, si sia convinto che il partito abbia “bisogno” di un “leader” altrimenti “non se ne esce”. Già, Epifani è seriamente preoccupato dell’andazzo che hanno preso le cose. Il ragionamento che va facendo sempre più spesso negli ultimi giorni, tentando di convincere i bersaniani a sotterrare l’ascia di guerra, è questo: “Stiamo attenti perché qui tra il governo sottoposto alle continue scorribande di Silvio Berlusconi e le nostre guerre interne, il partito, più che logorarsi, rischia di esplodere. Ci vuole da parte di tutti un sussulto di responsabilità”.

    Farlo inciampare. Ciò non significa, naturalmente, che Guglielmo Epifani parteggi per Matteo Renzi. Anzi. Il sindaco di Firenze continua a essere lontano migliaia di anni luce dal suo modo di vedere e di pensare, però il segretario si è convinto che sia necessaria una mediazione e non il muro contro muro o le continue trappole messe sul percorso di Renzi nella speranza di farlo inciampare e di fargli rinunciare alla corsa per la segreteria.

    I voti della sinistra. Del resto, quello che pensa del sindaco di Firenze, il segretario del Partito democratico non lo ha mai nascosto, almeno ai dirigenti del Pd. Guglielmo Epifani, infatti, è preoccupato dell’effetto che potrebbe avere l’elezione di Matteo Renzi alla segreteria presso un certo elettorato del partito: “C’è il rischio concreto – è solito ripetere l’ex leader della Cgil – che a sinistra si perdano non pochi voti”.

    Guerra fratricida. Il sindaco, intanto, tira dritto per la sua strada. E’ convinto che quello che è successo venerdì e sabato scorsi all’Assemblea nazionale del Pd tiri acqua al suo mulino, perché dimostra ancora una volta come sia necessario “rivoltare come un calzino il Partito democratico”. Perciò, tutto sommato, non è neanche troppo arrabbiato con Pier Luigi Bersani, che gli sembra semplicemente patetico nel suo tentativo di sbarrargli la strada a tutti i costi. Piuttosto a innervosirlo è il comportamento di Enrico Letta. All’inizio, infatti, il sindaco di Firenze era veramente convinto che Letta gli avesse detto la verità quando gli aveva spiegato di non avere l’ambizione di farsi un altro giro a Palazzo Chigi. Dopo aver visto il comportamento dei suoi uomini, però, Renzi ha cambiato idea, e adesso è sicuro che il presidente del Consiglio, nonostante dica di non interessarsi alle beghe interne al partito, farà di tutto per assecondare il tentativo di chi non lo vuole alla segreteria del Pd.