
La giustizia italiana vista dagli altri
Coloro che sostengono che le critiche al sistema giudiziario italiano, e le conseguenti proposte di riforme radicali, nascono soltanto dalle vicende di Silvio Berlusconi (le quali sono evidenti prove dello strapotere giudiziario contrapposto alle istituzioni della democrazia, ma come tali non vengono prese in considerazione dall'ampia area di opinione contraria al centrodestra e al suo leader) dovrebbero prendere nota del modo in cui viene giudicata all'estero l'intraprendenza giudiziaria italiana anche in altri campi. L'attacco della magistratura all'Ilva, che va ben al di là del perseguimento di eventuali reati, ma è diventata una vera e propria prova di forza, è giudicato assai severamente anche all'estero.
Coloro che sostengono che le critiche al sistema giudiziario italiano, e le conseguenti proposte di riforme radicali, nascono soltanto dalle vicende di Silvio Berlusconi (le quali sono evidenti prove dello strapotere giudiziario contrapposto alle istituzioni della democrazia, ma come tali non vengono prese in considerazione dall’ampia area di opinione contraria al centrodestra e al suo leader) dovrebbero prendere nota del modo in cui viene giudicata all’estero l’intraprendenza giudiziaria italiana anche in altri campi. L’attacco della magistratura all’Ilva, che va ben al di là del perseguimento di eventuali reati, ma è diventata una vera e propria prova di forza, è giudicato assai severamente anche all’estero. Il Financial Times parla di una volontà della magistratura di distruggere il gruppo Riva, il francese Echos di un “braccio di ferro” tra la magistratura e l’azienda e anche di una volontà di rendere nulle e inefficaci le misure legislative via via adottate dai governi, con l’approvazione parlamentare, per consentire la prosecuzione dell’attività della quarta acciaieria d’Europa. Anche un caso del tutto diverso, quello che riguarda l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, suscita commenti assai aspri. L’americana Amanda Knox, prima assolta e ora nuovamente accusata di assassinio, si trova in una situazione giuridica – essere processata per la seconda volta per lo stesso reato su cui era stata giudicata innocente – che sarebbe impossibile nei sistemi giuridici anglosassoni. La ragazza ha (ragionevolmente) spiegato che non ritornerà in Italia per farsi ri-giudicare perché nelle aule dei tribunali italiani si guarda più all’aspetto e all’abbigliamento degli imputati che non alle prove.
Si potrebbero aggiungere molti altri casi in cui la giustizia penale italiana viene giudicata all’estero come un garbuglio inestricabile di interessi spesso occulti in cui emerge sempre più spesso una ingiustificata arbitrarietà e una volontà di affermazione del proprio potere da parte della magistratura. Se poi si considera la giustizia civile, l’opinione unanime è che la sua incapacità, per lentezza e per inefficienza, di garantire i diritti in tempi ragionevoli è una delle cause principali della scarsa propensione a investire in Italia, aggravante strutturale della crisi economica e sociale. Riformare la giustizia non è una fissazione di pochi: è tutto il mondo civile che ce lo chiede.


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