Edulcorare Ratisbona

Redazione

Sette anni fa Papa Benedetto XVI tenne il suo più strategico e ambizioso discorso. A Ratisbona si aprì una grande partita. Il 12 settembre 2006 fu la risposta teologica di Ratzinger agli attacchi dell’11 settembre. Benedetto picchiò duro contro il nichilismo islamico, spiegando al mondo la differenza fra il monolitismo maomettano e il monoteismo giudeo-cristiano. Per un attimo sembrò che il dialogo tra l’umanesimo occidentale e l’islam non si sarebbe più svolto nella pomposità dello sfoggio multiculturale. Una pia illusione travolta da sgozzamenti e marce indietro della gerarchia ecclesiastica.

    Sette anni fa Papa Benedetto XVI tenne il suo più strategico e ambizioso discorso. A Ratisbona si aprì una grande partita. Il 12 settembre 2006 fu la risposta teologica di Ratzinger agli attacchi dell’11 settembre. Benedetto picchiò duro contro il nichilismo islamico, spiegando al mondo la differenza fra il monolitismo maomettano e il monoteismo giudeo-cristiano. Per un attimo sembrò che il dialogo tra l’umanesimo occidentale e l’islam non si sarebbe più svolto nella pomposità dello sfoggio multiculturale. Una pia illusione travolta da sgozzamenti e marce indietro della gerarchia ecclesiastica. Dopo quel discorso la chiesa cattolica ha smesso di parlare di islam e non è stata all’altezza di quel messaggio audace. L’attuale pacifismo radicale di Papa Francesco ha un tratto nobile, giusto, ma sembra che alla sfida di Ratisbona sia succeduta soltanto una serie di irenismi e infingimenti apologetici.

    Da allora regnano stordimento e autocensura. Il fallimento delle “primavere arabe”, con la persecuzione dei cristiani che parlano aramaico in terra d’islam, avrebbe dovuto scuotere la mite e storica cautela della chiesa, che spesso si mangia la verità delle cose. L’edulcorazione e la minimizzazione sull’islam politico fanno il gioco di questi regimi arabi laicisti contro cui si sono sollevate intere masse islamiche e che si ergono a soli baluardi contro il fondamentalismo wahabita. Anche la celebre strategia del silenzio – tacere sull’islam per non mettere a rischio i cristiani – ha fallito. Così la tanto decantata eterogeneità mediorientale si sta riducendo alla monotonia di un’unica religione, l’islam, e a una manciata di idiomi. Ci perdiamo tutti. Cristiani e musulmani.