Devious Maids. Domestiche disperate a Beverly Hills

Federico Tarquini

Il tre ottobre del 2004 un evento cambiò per sempre la storia recente della televisione. In quel lontano autunno di quasi dieci anni fa si svelò ai nostri occhi Desperate Housewives, probabilmente una delle serie più significative mai viste in tv. Forse in pochi se lo aspettavano, ma quel primo episodio andato in onda sul canale satellitare ABC fu solo l’alba di otto stagioni memorabili. La raffinatezza narrativa di questo serial, così ricco di citazioni e rimandi al grande immaginario del cinema e della televisione americana, fece delle casalinghe disperate una potente metafora dei costumi americani correnti.

    Il tre ottobre del 2004 un evento cambiò per sempre la storia recente della televisione. In quel lontano autunno di quasi dieci anni fa si svelò ai nostri occhi Desperate Housewives, probabilmente una delle serie più significative mai viste in tv. Forse in pochi se lo aspettavano, ma quel primo episodio andato in onda sul canale satellitare ABC fu solo l’alba di otto stagioni memorabili. La raffinatezza narrativa di questo serial, così ricco di citazioni e rimandi al grande immaginario del cinema e della televisione americana, fece delle casalinghe disperate una potente metafora dei costumi americani correnti. Dopo Desperate Housewives persino l’uso comune di molte lingue, tra cui la nostra, non fu più lo stesso. Da quel momento il solo pronunciare la parola “casalinga”, non poteva che rinviare immediatamente alle immagini e alle storie di questa fortunata serie tv.

    Lo scorso giugno sul canale Lifetime è andata in onda Devious Maids, la serie che forse più di altre ha voluto raccogliere la pesante eredità delle casalinghe disperate. Ideato dallo stesso autore di Desperate Housewives, Marc Cherry, e prodotto da Eva Longoria, questo serial presenta al proprio pubblico gran parte degli elementi che caratterizzarono i segreti di Wisteria Lane: cinque protagoniste femminili, un omicidio e un contesto molto ristretto in cui si svolgono gli eventi. La novità, non da poco, che ci propone Devious Maids è rappresentata dalla cultura di provenienza e dal ruolo sociale delle protagoniste. Il mondo raccontato da questa serie è, infatti, quello delle domestiche latinas in servizio nelle lussuose ville di Beverly Hills.
    Ai delitti, agli inganni, alle storie d’amore e ai sogni di cinque donne, che già scandirono le otto stagioni delle casalinghe disperate, si aggiunge così la complessità del rapporto umano e professionale tra domestiche immigrate e i super ricchi delle famose colline di Los Angeles.

    Paragonare questa serie a Desperate Houswives, nonostante le numerose ragioni che ci spingono a farlo, è forse un esercizio troppo ingeneroso. La prima stagione di Devious Maids sin qui andata in onda, seppur appassionante, non sembra poter raggiungere i livelli toccati da Bree e le sue amiche. Probabilmente la traccia generale su cui si sviluppa tutta la serie, ovvero l’incontro-scontro tra ricchi signori di Beverly Hills e modeste domestiche ispaniche, finisce per ingabbiare l’incedere del racconto. Così le stravaganze, a volte criminali, dei ricconi californiani non fanno altro che rispondere ai tradizionali clichés riferibili a tale genere di personaggi. Al tempo stesso, la volubilità che caratterizza le giovani e belle domestiche, non ci sembra di certo un fatto inedito nella storia dell’audiovisivo.
    Se invece siamo più buoni e accostiamo Devious Maids alle tante soap operas prodotte per il piccolo schermo, ci possiamo rendere conto della sua bellezza e del suo innegabile tentativo d’innovazione. In Devious Maids, che molto deve anche a questo genere televisivo, non ci sono protagoniste femminili che tornano dall’aldilà, né padri, figli e fratelli che sposano, ripetutamente, la stessa donna. Il grande merito di Devious Maids sta proprio nel tentativo di rigenerare lo stile soap, specialmente quello centro e sud americano, adattandolo a quello delle serie tv di maggior successo. Strategia che grossomodo corrisponde al rendere più complessa e sfumata l’opposizione tra bene e male nel racconto proposto.
    Dopo The Help al cinema e Devious Maids in tv, la figura della domestica è diventata una nuova protagonista dell’immaginario. Noi in Italia siamo ancora alla “brava Giovanna” di un noto spot di vernici antiruggine.