Le mani della cancelliera

Redazione

Il futuro della Germania è in buone mani”, recita la scritta sul gigantesco manifesto affisso di fronte alla stazione centrale di Berlino. I pollici e gli indici uniti a rombo. Non serve la didascalia: sono mani note, viste al Bundestag, durante i consessi internazionali, nelle conferenze stampa in chiusura a vertici europei concitati. Non solo i tedeschi, ma anche la stragrande maggioranza degli europei, va a colpo sicuro: sono le mani di Angela Merkel. In formato extra-large, un formato che normalmente non è ammesso: la Coca-Cola fu costretta a ridurre un suo manifesto, perché troppo grande.

    "Il futuro della Germania è in buone mani”, recita la scritta sul gigantesco manifesto affisso di fronte alla stazione centrale di Berlino. I pollici e gli indici uniti a rombo. Non serve la didascalia: sono mani note, viste al Bundestag, durante i consessi internazionali, nelle conferenze stampa in chiusura a vertici europei concitati. Non solo i tedeschi, ma anche la stragrande maggioranza degli europei, va a colpo sicuro: sono le mani di Angela Merkel. In formato extra-large, un formato che normalmente non è ammesso: la Coca-Cola fu costretta a ridurre un suo manifesto, perché troppo grande. Ma in campagna elettorale sono ammesse eccezioni. Come osserva il politologo Oskar Niedermayer, l’insieme di immagine e dimensioni fa arrivare il messaggio senza nemmeno dover leggere lo slogan: “Eccovi la madre della nazione, che prende la Germania per mano e la traghetta fuori dalla crisi”. Del volto della cancelliera non c’è poi così bisogno, grazie anche al genio degli strateghi della campagna elettorale socialdemocratica: come soggetto delle prime tornate di manifesti, l’Spd aveva infatti scelto Merkel e i suoi ministri, corredandoli di differenti commenti sarcastici sul governo in carica. Così lo sfidante Peer Steinbrück scompariva dall’orizzonte visivo degli elettori. Meglio scomparire che praticare “un mostruoso culto della persona”, dicono oggi i vertici dell’Spd di Berlino a proposito delle mani.

    Il giudizio non è obiettivo, ma non del tutto sbagliato. Secondo i sondaggi Merkel non deve temere nulla; come risulta da un’inchiesta condotta dalla Zeit e pubblicata oggi, la cancelliera ha conquistato anche uomini di cultura, considerati più pro Spd, come Wolf Biermann, il cantautore espulso a suo tempo dalla Ddr (che un po’ le rovina la soddisfazione, visto che argomenta così la sua scelta: “Parafrasando Brecht, si potrebbe dire che Merkel fa le cose semplici che sono difficili da farsi”, cioè attinge alla “Lode al comunismo” del drammaturgo). Ma c’è ancora chi ricorda a Merkel che alle due elezioni che ha già disputato il risultato elettorale è sempre stato molto al di sotto dei sondaggi e delle aspettative – se solo ci fosse qualcuno dell’Spd disposto a credere nella rimonta.