Nella Grecia in crisi anche Topolino fa le valigie e dice addio all'edicola

Redazione

Su una cosa sono tutti d’accordo: è colpa di Rockerduck, il miliardario taccagno rivale di zio Paperone. E’ stato lui, sotto le spoglie della Banca centrale europea, del Fondo monetario internazionale e dell’Unione europea – per restare nel settore banchieri rappresentati oggi in Grecia dall’odiata Troika che impone tagli e sacrifici – a decidere del destino di Topolino, Minnie, Paperino e Qui Quo Qua in terra ellenica. Il ferale annuncio è stato dato il 31 agosto scorso dall’attuale editore di Mickey Mouse (il nome americano del topolino più amato dai bambini di ogni età) sulla sua pagina di Facebook: “La chiusura del nostro settore riviste, fra cui l’edizione di Topolino nei suoi vari formati, non è stata improvvisa o superficiale".

di Gilda Lyghounis

    Atene. Su una cosa sono tutti d’accordo: è colpa di Rockerduck, il miliardario taccagno rivale di zio Paperone. E’ stato lui, sotto le spoglie della Banca centrale europea, del Fondo monetario internazionale e dell’Unione europea – per restare nel settore banchieri rappresentati oggi in Grecia dall’odiata Troika che impone tagli e sacrifici – a decidere del destino di Topolino, Minnie, Paperino e Qui Quo Qua in terra ellenica. Il ferale annuncio è stato dato il 31 agosto scorso dall’attuale editore di Mickey Mouse (il nome americano del topolino più amato dai bambini di ogni età) sulla sua pagina di Facebook: “La chiusura del nostro settore riviste, fra cui l’edizione di Topolino nei suoi vari formati, non è stata improvvisa o superficiale. Dall’inizio dell’anno abbiamo cercato in ogni modo una soluzione. E’ doloroso lasciare un lavoro che dura da 47 anni…”.

    Così i bambini greci – già provati dalla crisi, visto che le mense scolastiche sono costrette a distribuire sempre più pasti gratis agli allievi le cui famiglie non arrivano a fine mese – sono ora costretti a rinunciare anche ai sogni. Vi immaginate un’infanzia senza le angherie e i viaggi spericolati imposti da zio Paperone ai nipoti? Senza le torte di Nonna Papera? Senza le invenzioni di Archimede Pitagorico? Eppure sarà così: da questa settimana non si troverà più nelle edicole l’edizione greca del fumetto più agognato dai piccoli. Un fumetto che, secondo l’annuncio dell’editore Terzopulos su Facebook, circolava in Grecia dal 1966: per un totale di oltre 2.400 uscite.

    “Per l’esattezza Topolino si vendeva, già allora tradotto in greco, dal 1954 e lo pubblicavamo noi: mio zio Mihalis era volato in America a conoscere Walt Disney e a comprare i diritti d’autore di questi personaggi che Oltreoceano già sbancavano il mercato dell’infanzia – racconta al Foglio l’editore Vassilis Pehlivanides, a capo dell’omonima casa editrice – Non solo: mio padre Kostas insieme ai suoi fratelli Mihalis e Ghiorgos, soci fondatori, avevano in quell’occasione comprato dalla Warner Bros e dalla Metro Goldwin Mayer anche i diritti d’autore di popolarissimi personaggi dei fumetti come Silvestro e Bugs Bunny. Ma pure in Grecia, a calamitare l’amore dei piccoli lettori era in testa a tutti Mickey Mouse. Solo nel 1966, con la morte di Walt Disney, gli eredi avevano avanzato richieste che noi non abbiamo voluto esaudire: ormai ci eravamo specializzati nei libri scolastici e soprattutto nella collana dei ‘Classici Illustrati’, raffinatissimi come le attuali graphic novel: dall’Odissea a Robinson Crusoe, dagli episodi della storia greca antica a quella della lotta per l’indipendenza contro i turchi. Così abbiamo ceduto Topolino alle edizioni Terzopulos nel 1966”. Sì, ma cosa c’è dietro la decisione di non pubblicare più oggi Paperino e compagni in terra greca? “Solo il calo delle vendite, purtroppo – continua Pehlivanides – Le famiglie si ritrovano a dovere fare economia anche davanti ai loro figli che chiedono un fumetto da un euro e mezzo il venerdì. Non ci sono stati negli ultimi dieci anni aumenti nei costi della produzione come ad esempio quello della carta. Pure la nostra casa editrice è in difficoltà, abbiamo dovuto chiudere la grande tipografia che produceva i ‘Classici illustrati’ della letteratura. Ma abbiamo uno stock nei magazzini talmente grande che continuiamo a vendere attingendo lì e finora, grazie al cielo, resistiamo pur con un calo del 10 per cento delle vendite”. Non è stato così per Topolino delle edizioni Terzopulos, per la cui chiusura i commenti sul Web non si contano: “Addio Paperi, addio Grecia”.

    E dire che all’inizio dell’estate ha attraccato al porto del Pireo, per la prima volta, la grande nave da crociera della Disney Cruise Lines con 2.800 passeggeri e che a maggio il parco a tema Disneyland in California ha dedicato un week end alla Grecia, con Topolino e banda vestiti con pepli e corone di ulivo: ricordate la Paperodissea? Ma il grande addio causa crisi l’hanno dovuto pronunciare anche le grandi librerie ateniesi come “Estia” in via Stadiu, o case editrici come “Kastaniotis”, che hanno già chiuso i battenti; ora persino l’ultima delle librerie storiche del centro di Atene – Eleftherudakis – ha ristretto i propri spazi: “Avevano un enorme edificio nella centralissima via Panepistimiu, ora si limitano a vendere libri in un negozio al piano terra della stessa costruzione – dice con amarezza Pehlivanides – Chi deve acquistare un libro in Grecia fa più fatica, in tutti i sensi”. Non resta che sperare in un utopistico moto di generosità dell’avaro Rockerduck, nato dalla penna di Carl Barks nel 1961, come sperano molti blogger. Uno per tutti: “Piange dentro di me il bambino che sono stato. Addio Topolino, Pluto, Minnie e Paperina. Aspettiamo tutti che Rockerduck abbia un moto di orgoglio ellenico, apra il suo deposito di dollari e vi riporti da noi”.

    di Gilda Lyghounis