Broadchurch. Non un semplice murder mystery

Federico Tarquini

Ebbene sì, ci siamo ricascati, parleremo nuovamente di una serie tv inglese. Dopo Utopia, consigliata due settimane fa, la serie da segnare nelle vostre agende è Broadchurch, un murder mystery che più british non si può. L’argomento “serie inglesi” ormai è divenuto un vezzo irresistibile. I più smaliziati sanno perfettamente come esibirlo in conversazioni informali sulla tv tipo: “si va bene Mad Men, bellissima, ma le serie tv inglesi sono dei gioiellini. Io le guardo tutte, non ne perdo una, neanche Doctor Who”.

    Ebbene sì, ci siamo ricascati, parleremo nuovamente di una serie tv inglese. Dopo Utopia, consigliata due settimane fa, la serie da segnare nelle vostre agende è Broadchurch, un murder mystery che più british non si può. L’argomento “serie inglesi” ormai è divenuto un vezzo irresistibile. I più smaliziati sanno perfettamente come esibirlo in conversazioni informali sulla tv tipo: “si va bene Mad Men, bellissima, ma le serie tv inglesi sono dei gioiellini. Io le guardo tutte, non ne perdo una, neanche Doctor Who”.

    Al di là delle facili ironie, i prodotti made in UK sono veramente ben fatti, e Broadchurch ne è un chiaro esempio. Ottima la regia, pulita e con soluzioni tecniche degne del cinema, vedi l’uso sapiente del piano sequenza. Molto interessanti anche l’ambientazione e l’idea generale, che si misurano in maniera non banale con un tema molto difficile da trattare: l’uccisione di un bambino di undici anni. Questo doloroso e tremendo omicidio, che immediatamente apre orribili ipotesi sulla sua natura, è l’incipit da cui si sviluppa la serie. Da qui gli autori costruiscono una fitta trama di sospetti e colpi di  scena che sconvolgono la comunità di un piccolo paese sulla costa inglese. In un contesto dove tutti si conoscono un evento del genere rende ogni abitante, persino il vicino o addirittura un componente della propria famiglia, il potenziale assassino del piccolo Danny Latimer. Gli elementi che generalmente rendono pacifico e felice un piccolo centro, ossia la prossimità e la reciproca conoscenza dei suoi abitanti, sono così capovolti, divenendo fattori di tensione. Tutto ciò dona complessità e respiro alla serie. Diversi sottotemi s’intrecciano con discreta disinvoltura al tema centrale dell’omicidio, rendendo Broadchurch non un semplice murder mystery, bensì una rappresentazione dei peggiori istinti e peccati di una piccola comunità. D’altronde, come insegna da anni L'ispettore Barnaby, in ogni paesino inglese delitti, segreti e tradimenti prima o poi vengono a galla. 
    A tentare di risolvere il caso non può che esserci un detective dal passato burrascoso, burbero e misantropo, ma dalla fede incrollabile nel proprio operato e nella giustizia. Alec Hardy, interpretato da David Tennant, è la star indiscussa della serie, come dimostrano lo stuolo di fans che parlano di lui sui social networks. Ciò può apparire bizzarro perché, seppur ottimo nell’interpretazione del protagonista di Broadchurch, Tennant ha un viso che sembra un incrocio tra quello di Mr Bean e quello dell’inossidabile ala dello United Ryan Giggs. Insomma, un modello di bellezza non proprio affine ai Georg Clooney, Brad Pitt e compagnia.

    Il grande successo che sta raccogliendo questa serie, ancora inedita in Italia, è probabilmente dipendente dall’intreccio di temi che qui stiamo brevemente introducendo. La miseria umana che un delitto così efferato fa emergere in un piccolo centro sembra essere divenuto un topos dell’immaginario televisivo contemporaneo. Sarebbe interessante a tal proposito poter chiedere agli autori se si sono direttamente ispirati a qualche fatto di cronaca simile a quello narrato in Broadchurch. Il comportamento della famiglia della vittima, il ruolo dei media, i processi sommari messi in atto dall’opinione pubblica, tutto in questa serie sembra rappresentare quelle storie ormai saldamente presenti nelle prime pagine dei notiziari, in Italia più che mai. Insomma ancora una volta il confine tra realtà e rappresentazione nelle serie tv si fa sfumato e incerto. Un motivo in più per non smettere di guardarle.