
Francesco nel residence scrive l'enciclica sui poveri. Intanto a Castello…
Scrive, Papa Francesco, nel fresco della suite numero 201 di Santa Marta. Niente vacanze, neppure un breve periodo di riposo a Castel Gandolfo. Solo qualche sporadica visita nella cittadina adagiata sul lago Albano, per una messa o un Angelus, ma niente di più. A Les Combes, in Val d’Aosta, nella casa che a suo tempo ospitò Giovanni Paolo II e Benedetto XVI ci è andato per soli nove giorni il segretario di stato, Tarcisio Bertone. “Ho lavoro da sbrigare”, confidava a monsignori e ospiti che gli chiedevano perché non si prendesse qualche giorno per fuggire dalla calura romana. La prima enciclica, la Lumen fidei scritta a quattro mani con il predecessore, è stata pubblicata poco più di un mese fa.
Scrive, Papa Francesco, nel fresco della suite numero 201 di Santa Marta. Niente vacanze, neppure un breve periodo di riposo a Castel Gandolfo. Solo qualche sporadica visita nella cittadina adagiata sul lago Albano, per una messa o un Angelus, ma niente di più. A Les Combes, in Val d’Aosta, nella casa che a suo tempo ospitò Giovanni Paolo II e Benedetto XVI ci è andato per soli nove giorni il segretario di stato, Tarcisio Bertone. “Ho lavoro da sbrigare”, confidava a monsignori e ospiti che gli chiedevano perché non si prendesse qualche giorno per fuggire dalla calura romana. La prima enciclica, la Lumen fidei scritta a quattro mani con il predecessore, è stata pubblicata poco più di un mese fa. Eppure, stando a quanto riporta il Catholic News Service, Francesco sarebbe già a buon punto con le bozze del testo sulla povertà destinato a essere reso noto con ogni probabilità nel 2014. Confermate quindi le parole del vescovo di Molfetta, Luigi Martella, che dopo la visita ad limina in Vaticano e l’udienza con il Papa dello scorso maggio disse che oltre all’enciclica sulla fede, il gesuita argentino stava già pensando a una lettera pastorale intitolata “Beati pauperes”. Incipit che sa tanto di programma di governo, come hanno dimostrato questi primi mesi di pontificato.
Sul tavolo da lavoro del Papa c’è però anche l’esortazione sull’evangelizzazione, attesa entro novembre, in concomitanza con la conclusione dell’Anno della fede. E’ stato Francesco in persona a dirlo, il 13 giugno scorso, incontrando i membri della segreteria del Sinodo: “Ho pensato di scrivere un’esortazione sull’evangelizzazione che riprenda questo tema più alla larga, dell’evangelizzazione in genere. Ho scritto qualcosa, ad agosto la casa sarà tranquilla e potrò fare qualcosa e andare un po’ avanti”. A essere riprese dal Papa saranno le conclusioni del Sinodo sulla “nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana” che si è tenuto in Vaticano lo scorso autunno.
Erano anni che la villa a “Castello” non rimaneva vuota. Benedetto XVI ci è andato domenica scorsa, per poche ore. Giusto il tempo di fare una lunga passeggiata nei giardini in compagnia delle quattro fidate memores che lo hanno seguito nell’ex monastero Mater Ecclesiae, di recitare il rosario e di assistere in serata a un concerto per pianoforte.
Sul lago Albano, però, si ritroveranno tra qualche giorno i suoi studenti. Come ogni anno, nonostante il loro professore abbia scelto una vita di preghiera e di studio nel silenzio dei Giardini vaticani, il Ratzinger Schülerkreis aprirà i lavori il prossimo 31 agosto. Il tema (deciso da Benedetto XVI) è “la questione di Dio sullo sfondo della secolarizzazione”. Si discuterà sui testi di Rémi Brague, lo studioso francese già professore di Filosofia medievale e araba alla Sorbona e membro dell’Académie catholique de France. Sarà lui, che l’anno scorso vinse il premio Ratzinger per la Teologia, l’ospite d’onore dell’evento di quest’anno. Dodici mesi fa, il tema scelto fu l’ecumenismo, e in particolare il rapporto con il luteranesimo e l’anglicanesimo. Al centro delle discussioni, il libro “Raccogliere i frutti - Fondamenta della fede cristiana nel dialogo ecumenico” del cardinale tedesco (e fine teologo) Walter Kasper, già presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. E futuro grande elettore di Bergoglio.
E’ dal 1977, appena dopo la nomina del professor Ratzinger ad arcivescovo di Monaco e Frisinga, che si tengono annualmente gli incontri del Ratzinger Schülerkreis. Da quando fu eletto Papa, tuttavia, il teologo bavarese si limitava a tenere il discorso conclusivo e a celebrare la messa.
Quest’anno, per la prima volta, il Papa oggi emerito non vi prenderà parte. Benedetto XVI rimarrà in Vaticano, lasciando a coloro che furono suoi studenti discutere e confrontarsi sulle linee proposte da Brague. Lui si limiterà a seguire a distanza, benché – scrive il quotidiano cattolico online Korazym – saluterà i suoi ex allievi in occasione della messa che sarà celebrata con ogni probabilità nella piccola cappella del Mater Ecclesiae.


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