Mafia, assolto il generale Mario Mori

Redazione

Il tribunale di Palermo ha assolto il generale dei carabinieri Mario Mori dall’accusa di favoreggiamento a Cosa Nostra per la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano. Assolto anche il colonnello Mauro Obinu. La formula assolutoria è stata: "perché il fatto non costituisce reato". "Una sentenza coraggiosa che pone fine a cinque anni di massacro mediatico", le prime parole dell'avvocato Milo, legale dei due imputati.

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    Il tribunale di Palermo ha assolto il generale dei carabinieri Mario Mori dall’accusa di favoreggiamento a Cosa Nostra per la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano. Assolto anche il colonnello Mauro Obinu. La formula assolutoria è stata: "perché il fatto non costituisce reato".

    La sentenza è stata pronunciata, dopo circa sette ore e mezza di camera di consiglio, dalla quarta sezione del tribunale presieduta da Mario Fontana, alla presenza dei due ufficiali. L'accusa aveva chiesto 9 anni per l'ex generale del Ros Mori e 6 anni e mezzo per il coimputato.

    Per l'avvocato Basilio Milo, uno dei legali del generale Mori e del colonnelo Obinu questa è una "sentenza che pone fine a cinque anni di massacro mediatico, che rende onore a delle persone per bene che hanno sempre fatto il loro dovere. Una sentenza che fa anche giustizia delle calunnie che gli hanno rivolto. Una sentenza coraggiosa, non perché non vi fossero gli elementi per assolverli, coraggiosa per i condizionamenti costanti che hanno animato questo processo".

    "Noi eravamo convinti di essere nel giusto - ha inoltre aggiunto l'avv. Milo -. C'è stato qualche timore ad un certo punto. Ma i giudici con questa sentenza di assoluzione hanno dimostrato di essere autonomi. Hanno agito con autonomia, leggendo le carte".

    "E' inutile negarlo, siamo tutti amareggiati...", ha commentato il Procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi annunicando l'intenzione di ricorrere in "appello perché non condiviiamo la sentenza; certamente la rispettiamo ma non la condividiamo". Sugli atti trasmessi in procura con le dichiarazioni di Massimo Ciancimino e Michele Riccio, Teresi spiega: "Una decisione di coerenza con il ragionamento che ha fatto il Tribunale, ma sono tutte ipotesi. Il Tribunale evidentemente non ha creduto a quei testi e ritiene che possano essere elementi di valutazione da parte della Procura". "Adesso si tratta di capire i punti di vista di chi, come il tribunale, ha analizzato le carte. In tutti i processi si può vincere e si può perdere ma sono importanti le motivazioni", ha poi concluso.

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