Processo Mediaset, la corsa sospetta della Cassazione

Redazione

E' fissata per il 30 luglio la decisione della Corte di Cassazione sul processo Mediaset. La Suprema Corte è chiamata a decidere se confermare o meno la sentenza con cui la Corte d'appello di Milano, l'8 maggio scorso, ha condannato il leader del Pdl Silvio Berlusconi a 4 anni di reclusione e all'interdizione per 5 anni dai pubblici uffici per il reato di frode fiscale. Oltre al ricorso di Berlusconi, i giudici della Cassazione dovranno esaminare quelli presentati dal produttore cinematografico Frank Agrama e dagli ex manager Mediaset Gabriella Galetto e Daniele Lorenzano. La fissazione dell'udienza in tempi così stretti sarebbe legata alla scadenza dei termini di prescrizione.

    E' fissata per il 30 luglio la decisione della Corte di Cassazione sul processo Mediaset. La Suprema Corte è chiamata a decidere se confermare o meno la sentenza con cui la Corte d'appello di Milano, l'8 maggio scorso, ha condannato il leader del Pdl Silvio Berlusconi a 4 anni di reclusione e all'interdizione per 5 anni dai pubblici uffici per il reato di frode fiscale. Oltre al ricorso di Berlusconi, i giudici della Cassazione dovranno esaminare quelli presentati dal produttore cinematografico Frank Agrama e dagli ex manager Mediaset Gabriella Galetto e Daniele Lorenzano. La fissazione dell'udienza in tempi così stretti sarebbe legata alla scadenza dei termini di prescrizione, che, per una parte del reato contestato a Berlusconi, decorrerebbero dal prossimo settembre. La sezione feriale, infatti, si occupa soltanto dei processi a rischio prescrizione e delle misure cautelari. Relatore della causa, che sarà svolta in udienza pubblica, sarà il giudice Amedeo Franco. La data del processo è stata fissata oggi: gli atti giunti alla Corte sono riuniti in un volume, con 43 cartelle e 35 allegati. Parte civile non ricorrente nel processo è l'Agenzia delle entrate. 

    Il segretario del Pdl Angelino Alfano si è ironicamente detto ammirato dalla celerità della decisione presa dalla Corte di Cassazione: "Sono ben lieto di constatare lo straordinario miglioramento delle performance della Cassazione che, dai tempi medi di trattazione delle cause penali, intorno ai 200 giorni (durata media delle cause penali nel 2010), schizza agilmente a meno di trenta giorni per il presidente Silvio Berlusconi. Sono ammirato – ha proseguito Alfano – per questa prova di efficienza della Corte che ha battuto ogni record del giusto processo. Evidentemente – ha osservato il segretario del Pdl – il lavoro svolto dal governo Berlusconi per lo smaltimento dell'arretrato comincia a dare i suoi frutti. Confido – ha poi concluso – che un identico trattamento sarà riservato, come è doveroso, anche ai tanti cittadini meno famosi, ma egualmente desiderosi di una giustizia cosi' fulminante". 

    I COMMENTI - In casa Pdl, oltre a quella di Alfano, numerose sono state le reazioni alla decisione di fissare la data della pronuncia della Cassazione al 30 luglio. Anche il professor Franco Coppi, facente parte del collegio difensivo del Cav., ha commentato la notizia: "Sono sorpreso e amareggiato, è una fissazione d'udienza tra capo e collo". Quanto alla possibilità che a Palazzaccio il processo sia stato calendarizzato in tempi così stretti proprio per l'ipotesi di una 'prescrizione intermedia', ossia riguardante una parte del reato contestato a Berlusconi, che scatterebbe il prossimo settembre, il penalista risponde: "In Cassazione di casi di prescrizione intermedia se ne vedono abitualmente e spesso sono gli stessi giudici a rideterminare la pena". Dura è stata la reazione del deputato del Pdl Fabrizio Cicchitto: "La decisione della Cassazione di anticipare la sua sentenza su Silvio Berlusconi entro fine luglio e le dichiarazioni assai allarmate sulla lesione dei diritti della difesa da parte di un avvocato come Coppi hanno il significato che è possibile che scatti un'operazione politico-giudiziaria". L'esponente Pdl vede "un doppio obiettivo: colpire Berlusconi e destabilizzare un governo la cui composizione e la cui maggioranza politica è del tutto sgradita a precisi ambienti giudiziari, editoriali, finanziari e politici".

    Dello stesso segno le parole dell'ex presidente del Seanto Renato Schifani: "Mentre i tribunali chiudono per ferie, mentre i processi civili si celebrano con estenuante lentezza, mentre milioni di italiani aspettano giustizia, la Cassazione brucia i tempi e con una velocità da guinness dei primati fissa l'udienza sul processo Mediaset per il 30 luglio, pochi giorni dopo il deposito del ricorso della difesa del presidente Berlusconi. Un fatto senza precedenti e che si commenta da sé". Schifani si è inoltre detto convinto che "Se Berlusconi non dovesse essere assolto, sarebbe definitivamente impresso il timbro della persecuzione cui è fatto bersaglio".

    Sul caso è intervenuto anche Niccolò Ghedini, uno dei legali di Berlusconi che ha definito "senza precedenti" la decisione della Cassazione di fissare al 30 luglio l'udienza del processo sui diritti tv Mediaset. "La fissazione dell'udienza nel processo Diritti avanti la sezione feriale della Corte di Cassazione dopo un tempo eccezionalmente breve dalla conclusione del processo d'appello non ha precedenti, se non in casi rarissimi con imputati detenuti", ha spiegato Ghedini. "Fra l'altro, l'indicazione che la prescrizione maturerebbe al 1 agosto 2013 è del tutto non corrispondente agli atti. In realtà, il  primo dei due reati si prescriverebbe, valutate le sospensioni, parecchi giorni dopo la fine dei termini feriali del 15 settembre 2013, mentre l'ultima contestazione si prescriverebbe addirittura a  fine settembre 2014. Il significato di tale decisione è comunque fin troppo evidente", ha concluso il legale.

    Invitano alla reazione le parole di Daniela Santanché che richiama così i suoi: ''Le parole dell'avvocato Coppi che per chi ancora avesse dei dubbi, sono la certezza che la giustizia non c'è per il presidente Silvio Berlusconi. Che cosa facciamo noi come movimento politico? Aspettiamo ancora l'unica manifestazione che forse riusciremo a fare, e cioè quella di accompagnarlo in carcere? Non ci sto. Basta divisioni, basta perder tempo con tentennamenti, e sofismi. Serve passare all'azione'', ha concluso.