Il ritorno del cliente numero 9

Redazione

Cinque anni fa Eliot Spitzer era noto soltanto come il “cliente numero 9”, il nome in codice che usava nella lussuosa casa di tolleranza di New York che lo accoglieva con una certa regolarità. La condotta privata lo aveva costretto a lasciare la poltrona di governatore dello stato e aveva azzerato istantaneamente la reputazione costruita in otto anni di servizio come procuratore generale. Nel giro di pochi giorni Spitzer è passato da mastino democratico di Wall Street e indefesso servitore dello stato a sordido frequentatore di bordelli.

    Cinque anni fa Eliot Spitzer era noto soltanto come il “cliente numero 9”, il nome in codice che usava nella lussuosa casa di tolleranza di New York che lo accoglieva con una certa regolarità. La condotta privata lo aveva costretto a lasciare la poltrona di governatore dello stato e aveva azzerato istantaneamente la reputazione costruita in otto anni di servizio come procuratore generale. Nel giro di pochi giorni Spitzer è passato da mastino democratico di Wall Street e indefesso servitore dello stato a sordido frequentatore di bordelli. Domenica sera ha annunciato che la cattività politica è finita, il processo di riabilitazione è completato, inizia una nuova vita come candidato per il posto di City Comptroller di New York, massima autorità finanziaria della città. Il Comptroller monitora le spese, suggerisce investimenti pubblici e tira e molla i cordoni di una borsa da 140 miliardi di dollari; Spitzer è certo che quella è la poltrona perfetta per rientrare sulla scena politica dopo anni in cui ha lavorato alla ricostruzione della propria immagine come opinionista. Dice che è stata una scelta viscerale, senza sondaggi preventivi e raffinate strategie, e l’illuminazione finale è arrivata domenica a Central Park, durante un dialogo con una sconosciuta al termine di una gara podistica. Spitzer ha preso immediatamente il telefono e ha chiamato il New York Times e ieri un centinaio di attivisti si sono riversati in città alla ricerca delle firme per presentare la candidatura alle primarie di settembre.

    Ma ciò che ha convinto definitivamente Spitzer è “l’effetto Weiner”. Anthony Weiner era stato ostracizzato dalla vita politica dopo aver immortalato le proprie vergogne e avere girato gli scatti a sconosciute ammiratrici via Twitter, ma quando ha deciso di tornare per candidarsi alla poltrona di sindaco di New York gli sono bastate poche settimane per superare nei sondaggi la favorita Christine Quinn. La riduzione dei tempi di riabilitazione dagli infortuni privati ha galvanizzato Spitzer, figlio di un ricchissimo immobiliarista newyorchese che non avrà problemi a trovare i fondi per un sontuoso “comeback” politico.