
Santanchè è strepitosa, per questo non la voteranno
Non vogliono votarla vicepresidente della Camera. I deputati di sinistra hanno sempre votato chiunque, buoi compresi, per una carica priva di importanza cruciale. Per Daniela Santanchè c’è il veto, pollice verso. Perché? Ve lo dico io il perché. La Santanchè è una donna di destra, veste di destra con tacchi di destra, si trucca di destra, è imprenditrice di destra, ha amicizie di destra, non ha complessi reverenziali per la cultura e i suoi sacerdoti de sinistra, è una grandissima orecchiante, non ha mai letto un rigo di Zagrebelsky né affetta desiderio o istinto di leggerlo, non ascolta Raitre, se ne frega del Festival della filosofia, è di una bellezza di destra, sguardo grintoso, una punta di sadismo, sensualità da virago berlusconiana.
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Non vogliono votarla vicepresidente della Camera. I deputati di sinistra hanno sempre votato chiunque, buoi compresi, per una carica priva di importanza cruciale. Per Daniela Santanchè c’è il veto, pollice verso. Perché? Ve lo dico io il perché.
La Santanchè è una donna di destra, veste di destra con tacchi di destra, si trucca di destra, è imprenditrice di destra, ha amicizie di destra, non ha complessi reverenziali per la cultura e i suoi sacerdoti de sinistra, è una grandissima orecchiante, non ha mai letto un rigo di Zagrebelsky né affetta desiderio o istinto di leggerlo, non ascolta Raitre, se ne frega del Festival della filosofia, è di una bellezza di destra, sguardo grintoso, una punta di sadismo, sensualità da virago berlusconiana; ma all’occasione sa insultare anche Berlusconi, si batte per le proprie ambizioni a colpi di “bava alla bocca” e “palle di velluto”, è sboccata, ride, apprezza le virtù del denaro, se intercettata si premura di dare scandalo con sincerità e ingenuità, oppure a scelta con malizia, è disponibile a qualunque missione purché di destra, è una Mata Hari di un regime di sultanato metaforico, mai nato, eppure in funzione da vent’anni, la sua Wille zur Macht la porta a fingersi fascista, a giocare da borghese soddisfatta di sé, però è più femminista delle adepte di Fahrenheit, vuole il potere tutto e subito come gli operaisti di una volta, ha una mentalità da avanguardista e un istinto pratico invidiabile, insomma è una donna a suo modo strepitosa.
Per questo non vogliono votarla, perché a loro non piacciono più da secoli donne alla Tina Modotti, rivoluzionaria dei due mondi e compagna di Vittorio Vidali, donne che comunque la pensino, e Dio solo sa se Daniela è diversa da Tina, volano con la scopa da strega sulle miserie piccolo maschili e si tengono aggrappate, per vedere meglio dove colpire, al loro tappeto volante.
La Santanchè è un mito, non importa se sbagli il plurale di “greco”, importa che ci sia sempre quando si fa casino, che abbia una tremenda voglia di schiaffeggiare in pubblico i finti leoni della Rai, che sia ironica e autoironica ma anche sarcastica e mordace, coraggiosa con l’islam di casa nostra, fervente nel lavoro volontario, attaccata ai suoi uomini, alla famiglia, al lavoro, alla pazzia della vita pubblica. Santanchè è una da amare, è un pezzo di vita in pasto ai sonnolenti devitalizzati che la vita non sanno più viverla, e per questo non la votano.
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