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Lumen fidei. Così Francesco anticipa (e firma) l'Incompiuta di B-XVI
“Lumen fidei”, la luce della fede. E’ il titolo ufficiale della prima enciclica di Papa Francesco che sarà presentata venerdì prossimo in Vaticano. Il testo in latino è pronto, così come le traduzioni nelle diverse lingue. Uno scritto “non lungo nell’estensione”, dice il direttore della Sala stampa, padre Federico Lombardi. Si pensava che la pubblicazione sarebbe avvenuta in autunno, in concomitanza con la chiusura dell’Anno della Fede, il prossimo 24 novembre. Bergoglio ha anticipato tutti e non ha voluto perdere tempo. Lumen fidei è scritta “a quattro mani”, aveva anticipato lo scorso 13 giugno il Pontefice argentino, anche se gran parte del lavoro è da attribuire al suo predecessore, il teologo bavarese ritiratosi come un monaco nel piccolo monastero Mater Ecclesiae, nei giardini vaticani.
“Lumen fidei”, la luce della fede. E’ il titolo ufficiale della prima enciclica di Papa Francesco che sarà presentata venerdì prossimo in Vaticano. Il testo in latino è pronto, così come le traduzioni nelle diverse lingue. Uno scritto “non lungo nell’estensione”, dice il direttore della Sala stampa, padre Federico Lombardi. Si pensava che la pubblicazione sarebbe avvenuta in autunno, in concomitanza con la chiusura dell’Anno della Fede, il prossimo 24 novembre. Bergoglio ha anticipato tutti e non ha voluto perdere tempo. Lumen fidei è scritta “a quattro mani”, aveva anticipato lo scorso 13 giugno il Pontefice argentino, anche se gran parte del lavoro è da attribuire al suo predecessore, il teologo bavarese ritiratosi come un monaco nel piccolo monastero Mater Ecclesiae, nei giardini vaticani – nei giorni scorsi ha ricevuto una nutrita delegazione giunta a Roma da Frisinga, la città di cui fu vescovo insieme a Monaco di Baviera prima di essere chiamato a Roma da Giovanni Paolo II, nel 1981. L’enciclica sarà presentata dal cardinale Marc Ouellet, prefetto della congregazione dei Vescovi e legatissimo a Ratzinger, con cui ha condiviso l’esperienza della rivista Communio. Con lui, il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, il tedesco Gerhard Ludwig Müller (scelto da Benedetto XVI la scorsa estate in sostituzione del dimissionario William Joseph Levada) e mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Papa Francesco, parlando con i partecipanti al Consiglio ordinario della segreteria generale del Sinodo dei vescovi aveva definito l’enciclica “un documento forte” che gli era stato consegnato direttamente dal predecessore. Bergoglio aveva fatto intendere che nella versione definitiva sarebbe stata riconosciuta a Ratzinger la paternità del documento, ma il modo con cui ciò sarà fatto non è ancora noto.
“Lumen fidei” chiude la trilogia di encicliche dedicate alle virtù teologali, aperta nel 2005 con la “Deus caritas est” e proseguita due anni più tardi con la “Spe salvi”. Nelle settimane dell’interregno, si era diffusa la voce che la pubblicazione sarebbe potuta avvenire prima del 28 febbraio, data in cui si è chiuso il pontificato ratzingeriano. Ma dal Vaticano facevano sapere che la scrittura dell’enciclica era ancora in stato embrionale e che in quei pochi giorni che rimanevano non sarebbe stato possibile ultimarla e pubblicarla. E’ stato Francesco, una volta salito al Soglio di Pietro, a interessarsi del lavoro incompiuto del predecessore. Ne ha parlato con Benedetto XVI e ha deciso che il documento sarebbe uscito il prima possibile, conservando quanto già scritto. Lui, il Papa gesuita, si sarebbe limitato a completarlo.
Intanto, Francesco ha deciso di recarsi a Lampedusa lunedì prossimo, 8 luglio. Una scelta improvvisa che dimostra come l’agenda del Pontefice possa essere costantemente aggiornata e modificata (basti pensare alla scelta dell’ultimo minuto di non prendere parte al concerto per l’Anno della fede nell’Aula Nervi, lo scorso 20 giugno). Una visita breve, giusto il tempo di celebrare una messa e di “incoraggiare gli abitanti dell’isola e fare appello alla responsabilità di tutti” affinché ci si prenda cura dei profughi provenienti dall’Africa. Bergoglio – rimasto “profondamente toccato dal recente naufragio di un’imbarcazione che trasportava migranti” – ha così accolto l’invito del parroco di Lampedusa, don Stefano Nastasi e del vescovo di Agrigento, mons. Francesco Montenegro, ricevuto in udienza in Vaticano a fine maggio. Il Papa ha chiesto espressamente che l’incontro con la comunità locale si realizzi “nella forma più discreta possibile anche riguardo alla presenza dei vescovi della regione e delle autorità civili”.


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