_492x275_1596669707440.jpg)
Le perle d'Ilda la Rossa e il Papicidio che fa scompisciare dal ridere
Sembrava un film lungo sei ore con un'unica protagonista che pronunciava un monologo degno dei Fratelli Marx. Ilda la Rossa, ormai immortalata con un soprannome imperituro come Vlad l'Impalatore, dominava la scena da irresistibile omologa di Margaret Dumont, l'impettita attrice comica sempre serissima, la spalla sublime del quartetto di clown ebrei, che l'impareggiabile entertainer maximo e fratello maggiore con nasone, baffi neri e sigaro sempre in bocca, ha battezzato “il quinto fratello Marx”. Invece del sobriamente elegante abito da sera lungo e i gioielli preziosi indossati nel suo salotto chic dalla sempre accigliata e altera Margaret, l'altrettanto impettita Boccassini si è addobbata con gli orecchini a candelabro d'ordinanza.
di Anselma Dell'Olio
Armeni Cattive ragazze - Rizzini Ma che c'entra? - Silva Come opporsi a quel famigerato “non potevi non scopare” - Foletti La parola di Ruby “l'orientale” non conta nulla. Bel colpo, dottoressa
Sembrava un film lungo sei ore con un’unica protagonista che pronunciava un monologo degno dei Fratelli Marx. Ilda la Rossa, ormai immortalata con un soprannome imperituro come Vlad l’Impalatore, dominava la scena da irresistibile omologa di Margaret Dumont, l’impettita attrice comica sempre serissima, la spalla sublime del quartetto di clown ebrei, che l’impareggiabile entertainer maximo e fratello maggiore con nasone, baffi neri e sigaro sempre in bocca, ha battezzato “il quinto fratello Marx”. Invece del sobriamente elegante abito da sera lungo e i gioielli preziosi indossati nel suo salotto chic dalla sempre accigliata e altera Margaret, l’altrettanto impettita Boccassini si è addobbata con gli orecchini a candelabro d’ordinanza; al posto delle scarpette di raso col tacco, indossava comoderrimi mocassini da barca color crema (con fibbietta dorata se non erro) e sobri pantaloni scuri che spuntavano sotto la toga. A sostituzione del bavaglino di diamanti portava la plissettata pettorina bianca un poco di sghimbescio, ma con la medesima postura e contegno da Imperatrice Madre perennemente indignata per le scorribande di quei discoli impenitenti e sottanieri (Groucho, F.lli e Cav., separati alla nascita!).
Quella nobile curvatura delle spalle se la sono guadagnata sul campo. La Dumont è ingobbita per la veneranda età, Mme Boccassini per le ore, i giorni, e i mesi passati sulle scartoffie per costruire un monologo esilarante che inchiodasse il Birbante in Capo. Persino le pietre si sono sganasciate e fors’anche commosse davanti a quel virtuoso volteggiare sugli specchi della magistrata, nel tentativo sovrumano (per chi ha una cultura giuridica meno borbonica) di architettare la definitiva, agognata e finora sempre sfuggita sepoltura politica e morale dell’adorabile Caimano, dipinto a fosche tinte come il Cattivo Tenente di ferraresca (tendenza Abel) memoria. Mai pensavo mi facesse tanto solletico l’ennesima rappresentanza di tentato Papicidio. Mai un servo del padrone – l’originalissima, sottile coniazione travagliesca scagliata contro chi è convinto che non s’impicca un imputato per circumstantial evidence, cioè quelle prove indiziarie che avrebbero fatto accapponare la pelle a Perry Mason – ripeto, mai un servo del padrone come me avrebbe pensato di ascoltare una tiritera sotto mentite spoglie socio-etno-antropologiche come quella della pm, lunedì scorso.
Sciorinava illazioni e obbrobri giuridici (“non poteva non sapere”, “un caro amico come Emilio Fede glielo avrebbe sicuramente detto”, “è al di là di ogni ragionevole dubbio”, “non c’è dubbio che si prostituisse” e avanti romanzando) come perle di certezze savie e scafate. Mi ha ricordato il mio compianto padre, che in quanto ad accuse tendenziose prive di sostanza poteva impartire qualche lezione alla pur attrezzata procuratrice-Torquemada. Durante una discussione in cui mirava a mettermi in ginocchio come figlia ribelle e indegna, papà Gerry mi penetra con lo sguardo a fessura e sibila: “Io so cosa combini a Roma tu!”. Avevo 40 anni, da una vita femminista e autonoma, vivevo all’estero… e mi stava dando della ragazza poco seria! (E’ pur vero che mi facevo strada nel periglioso mondo dello spettacolo, ma è un pregiudizio che lui, agricoltore pugliese-californiano amico stretto di Gianni e Pinotto, non condivideva con la più perbenista petit-bourgeois magistrata). Dopo un attimo d’incredulità scoppiai a ridere all’idea che la mia spregiudicata libertà potesse fare di me una puttana.
Se c’è un giudice a Milano al momento della sentenza, con qualche conoscenza dell’animo umano, e senso dell’umorismo e del diritto, farà meglio a portarsi un cambio di braghe, perché se la farà sotto dalle risate pure lui.
di Anselma Dell'Olio
Armeni Cattive ragazze - Rizzini Ma che c'entra? - Silva Come opporsi a quel famigerato “non potevi non scopare” - Foletti La parola di Ruby “l’orientale” non conta nulla. Bel colpo, dottoressa


Il Foglio sportivo - in corpore sano
Fare esercizio fisico va bene, ma non allenatevi troppo
