Fatto 29, la Juve fa 31. Le chiappone di Benítez tornano vincenti

Jack O'Malley

Mentre voi, nella pochezza del vostro campionato, discutete se gli scudetti della Juventus siano 29 o 31 (e il prossimo anno se saranno 30 o 32 e così via), il Chelsea decide di replicare – seppure in tono minore – il finale di stagione dell’anno scorso. Nell’indifferenza più totale (anche di questa rubrica, lo ammetto) il Chelsea di Rafa Rubizzo Benítez è arrivato in finale di Europa League e domenica si è tolto la soddisfazione di battere il Manchester United all’Old Trafford riprendendosi il terzo posto con annesso accesso alla Champions del prossimo anno e ribadendo ai campioni di Inghilterra che il record di punti in Premier appartiene ai Blues, e che per batterlo o anche solo eguagliarlo non basta Robin Van Persie.

    Londra. Mentre voi, nella pochezza del vostro campionato, discutete se gli scudetti della Juventus siano 29 o 31 (e il prossimo anno se saranno 30 o 32 e così via), il Chelsea decide di replicare – seppure in tono minore – il finale di stagione dell’anno scorso. Nell’indifferenza più totale (anche di questa rubrica, lo ammetto) il Chelsea di Rafa Rubizzo Benítez è arrivato in finale di Europa League e domenica si è tolto la soddisfazione di battere il Manchester United all’Old Trafford riprendendosi il terzo posto con annesso accesso alla Champions del prossimo anno e ribadendo ai campioni di Inghilterra che il record di punti in Premier appartiene ai Blues, e che per batterlo o anche solo eguagliarlo non basta Robin Van Persie. Da quando indossa la maschera e ha tagliato ciuffi e mèches, Fernando Torres corre come una volta, e David Luiz insegna che il calcio è una cosa meravigliosa perché permette di segnare gol come il suo nel 3-1 contro il Basilea nella semifinale di ritorno di Europa League: interno sinistro al volo a girare sotto l’incrocio da fuori area e portiere avversario più fermo della difesa del Pescara sui gol del Genoa.

    A proposito, noto con piacere che in Italia con la bella stagione non sono arrivate solo le piogge: questo è il periodo dell’anno più odiato dagli allergici e il più amato dalla squadre di mezza classifica, quelle compagini che, ormai salve e non più in corsa per le coppe, trasformano le loro partite in simpatici simposi sull’arte del pareggio e della goleada da record subita. Roba da far ammattire gli scommettitori. Per fortuna un paio di certezze ci sono: l’Inter se può perde con chiunque ma mettendoci un sacco di impegno, il Torino prende gol negli ultimi dieci minuti (sai che scommesse?) e Zamparini vede complotti contro il Palermo. Per fortuna, vi dicevo, c’è il Chelsea, che ora se la vedrà in finale di Europa League contro il glorioso Benfica. A Benítez potrebbe toccare dunque una fine analoga a quella di Roberto Di Matteo: vincitore in Coppa e poi scaricato. Con l’italiano Abramovich dovette attendere l’eliminazione in Champions a dicembre, con il sempre meno spernacchiato dai tifosi Benítez basterà opporgli il fatto che, dopo le sue chiappone, su quella panchina torneranno a sedersi quelle di Mourinho. Più piccole, ma dopo questi due anni a Madrid anche un po’ meno strette.