
Nel Castello di Arcore il Cav. aspetta il derby con Grillo: "Basta dire più cazzate di lui"
Silvio Berlusconi è convinto di avere vinto e fatica a dissimulare. Il Cavaliere sembra avere un solo problema: come capitalizzare il doppio successo di aver rieletto Giorgio Napolitano e di aver sfasciato il Partito democratico, suo principale avversario elettorale. Berlusconi è ambizioso, si sa, ma forse non immaginava di poter portare al Quirinale il migliore candidato (dal suo punto di vista) e di riuscire in questa impresa con il minimo sforzo e con il massimo vantaggio strategico su un centrosinistra così lacerato.
Roma. Silvio Berlusconi è convinto di avere vinto e fatica a dissimulare. Il Cavaliere sembra avere un solo problema: come capitalizzare il doppio successo di aver rieletto Giorgio Napolitano e di aver sfasciato il Partito democratico, suo principale avversario elettorale. Berlusconi è ambizioso, si sa, ma forse non immaginava di poter portare al Quirinale il migliore candidato (dal suo punto di vista) e di riuscire in questa impresa con il minimo sforzo e con il massimo vantaggio strategico su un centrosinistra così lacerato. Ha vissuto gli ultimi giorni come un pendolo, il Cavaliere: paura e sollievo si sono alternati con ritrmo martellante, fino allo scioglimento finale, all’happy end. Berlusconi ha pensato di dover eleggere Giuliano Amato, che gli andava bene, ma forse non era il massimo. Poi ha conosciuto il volto segnato di Franco Marini, e anche questo presidente non era esattamente ciò che lui desiderava. Poi, come un incubo, è sorto – e rapidamente affondato – il mostro rotondo di Romano Prodi, al quale è seguìto, come in un tremendo videogioco, l’altro mostro pauroso e secco di Stefano Rodotà. Ma non era un videogioco e l’ex premier ora osserva stupefatto il magico abbinamento tra l’elezione del presidente della Repubblica perfetto e l’esplosione positiva dei sondaggi. La settimana che comincia oggi prevede l’insediamento del presidente della Repubblica, il suo giuramento e il suo discorso di fronte alle Camere. Cominceranno anche delle consultazioni lampo per la formazione di un nuovo governo. Il Cavaliere di Arcore che farà a questo punto? Di fronte a Napolitano, la settimana scorsa, nel complicato frangente dello stallo istituzionale, Berlusconi ha garantito di perseverare nel suo comportamento grancoalizionista e responsabile. Il Pdl gli fa eco: basta con le piazze, i muscoli tesi e le baruffe con Pd e magistrati. Ma Berlusconi è abbastanza cinico e spigliato da cambiare idea senza troppo soffrire. Malgrado le rassicurazioni e le parole spese per convincere il vecchio Napolitano a restare al Quirinale, il Caimano è tentato dall’assecondare i suoi istinti predatori, e abbandonarsi alla cosa che sa fare meglio, la campagna elettorale: sfoglia sondaggi entusiasmanti. Il Pdl è tornato da qualche settimana il primo partito d’Italia, è sopra il Pd di oltre 6 punti. Berlusconi si sente sicuro di battere in scioltezza anche Renzi, non teme nessuno, sogna un derby con Grillo, l’uomo che si può sconfiggere facilmente perché “basta dire più cazzate di lui”. Dicono che Berlusconi non avesse spinto su Massimo D’Alema al Quirinale perché l’ex presidente del Consiglio, ed ex ministro degli Esteri, non piaceva affatto all’elettorato del Pdl: è un comunista, “baffino”. I sondaggi sono importanti, lo sono sempre stati, all’interno del Castello berlusconiano. Il Cavaliere aveva fatto testare tutti i candidati al Quirinale cercando di capire per ciascuno dei nomi quali sarebbero potuti essere gli effetti in termini di consenso sul suo partito, il Pdl. Il peggiore risultato il Pdl lo otteneva con Luciano Violante al Quirinale, D’Alema era penultimo, preceduto da Giuliano Amato e da Franco Marini. E con quale candidato al Quirinale il Pdl andava invece meglio, con quale nome il partito di Berlusconi secondo i sondaggi massimizzava l’appel elettorale? Giorgio Napolitano ovviamente. Così si spiega l’allegria del Cavaliere nel giorno in cui l’anziano presidente, non senza sofferenza, gli ha detto che avrebbe a malincuore accettato la ricandidatura. C’è un’immagine di Berlusconi a Montecitorio: soddisfatto e sorridente dirige il coro dei suoi parlamentari che cantano l’inno nazionale mentre Napolitano viene rieletto dall’assemblea a pieni voti. Una foto che spiega tutto. E’ l’immagine di un’allegria perfino un po’ ribalda.


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