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“Poi arrivò Maggie e cambiò tutto”
“Quando entrai nella biblioteca della mia università, negli anni Settanta, il conservatorismo era la fissazione soltanto di qualche matto recluso. Trovai libri di Marx, Lenin, Mao, ma nessuno di Leo Strauss, Eric Voegelin, Friedrich von Hayek o Milton Friedman. C’era ogni tipo di rivista socialista, ma non una che fosse conservatrice. Poi arrivò Margaret Thatcher e cambiò tutto”. Roger Scruton è stato il fondatore della Salisbury Review, la più prestigiosa rivista del conservatorismo inglese e nel 1980 ha scritto “The Meaning of Conservatism”, poi definita “la Bibbia della rivoluzione thatcheriana”. Scruton proviene anche dal Peterhouse Right, il celebre movimento intellettuale legato all’ex primo ministro inglese scomparso lunedì.
“Quando entrai nella biblioteca della mia università, negli anni Settanta, il conservatorismo era la fissazione soltanto di qualche matto recluso. Trovai libri di Marx, Lenin, Mao, ma nessuno di Leo Strauss, Eric Voegelin, Friedrich von Hayek o Milton Friedman. C’era ogni tipo di rivista socialista, ma non una che fosse conservatrice. Poi arrivò Margaret Thatcher e cambiò tutto”. Roger Scruton è stato il fondatore della Salisbury Review, la più prestigiosa rivista del conservatorismo inglese e nel 1980 ha scritto “The Meaning of Conservatism”, poi definita “la Bibbia della rivoluzione thatcheriana”. Scruton proviene anche dal Peterhouse Right, il celebre movimento intellettuale legato all’ex primo ministro inglese scomparso lunedì.
“Prima della Thatcher c’era la convinzione in Inghilterra che il conservatorismo fosse per gli aristocratici o i figli delle famiglie agiate”, dice al Foglio il filosofo e saggista inglese. “Essere conservatore era come avere un impedimento linguistico. Margaret Thatcher ha cambiato la politica in occidente, non soltanto nel Regno Unito. Fino al suo avvento al potere il socialismo aveva ancora qualche chance di illusione, vera o presunta. La Thatcher lo ha distrutto per sempre”. Il caso della Lady di Ferro è da manuale per capire il risentimento in democrazia, dice Scruton. “Quando gli ateniesi mandarono Temistocle in esilio nel 470, dimenticarono tutto quello che aveva fatto per loro. Le democrazie hanno questa tendenza naturale a rivoltarsi contro i loro salvatori. E’ successo a Churchill, a De Gaulle e a Margaret Thatcher. Quando lei prese il potere nel 1979, la Gran Bretagna era in uno stato terminale. I sindacati, che avevano il potere di abbattere i governi eletti, erano occupati ad accumulare privilegi. Mandarini socialisti regnavano nel servizio civile e metà del prodotto interno lordo era assorbito dalla spesa pubblica. L’industria era paralizzata dagli scioperi e interi settori dell’economia erano protetti dalla competizione e versavano in bancarotta. Sul comunismo, i nostri leader mantennero un silenzio imbarazzato. In breve, l’Inghilterra si era arresa, capitolando in una specie di senso di colpa collettivo e di dipendenza dalla cultura del welfare. La Thatcher cambiò tutto questo. Costrinse i britannici a capire che la responsabilità individuale non può essere demandata a nessun altro. Liberò il talento da decenni di egualitarismo. Distrusse il sindacato, mostrando persone come Arthur Scargill per quello che erano: stalinisti. Ha restaurato l’orgoglio nazionale, dalle Falkland alla sconfitta degli eurocrati”.
I suoi successi però non potevano passare senza contraccolpi, e iniziò una campagna di denigrazione ideologica. “Basti pensare che l’Università di Oxford e altre facoltà britanniche hanno assegnato titoli onorifici a Bill Clinton ma non alla loro più nota laureata, Margaret Thatcher, o a Robert Mugabe e alla moglie di Ceausescu. Le ‘chattering classes’ si rivoltarono contro la Thatcher, riconoscendo in quel modo che il suo trionfo era la loro distruzione. Insieme ai media, ai servizi sociali, ai dipendenti pubblici, i miei colleghi di università crearono il mito della Thatcher come una donna glaciale, armata di valori vittoriani e di una borsetta. In verità, la Thatcher aveva minacciato soltanto i parassiti”.
Secondo Scruton, l’ex premier è stata la vera autrice della pax irlandese. “Thatcher ha reso possibile la pace in Irlanda del nord, fu durissima col terrorismo dell’Ira, usò la forza contro la forza, e se oggi c’è calma nell’Ulster è solo grazie a lei, perché disarmò i terroristi”.
La Thatcher fu accusata di “cultura dell’avidità”. “Per i suoi nemici il futuro dell’umanità era semplice: abbattere l’ordine esistente e lasciare affiorare il futuro. Ma come sappiamo, il futuro non emergerà. Queste filosofie del ‘mondo nuovo’ sono menzogne e illusioni, prodotti di un sentimentalismo che ha occultato i fatti della natura umana. La Thatcher era il contrario di tutto questo. In frasi quali ‘la crisi del capitalismo’, ‘lo sfruttamento capitalistico’, ‘l’ideologia capitalistica’, il termine fungeva da formula magica. Nella teoria economica era l’equivalente della frase gridata da Kruscev, dalla tribuna delle Nazioni Unite: ‘Vi seppelliremo!’”.


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