Usare i morti

Giuliano Ferrara

Come sta il giornalismo? Ultime notizie. Repubblica scrive che uno dei suicidi di Civitanova Marche è un esodato, evocando il fantasma bestiale costruito e ingigantito nell’ambito della campagna che potremmo chiamare “Fornero al cimitero”, dal nome di una ormai celebre T-shirt indossata da un’amica dell’ex ministro della Giustizia Diliberto. La circostanza dell’esodo non è vera. A ruota l’Huffington Post Italia si fa scappare, tra virgolette precauzionali, questo titolo infame: “Colpa della legge Fornero”- L’accusa della Cgil marchigiana per il suicidio di Civitanova. Lui era esodato.

    Come sta il giornalismo? Ultime notizie. Repubblica scrive che uno dei suicidi di Civitanova Marche è un esodato, evocando il fantasma bestiale costruito e ingigantito nell’ambito della campagna che potremmo chiamare “Fornero al cimitero”, dal nome di una ormai celebre T-shirt indossata da un’amica dell’ex ministro della Giustizia Diliberto. La circostanza dell’esodo non è vera. A ruota l’Huffington Post Italia si fa scappare, tra virgolette precauzionali, questo titolo infame: “Colpa della legge Fornero”- L’accusa della Cgil marchigiana per il suicidio di Civitanova. Lui era esodato. Una tragedia familiare difficile da decifrare, come tutte le tragedie, e che sarebbe necessario rispettare, diventa storia sociale e poi storia politica da bordello informativo con imputazioni dirette e personali che nemmeno le Brigate rosse avevano mai osato avanzare con tanta leggerezza. Sui suicidi dipendenti dalla crisi, una menzogna statistica, erano state imbastite contro Monti e il suo governo, e in generale contro idoli polemici come la finanza, le classi dirigenti, la casta e non si sa più che altro, vergognose orchestrazioni accusatorie fatte di insinuazioni e suggestivi accostamenti. Il testimone d’accusa massimo, Tonino Di Pietro, si è ripresentato mascherato in un’altra lista alle elezioni, non è stato eletto, ha sciolto il suo partitino subscilipotiano. Ma il giornalismo non è mai sazio. Investiga, non trova dati, quando li trova li imbroglia, insinua, getta fango.

    Come sta il giornalismo? Qui accanto Alberto Brambilla racconta la breve storia dell’inchiesta del momento. Convocati a Washington circa un anno fa (per fissare la missione ideale), numerosi reporter di un consorzio internazionale del “giornalismo investigativo” hanno infine scoperto e diffuso una banca dati sui paradisi fiscali, facendo outing di alcune famiglie di vecchia e recente nobiltà “compradora”, che avrebbero le loro ricchezze nei vari luoghi di delizia della finanza anonima; dopo aver detto la loro sul “tonno rosso” e altre questioni pescose, rilevanti visto che tra le fondazioni di spinta del ben finanziato e socialmente introdotto consorzio c’è Greenpeace, gli investigatori dei nostri stivali hanno esposto 122 mila società raccolte in un “data base”, e hanno detto che non sono in grado di dimostrare se abbiano trasferito legalmente o no quantità finanziarie importanti in questi luoghi accettati e riveriti dell’occidente e dell’Asia, ma senz’altro si deve trattare di qualcosa di losco, dal riciclaggio alla corruzione, o almeno così gridano i titoli. In Italia una chicca molto importante: anche trasferimenti di conti correnti di un commercialista che per alcuni anni lavorò nello studio Tremonti. Sembra una sceneggiatura di Mattoli: Totò e il commercialista nel paradiso fiscale.

    Come sta il giornalismo? La signora Karima El Mahroug è stata oggetto di un tentato stupro di gruppo sulle scale del tribunale di Milano. Una sordida aggressione morale, spiccatamente violenta nelle domande turpiloquenti e insolente nei modi, ha coronato un gesto che può esser criticato e contraddetto con tutta la forza che si voglia, ma non in modi degni della logica psicomotoria di un branco di lupi affamato.

    Come sta il giornalismo? E’ impossibile per Grillo e i suoi tenere un ordinario seminario politico a porte chiuse. Devono entrare in clandestinità. I poteri da cui devono difendersi sono quelli della stampa parlamentare. Che li spia, li bracca, li insegue, si affatica, corre rischi, sale sui tetti con il passo lieve della signorina Beatrice Borromeo, tutto per soddisfare l’impellente bisogno di essere informati dei lettori e degli spettatori di tv e degli utenti della rete. Informati dagli stessi giornali che dimenticano di raccontare le storie sugose dei patti di sindacato che li poseggono. Informati, sì, ma così?

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.