
Obama in Israele farà il “turista” sotto la protezione di Iron Dome
Thomas Friedman sul New York Times ha scritto che Barack Obama sarà ricordato come il primo presidente americano che atterra “da turista” all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Israele ha steso il tappeto rosso per una visita di tre giorni che deve rinsaldare i rapporti già tesi fra Obama e l’alleato nella regione (secondo un sondaggio, soltanto il dieci per cento degli israeliani giudica bene il presidente). Lo staff obamiano è arrivato in Israele tre settimane fa per rendere “neutrale” la visita. Obama andrà al Museo d’Israele, pieno di antichità ebraiche, cristiane e islamiche, a osservare i Rotoli del Mar Morto.
Thomas Friedman sul New York Times ha scritto che Barack Obama sarà ricordato come il primo presidente americano che atterra “da turista” all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Israele ha steso il tappeto rosso per una visita di tre giorni che deve rinsaldare i rapporti già tesi fra Obama e l’alleato nella regione (secondo un sondaggio, soltanto il dieci per cento degli israeliani giudica bene il presidente). Lo staff obamiano è arrivato in Israele tre settimane fa per rendere “neutrale” la visita. Obama andrà al Museo d’Israele, pieno di antichità ebraiche, cristiane e islamiche, a osservare i Rotoli del Mar Morto. Sarà l’unico momento in cui il presidente verrà a contatto con la storia del popolo ebraico, mentre intende pregare nella chiesa della Natività a Betlemme. Nel 2008, quando era candidato alla Casa Bianca, Obama si fermò in preghiera al Muro del pianto, il luogo più sacro al mondo per l’ebraismo. Stavolta non è prevista una visita, visto che è cambiata anche la retorica obamiana, da Gerusalemme “capitale indivisibile” alla critica a Israele per la costruzione di alloggi oltre le linee del 1967.
Una photo opportunity è prevista di fronte a una batteria di Iron Dome, il sistema antimissile (in parte finanziato dagli Stati Uniti) che nell’ultima guerra di Gaza ha intercettato i lanci dei terroristi palestinesi. Sarà il punto culminante della promessa di Obama di difendere Israele (la Casa Bianca ha rifinanziato la realizzazione della “cupola d’acciaio” con un ulteriore pacchetto di 275 milioni di dollari). Il tragitto più duro per Obama sarà invece quello da Gerusalemme a Ramallah, quaranta minuti lungo la “strada dei coloni”, la numero 60 che collega Nazareth e Beersheba e attraversa la Cisgiordania. Per l’occasione, più che un freeze (congelamento) delle colonie, Israele ha predisposto un freeze del traffico. Obama scorgerà l’insediamento di Adam con la recinzione difensiva e due minuti più tardi il corteo presidenziale lambirà l’avamposto che ospita gli israeliani sgomberati da Migron. Durante la visita alla sede dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen mostrerà le forze di sicurezza palestinesi, mentre nell’ombra deve restare il lavoro vitale svolto dall’intelligence israeliana nel preparare la visita di Obama nei Territori.
Di rito la sosta allo Yad Vashem, il memoriale della Shoah a Gerusalemme. Nel suo discorso del Cairo del 2009, Obama aveva detto che Israele traeva il suo diritto a esistere dall’Olocausto, facendo infuriare gli israeliani che non avevano visto riconosciute le proprie radici in Terra santa. Sconcerto ha suscitato la decisione della Casa Bianca di vietare agli studenti dell’Università di Ariel, la più grande degli insediamenti, di assistere al discorso che Obama terrà al Centro congressi di Gerusalemme. L’epicentro della visita sarà in Balfour Street, dove risiede il premier Benjamin Netanyahu. I due non si vedono da un anno. Si parlerà di Iran e al termine dell’incontro Netanyahu darà a Obama un nano chip simbolo di Israele come “start up nation”. A casa del presidente Shimon Peres Obama incontrerà un parterre culturale, tra cui lo scrittore David Grossman.
L’ospite non parlerà alla Knesset, come invece avevano fatto Bill Clinton nel 1994 e George W. Bush nel 2008 e persino il presidente egiziano Anwar al Sadat. Obama teme la protesta dei deputati di destra, che intendono denunciare la trentennale carcerazione di Jonathan Pollard, detenuto negli Stati Uniti per spionaggio a favore del Mossad. Obama sarà il primo presidente americano a non parlare di fronte al Parlamento israeliano. Dopo Israele e Territori, andrà in Giordania, dove con re Abdullah II parlerà a porte chiuse di Siria. Il regno giordano è l’avamposto di Obama già pronto in caso d’intervento americano.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
Fare esercizio fisico va bene, ma non allenatevi troppo
