Il governo si ravvede sui Marò

Redazione

Apparentemente il governo dei tecnici ormai a fine mandato s’è svegliato e con una prontezza da Totò truffa ha annunciato che, questa volta, non rimanderà indietro i due Marò nelle prigioni indiane – a Natale le autorità di Nuova Delhi avevano preteso una garanzia in denaro di 832 mila euro, questa volta invece sembra si fossero fatte bastare una lettera di rassicurazioni dell’ambasciatore italiano in India. Non restituiamo Salvatore Girone e Massimiliano Latorre perché abbiamo riscoperto negli ultimi due mesi le ragioni di diritto che avevamo lasciato cadere in questo anno di detenzione.

    Apparentemente il governo dei tecnici ormai a fine mandato s’è svegliato e con una prontezza da Totò truffa ha annunciato che, questa volta, non rimanderà indietro i due Marò nelle prigioni indiane – a Natale le autorità di Nuova Delhi avevano preteso una garanzia in denaro di 832 mila euro, questa volta invece sembra si fossero fatte bastare una lettera di rassicurazioni dell’ambasciatore italiano in India. Non restituiamo Salvatore Girone e Massimiliano Latorre perché abbiamo riscoperto negli ultimi due mesi le ragioni di diritto che avevamo lasciato cadere in questo anno di detenzione: l’India ha fatto un torto alle leggi internazionali arrestando i nostri soldati impegnati in una missione antipirateria, non aveva la giurisdizione.

    Il caso dei due Marò scoppiato a marzo del 2012 si era trasformato quasi subito in un tira e molla pasticciato, con gli italiani a fare la parte dei remissivi e gli indiani a fare la parte degli intransigenti con il coltello dalla parte del manico. Le ragioni di diritto sono più forti, se hai fisicamente il controllo e la disponibilità dei due Marò, e infatti a lungo ci è toccato assistere ai ritardi incomprensibili dell’India e pure al rimpallo snervante di responsabilità tra la Corte del Kerala – in vacanza semipermanente – e quella federale. Viene da escludere che ci fosse un piano, che si sia trattato fin dall’inizio di un lento e paziente stratagemma da parte del governo italiano per mollificare gli indiani, fare loro abbassare la guardia e zac! riprendersi i due soldati. Anzi, la gestione del caso è stata non brillante anche da parte italiana, la voce della Farnesina era flebile, sembrava irrimediabilmente senza appigli. Ora sarebbe il caso di stabilire con l’India regole certe per casi come questi, perché non ci sarà una prossima volta. A giudicare dalla reazione furiosa del governo di Nuova Delhi, Latorre e Girone saranno gli ultimi prigionieri che l’India ci restituisce temporaneamente, per i secoli a venire.

    Il caso dei due Marò ha occupato e male quasi tutta la politica estera del governo Monti, che nel frattempo era impegnato su fronti decisamente più casalinghi, e può darsi che ora, quasi a tempo scaduto, l’esecutivo abbia deciso di recuperare credibilità anche in quel settore. Molto bene. E’ senz’altro meglio che la situazione giuridica sia sbrogliata con i due militari in Italia piuttosto che in un centro di detenzione indiano. Senza la custodia dei prigionieri, può darsi che l’India sia più pronta a ragionare su nuovi accordi sui soldati internazionali impegnati in missione antipirateria.