_492x275_1597682427205.jpg)
La relazione del segretario approvata con una sola astensione
Gli otto punti di Bersani: "Mai con il Pdl. Non stiamo corteggiando Grillo"
Questa mattina nella sede del Partito Democratico il segretario Pier Luigi Bersani ha esposto la sua relazione alla direzione del partito: "Apriamo questi lavori nel pieno rispetto dei percorsi istituzionali, delle prerogative del Capo dello Stato”, ha precisato all’esordio del suo intervento."Sentiamo il dovere politico di pronunciarci con semplicità e chiarezza davanti all'opinione pubblica e di rendere esplicito il nostro orientamento", ha chiarito il segretario del Pd.
Leggi Così Bersani si prepara al suo Far West - Leggi Monti: "Avanti con Europa e riforme strutturali, altrimenti nuove elezioni"
Dopo l’intervento di apertura dei lavori e dopo aver ascoltato le repliche degli altri esponenti del partito, nel tardo pomeriggio Pier Luigi Bersani ha ripreso la parola alla direzione del Pd per ribadire che "questa discussione è stata fatta sotto il colpo, il colpo c'e', della delusione per il risultato elettorale e perchè il risultato consegna una situazione di difficile governabilità. Ma – ha sottolineato - da questo senso di colpa cerchiamo di liberarci, perchè se non la diamo noi chi la può dare 'sta governabilità?"
“Da questa riunione di ipotesi B non ne sono venute, è venuta avanti una ipotesi A. Poi non è proibito vedere le difficoltà e quindi dico io stesso che è un sentiero molto stretto. O lo si supera e si comincia con governo o almeno questo sentiero lo si sgombrerà dalla nebbia".
Per Bersani ora "si apre un percorso istituzionale” in cui bisogna riporre “piena fiducia nella saggezza del presidente della Repubblica che ha di fronte a sè un compito difficile". "Il cuore delle cose che ho detto – ha proseguito Bersani nel suo intervento di chiusura dei lavori - mi pare sia stato un punto unanimamente percepito. Oggi variamo una proposta che è in realtà un’ iniziativa”. Il segretario del Pd avverte come “su questa iniziativa avremo dei forsennati sbarramenti, avremo pressioni da chi concepisce la responsabilità come resistenza al cambiamento. Siamo in salita e dobbiamo trovare il sistema per riuscire a far muovere questa iniziativa".
Poi, tornando a parlare degli otto punti programmatici messi all’ordine del giorno, Bersani ha dichiarato “l'assoluta disponibilità ad un superamento dell'attuale sistema di finanziamento dei partiti, ma – ha inoltre precisato - lo mettiamo in connessione con il funzionamento democratico dei partiti". "Noi abbiamo questa posizione – ha detto Bersani senza citare Grillo ma rivolgendosi al M5S - vuoi discutere di finanziamento? Discutiamo anche di trasparenza di partiti che hanno responsabilità costituzionali e parlamentari". E dopo, rivolgendosi invece al segretario del Pdl, Angelino Alfano, “che dice che così andiamo a sbattere”, da Bersani è partito un invito a pronunciarsi: “Noi abbiamo detto la nostra. Scusa Alfano, vuoi dire la tua qual è?”
L’obiettivo di Pier Luigi Bersani si sposta poi da Alfano a Berlusconi. "Non è accettabile il governo con uno che quattro mesi prima delle elezioni se ne va e comincia a sparare a zero sulla realtà che lui ha provocato – ha detto Bersani. Dobbiamo dirlo con molta chiarezza. C'è una totale impossibilità e inaffidabilità".
In chiusura di direzione la relazione di Pierluigi Bersani è stata approvata dalla direzione del Pd con una sola astensione.
*****
Questa mattina nella sede del Partito Democratico il segretario Pier Luigi Bersani ha esposto la sua relazione alla direzione del partito: "Apriamo questi lavori nel pieno rispetto dei percorsi istituzionali, delle prerogative del Capo dello Stato”, ha precisato all’esordio del suo intervento."Sentiamo il dovere politico di pronunciarci con semplicità e chiarezza davanti all'opinione pubblica e di rendere esplicito il nostro orientamento", ha chiarito il segretario del Pd. E ha poi proseguito: "Sappiamo che le decisioni che prenderemo potranno segnare non solo questo momento ma il futuro, una fase non breve". Bersani ha poi chiarito il progetto del Pd: "Qui non si sta corteggiando Grillo, ma si tratta di capire ciò che si muove nel profondo, di bucare il muro dell'autereferenzialità del sistema perché comincia a essere in gioco il sistema”. “Il canale democratico non è ostruito – ha aggiunto – Se si rivolge alle istituzioni per rinvigorirle o per farne una vuota cassa risonanza è da capire, ma questo dipende dalla nostra iniziativa che deve sollecitare una risposta".
Per il segretario il Movimento 5 Stelle "è segnato dall'uso sapiente della rete ma l'elemento profondo si riferisce palesemente a una questione sociale. Cinque stelle aspetta il facile bersaglio di un accordo di palazzo contro cui sparare a palle incatenate? Spera che noi si stia fermi e muti? Se è così sbaglia i conti. Ci rivolgeremo al nuovo parlamento con assunzione di responsabilità". E sulle prossime mosse del partito di Grillo ha detto: "Chi ha avuto il consenso di 8 milioni di persone e ha scelto la via parlamentare deve dire cosa vuole fare di questi voti".
Poi, dando la sua lettura dei dati elettorali e del risultato della destra ha affemato: "L'idea che non ci fosse l'avversario ci ha danneggiato. Ha messo in libertà dei voti, ma che sia colpa nostra discutiamone". "I dati elettorali – ha aggiunto – parlano un linguaggio drammatico ma chiaro: c'è una sofferenza acuta nella base larga del consenso del Pd".
"Questa sofferenza sociale, il blocco dei processi di rifoma della politica, la percezione di inutilità della politica ci fanno leggere largamente omologati al sistema che non gira – ha detto il segretario del Pd – Ci viene attribuita come colpa persino l'esistenza di Berlusconi. Tutte queste dinamiche che non hanno avuto lenimento si sono accentuate nell'esperienza del governo Monti".
Otto punti "per il governo di cambiamento". Li ha elencati lo stesso Pierluigi Bersani, nella sua relazione alla Direzione del Pd. Il primo punto si propore di portare il Paese "fuori dalla gabbia dell'austerita'", con tra l'altro la revisione e redistribuzione dell'Imu. Il secondo comprede "misure urgenti" sul sociale e il lavoro (compresa la "rivisitazione delle procedure di Equitalia"). Al terzo punto c'e' la "riforma della politica e della vita pubblica", con il dimezzamento dei parlamentari, l'abolizione delle province, la "revisione degli emolumenti dei parlametari", la legge sui partiti e la riforma della legge elettorale con il doppio turno di collegio. Al quarto punto "giustizia e equita'", con una legge sulla corruzione, riciclaggio, falso in bilancio, voto di scambio e frodi fiscali. Al quinto in conflitto di interesse, al sesto economia verde e sviluppo sostenibile, al settimo diritti e cittadinanza all'ottavo istruzione e ricerca.
"Noi siamo aperti alla corresponsabilità istituzionale, ma per il governo non è possibile una soluzione che stia al di sotto della necessità di cambiamento" che occorre al Paese e "non c'è cambiamento con chi chi ha portato" in questa situazione, "no accordi di governo tra noi e la destra berlusconiana".
Presente alla direzione nazionale anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi che ha però lasciato la sede del Pd dopo aver ascoltato l'intervento di Pier Luigi Bersani e i primi interventi del dibattito, tra cui quello di Dario Franceschini. Il sindaco di Firenze, a quanto viene riferito, non dovrebbe tornare alla riunione e quindi non interverrà.
L'intervento di Massimo D'Alema - "Cosa è il rinnovamento del partito?". E' la domanda, per Massimo D'Alema, che ora il Pd deve porsi con decisione. "Vedo venire avanti una visione subalterna del rinnovamento, se si è identificato il rinnovamento con la liquidazione di un gruppo dirigente. Bene, io mi sono auto liquidato. Ma non ho avuto percezione che il ceto politico che avanza venga percepito come molto nuovo al di là degli aspetti generazionali", ha aggiunto D'Alema. Poi, riferendosi a Grillo, ha affermato: "Noi facciamo molte cose nuove, ma un signore di 65 anni che fa riunioni a porte chiuse e prende a calci i gornalisti appare più nuovo di noi".
Sulla attuale impossibilità di formare un governo di unità nazionale Pd-Pdl, D'Alema ha dichiarato: "Non possiamo rinunciare, perché non sarebbe giusto, a ragionare sulla destra. La destra esiste – ha detto D'Alema – ma io mi rammarico che in un momento così drammatico non sia possibile una risposta in termini di unità nazionale. Purtroppo non è possibile – ha aggiunto –e l'impedimento è rappresentato da Silvio Berlusconi".
Leggi Così Bersani si prepara al suo Far West- Leggi Monti: "Avanti con Europa e riforme strutturali, altrimenti nuove elezioni"


Il Foglio sportivo - in corpore sano
Fare esercizio fisico va bene, ma non allenatevi troppo
