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Il costo della persecuzione
Berlusconi ne ha fatte di cotte e di crude, è stato eccessivo, disinvolto fino alla provocazione, talvolta perfino oltraggioso, ma il suo gioco elettorale e politico era chiaro, anche nelle dissimulazioni, e ora che ricomincia a ragionare di politica e di istituzioni il fronte del conformismo moralista gli oppone il muro del disprezzo e la minaccia, e quei pm che il popolo ha mandato a casa vogliono mandarlo in galera per vendetta. Usano alla bisogna la galera stessa, i dieci mesi incredibili di carcerazione preventiva irrogati fino a ora a Valter Lavitola, “colpirne uno per educarne cento”, e la prospettiva di affliggere con lo stesso trattamento, a partire dalla terza settimana di marzo, l’ex parlamentare Sergio De Gregorio.
Berlusconi ne ha fatte di cotte e di crude, è stato eccessivo, disinvolto fino alla provocazione, talvolta perfino oltraggioso, ma il suo gioco elettorale e politico era chiaro, anche nelle dissimulazioni, e ora che ricomincia a ragionare di politica e di istituzioni il fronte del conformismo moralista gli oppone il muro del disprezzo e la minaccia, e quei pm che il popolo ha mandato a casa vogliono mandarlo in galera per vendetta. Usano alla bisogna la galera stessa, i dieci mesi incredibili di carcerazione preventiva irrogati fino a ora a Valter Lavitola, “colpirne uno per educarne cento”, e la prospettiva di affliggere con lo stesso trattamento, a partire dalla terza settimana di marzo, l’ex parlamentare Sergio De Gregorio. Risultato: verbali di polizia borbonica, accuse spericolate, spregiudicate chiamate in correità dell’ex presidente del Consiglio Berlusconi, che avrebbe pagato l’eletto del partito di Di Pietro perché passasse dalla sua parte e così facesse cadere il governo.
De Gregorio passò dalla parte di Berlusconi, ricevette un milione pronto cassa e lo status di cofondatore della Pdl, era in effetti un “imprenditore della politica”, incassò per fondare un’organizzazione di cui si può immaginare la significatività e la pulizia, “Italiani nel mondo”, ma Berlusconi non ha affatto abbattuto Prodi con il contributo di De Gregorio. Prodi fu steso dalla sua imperizia politica e sopra tutto dall’iniziativa giudiziaria della procura di Santa Maria Capua Vetere, di rito napoletano come la attuale persecuzione giudiziaria che arriva da Castel Capuano, senza competenza territoriale. Fu un collega contiguo ai pm Woodcock e compagnia che chiese e ottenne l’arresto della intera famiglia del ministro della Giustizia Clemente Mastella, il quale si dimise e tolse la maggioranza al governo. L’unico elemento di rilievo è che né Mastella né De Gregorio hanno oggi la disponibilità come scudo di uno dei seggi, tanti, che il trenta per cento degli italiani hanno attribuito alle liste promosse da Silvio Berlusconi. Strano modo di premiare quelli che hai corrotto. Domanda finale. Quanto costa al paese, ora che alla crisi bloccata di sistema si aggiunge la guerra tra persecutori e perseguitati, il più che ventennale grillage giudiziario di Silvio Berlusconi?


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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