
Lampard sembra Bersani, il derby di Milano fa male al calcio
Immaginatevi Chievo-Cuneo in finale di Coppa Italia, magari all’Olimpico. Spalti semi-vuoti, tv che trasmettono l’evento in differita, indifferenza degli sportivi. Poi andate a leggervi le cronache di Swansea-Bradford, finale di Coppa di Lega domenica. Wembley pieno, tifosi entusiasti e bel calcio. No, non ha vinto la sfavorita, anche se lo Swansea è al suo primo trofeo importante nella storia, e la triste cittadina di Bradford meritava almeno una gioia. Il lavoro fatto dal coach Laudrup è incredibile, e lo Swansea promette di fare ancora molte sorprese.
Londra. Immaginatevi Chievo-Cuneo in finale di Coppa Italia, magari all’Olimpico. Spalti semi-vuoti, tv che trasmettono l’evento in differita, indifferenza degli sportivi. Poi andate a leggervi le cronache di Swansea-Bradford, finale di Coppa di Lega domenica. Wembley pieno, tifosi entusiasti e bel calcio. No, non ha vinto la sfavorita, anche se lo Swansea è al suo primo trofeo importante nella storia, e la triste cittadina di Bradford meritava almeno una gioia. Il lavoro fatto dal coach Laudrup è incredibile, e lo Swansea promette di fare ancora molte sorprese. Altro che il derby di Milano, che ho guardato con la speranza di vedere non dico un’ora e mezza di bel calcio, ma almeno un moto d’orgoglio, un reciproco assalto alla garibaldina, uno scontro senza troppi calcoli di classifica. Ho trovato invece una sintesi fantozziana del calcio italiano, uno scapoli contro ammogliati su scala planetaria, dove nel primo tempo una squadra si è dimenticata la diagonale difensiva, l’altra si è dimenticata come si segna (merito anche di Handanovic, che secondo i miei personalissimi sondaggi ha fatto perdere al Pdl almeno due punti). Poi un improbabile Schelotto ha raddrizzato le cose (full disclosure: avevo una temporanea inclinazione verso il Milan, mi succede sempre con le squadre che calpestano il Barcellona) ed è entrato in azione il solito meccanismo di sopravvivenza che tende a congelare lo status quo. Ho dovuto stappare qualche bottiglia per creare un diversivo al pessimo spettacolo della difesa di un punticino, con giocatori e panchina che invitano alla calma a mezz’ora dalla fine.
C’è poi il dramma di Lampard. La vecchia quercia con la faccia triste del Chelsea domenica aveva tra i piedi il gol numero 200 con la maglia dei Blues, la rete che avrebbe portato in vantaggio la sua squadra contro il Manchester City. Oltretutto, su rigore, la sua specialità. Tutto pronto per la festa. Solo che Lampard quel rigore lo ha sbagliato, e il City ha poi vinto 2-0. Chissà perché, mi è venuto in mente Bersani.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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