Strategia della calunnia

Giuliano Ferrara

La strategia della calunnia è scattata prima ancora che l’elicottero porti Benedetto XVI a Castel Gandolfo, prima che suonino le campane e che abbia inizio la sede vacante a Papa vivente, testimone orante nascosto al mondo. E’ in pieno corso, e nessuno ancora si ribella, nessuno grida lo scandalo. I grandi giornali ospitano pezzi che parlano di abiezione competitiva e di avidità di potere, di morbosità sessuali come cemento di lobby paracriminali che affliggono il clero. La chiave di interpretazione dell’abbandono del soglio di Pietro da parte del vescovo di Roma è la fuga davanti all’intrigo, al maneggio inteso come fondamento della chiesa.

    La strategia della calunnia è scattata prima ancora che l’elicottero porti Benedetto XVI a Castel Gandolfo, prima che suonino le campane e che abbia inizio la sede vacante a Papa vivente, testimone orante nascosto al mondo. E’ in pieno corso, e nessuno ancora si ribella, nessuno grida lo scandalo. I grandi giornali ospitano pezzi che parlano di abiezione competitiva e di avidità di potere, di morbosità sessuali come cemento di lobby paracriminali che affliggono il clero. La chiave di interpretazione dell’abbandono del soglio di Pietro da parte del vescovo di Roma è la fuga davanti all’intrigo, al maneggio inteso come fondamento della chiesa. Al cui cuore non starebbe dunque la fede, non la cultura, non la ragionevolezza di una esperienza dell’umano alla luce del credo cristiano, non la vita e la santificazione delle coscienze ma la loro manipolazione clericale. Per le grandi firme come la De Gregorio di Repubblica o Franco del Corriere non contano le omelie di Ratzinger, la parabola avventurosa e vittoriosa di Giovanni Paolo II, la predicazione cristiana che cambia la storia d’Europa e del mondo, l’esercizio spirituale nella quiete biblica, la filosofia e la preghiera, la teologia e i grandi discorsi sullo spazio pubblico, sul diritto positivo e sulle sue basi di legittimità, come vivere, come decidere la politica, le cose dette a Ratisbona, ai Bernardins, al Bundestag, a Londra dalla più straordinaria figura di pensatore e omileta cristiano dai tempi del cardinale John H. Newman. Per milioni di lettori, fedeli e laici, il racconto è diverso. I media devono abbassare la chiesa al loro livello, al chiacchiericcio politicante. Devono costitutivamente divorare la realtà ed esorcizzarla con i gargarismi del piccolo mistero di palazzo. I media non sanno alcunché, millantano, si fanno strumento di spifferatori e propalatori, perpetuano una tradizione peccatrice secolare, ma nell’era della comunicazione globale, che come ha ricordato Benedetto XVI deturpò anche il volto del Vaticano II, gli agguati e le imboscate diventano sistema, i leaks così leggeri e così poveri di contenuti diventano  una maniera uniforme e obbligata, cialtrona e deprimente, di intendere le cose senza alternative di libertà.

    La chiesa tramandata con questi mezzucci alle future generazioni è oscura, è quella dei racconti mitologici oggi in voga, è ermetica e lurida, è tutto quello che non puoi vedere né esperire, non è la chiesa che si può guardare con interesse e fiducia, che si interroga sulle grandi questioni antropologiche del mondo contemporaneo, non è il popolo di Dio che cerca nella sua fede la risposta a questioni decisive sulla vita, sulla scienza, sull’amore, sul matrimonio, sulla famiglia. Il clero è in eterno sospetto, si adoperano le delazioni invalidanti anche con petizioni popolari tabloid (ma i paolini sono impazziti?) per escludere i cardinali dal diritto di eleggere il Papa in Conclave, mani pulite di color porpora. Una vergogna che sa di pressione esterna, di limitazione della libertà di funzionamento dei corpi tradizionali della chiesa, di sfregio a tradizioni e protocolli che si sono affermati nei secoli e che sono sopravvissuti a tirannie, guerre, catastrofi storiche, drammi e spettacoli della città di Dio, della città dei due amori.

    Da qualche anno qui, su questo giornale, avevamo notato con dolore che dopo la grande stagione di Giovanni Paolo II e dell’inizio di Papa Ratzinger era arrivata la fase del ripiegamento, la chiesa di Roma era stata messa sulla difensiva, l’universalità del suo insegnamento, contestabile e discutibile, era stata avvilita e marginalizzata con campagne di odio e di denuncia piene di deformazioni e di falsità, fino allo sventramento delle tombe dei padri del Concilio in Belgio. Avevamo notato il diffondersi del pregiudizio di stato e legale sul trattamento dei casi di abuso sessuale dei minori, casi circoscritti e montati come una gigantesca montagna di panna avvelenata da sistemi culturali e massmediatici improntati a una fiera vocazione anticattolica, modernista, alla pretesa intrusiva di entrare nella chiesa e riformarla, cambiarla, adeguarla di forza al dettato dei tempi. Un anno fa evocammo la possibilità di un abbandono del Papa in questo spirito: il rilancio di tutta l’energia necessaria a rompere un assedio durato troppo a lungo. Ora invece vorrebbero condizionare e sventrare, per dir così, anche il Conclave e l’elezione del successore di Pietro. C’è da sperare che i cattolici, dal Papa all’ultimo fedele, si ribellino in tempo e sappiano dire che la chiesa con saggezza, con i suoi tempi, nella sua libertà e autonomia, farà quel che deve per diffondere le ragioni della sua fede, la gioia delle sue conquiste, l’altezza morale dei suoi dubbi, e per respingere in un dialogo adulto con il mondo l’ultimo grande assalto secolarista al diritto di essere e di dirsi cristiani e cattolici. 

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.