Il filosofo e la chiesa intimidita

Giulio Meotti

“Trovo che le dimissioni di Benedetto XVI siano un segno preoccupante e che non a caso arrivino pochi mesi dopo quelle dell’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, l’altro leader della cristianità occidentale”. Roger Scruton, da buon erede della tradizione pessimista di Edmund Burke, non giudica positivamente la decisione di Papa Ratzinger. E da anglicano, Scruton lega l’uscita di scena del Pontefice a quella di Williams, “il prete più potente e prestigioso del mondo anglosassone”, il capo spirituale della chiesa d’Inghilterra e di settanta milioni di anglicani in tutto il mondo.

    “Trovo che le dimissioni di Benedetto XVI siano un segno preoccupante e che non a caso arrivino pochi mesi dopo quelle dell’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, l’altro leader della cristianità occidentale”. Roger Scruton, da buon erede della tradizione pessimista di Edmund Burke, non giudica positivamente la decisione di Papa Ratzinger. E da anglicano, Scruton lega l’uscita di scena del Pontefice a quella di Williams, “il prete più potente e prestigioso del mondo anglosassone”, il capo spirituale della chiesa d’Inghilterra e di settanta milioni di anglicani in tutto il mondo.
    Docente alla Saint Andrews University, fra i fondatori della Salisbury Review, la più prestigiosa rivista del conservatorismo inglese, Scruton proviene dalla “Peterhouse Right”, il celebre movimento intellettuale legato a Margaret Thatcher, ed è oggi il più noto filosofo conservatore britannico. “Le dimissioni di Ratzinger sono preoccupanti perché, al di là dei problemi fisici che il Papa possa aver riscontrato, significa che la cristianità è stata intimidita. Il Papa si è dimesso per una debolezza strategica della chiesa e per la sua incapacità di far fronte agli attacchi subiti in Europa dai laici militanti, dalla lobby gay, dalla propaganda sulla pedofilia, dall’Unione europea, dagli intellettuali benpensanti. Si capisce l’intimidazione quando ci si chiede come abbiano fatto i sostenitori del matrimonio gay a creare questa ortodossia abbracciata da tutti i leader politici. Il cattolicesimo è stato intimidito. Quello che Giovanni Paolo II chiamava ‘odio di sé’ io lo chiamo ‘cultura del ripudio’”. George Orwell parlava del totalitarismo come di un tradimento teologico. Dice Scruton che “se nell’impero sovietico il totalitarismo è stato opera della forza, nel mondo occidentale è generato dal consenso. L’entropia minaccia l’Europa”.

    Scruton torna al paragone con l’arcivescovo protestante di Canterbury. “Williams è una figura molto simile a quella di Ratzinger, entrambi sono degli intellettuali e purtroppo entrambi sono stati messi sulla difensiva di fronte agli attacchi. Non sono due combattenti”. 
    Un ruolo importante nell’attacco alla chiesa l’ha giocato la questione della pedofilia: “Perché il sesso oggi è un grande catalizzatore delle pulsioni anticristiane”, continua Scruton. “I laici sono stati corrotti dall’ossessione sessuale e il liberalismo è diventato un credo intollerante. Non possono credere che qualcuno abbia rinunciato al sesso. Quindi pensano che chiunque sia interessato ai bambini sia interessato ai loro corpi, non alle loro anime. Ovviamente ci sono stati preti che hanno abusato della loro posizione. Ma questa è l’eccezione, non la regola. Inoltre la pedofilia non è un disordine sociale universale di cui lo stato o gli ‘esperti’ debbano trovare una cura”.
    Secondo Scruton è invece il diretto risultato della delegittimazione della famiglia. “La famiglia è denunciata come una fonte di oppressione o come una istituzione patriarcale dedita alla subordinazione delle donne. La guerra intellettuale alla famiglia è un prodotto dell’ultima parte del XX secolo. La famiglia è diventata un’istituzione sovversiva in guerra con la cultura sponsorizzata dallo stato. Va a credito della chiesa cattolica il fatto di rifiutarsi di blandire l’autoindulgenza contemporanea. Il Papa ha il dovere di ricordarci quel che siamo”.

    “Una sorta di monaco raffinato”
    Secondo Scruton il papato di Ratzinger è stato di grande ispirazione. “Benedetto XVI è stato un grande Pontefice, un intellettuale che ha riformulato le verità eterne della chiesa cattolica per il mondo moderno. E’ stato una figura unica fra i papi, una sorta di monaco raffinato. Benedetto XVI ha fermato la distruzione della liturgia iniziata con il Concilio Vaticano II. Una chiesa non è un luogo in cui della gente si riunisce per annunciare l’adesione a certe leggi o per discutere la teologia biblica, è il luogo in cui si incontra Dio. Poi, con la lezione di Ratisbona del 2006, il Papa ha portato il confronto fra islam e cristianesimo a livelli nuovi e senza precedenti. Per Ratzinger si tratta di un confronto esistenziale. Non è importante che sia africano, filippino o europeo, il prossimo Papa deve essere consapevole del ruolo che svolge nella crisi contemporanea”.
    Su tutte, la chiesa cattolica è impegnata in una battaglia nella difesa della riproduzione umana. “Una battaglia degna di essere combattuta”, dice infine Roger Scruton. “La forma umana è vulnerabile alla profanazione e al sacrilegio. Fino ad oggi, è sempre stata vista come qualcosa di troppo sacro per metterci sopra le mani, come un dono degli dei. Oggi stiamo cercando di accelerare il processo dell’evoluzione per soddisfare i nostri desideri. E’ stata seriamente posta la ‘soluzione finale’ al problema dell’uomo. L’uomo sembra ridondante”.

    • Giulio Meotti
    • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.