L'economista Zingales lascia Giannino: "Ha mentito sul suo curriculum"

Redazione

Luigi Zingales lascia Fare per fermare il declino e l'economista, che del movimento è uno dei promotori, rivela in un lungo post su Facebook di aver scoperto "quattro giorni fa, per caso" che Oscar Giannino "ha mentito in televisione sulle sue credenziali accademiche, dichiarando di avere un master" nella sua università, "anche se non era vero".Giannino smentisce: "Mai preso un master alla Chicago Boolth. Sono solo andato a Chicago a studiare l'inglese".

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    Luigi Zingales lascia Fare per fermare il declino e l'economista, che del movimento è uno dei promotori, rivela in un lungo post su Facebook di aver scoperto "quattro giorni fa, per caso" che Oscar Giannino "ha mentito in televisione sulle sue credenziali accademiche, dichiarando di avere un master" nella sua università, "anche se non era vero". "Questo è un fatto grave, soprattutto per un partito che predica la meritocrazia, la trasparenza, e l'onestà – scrive oggi Zingales – Ciononostante, il fatto per me ancora più grave è come questo brutto episodio è stato gestito". "In una organizzazione che predica meritocrazia, trasparenza, ed onestà, la prima reazione avrebbe dovuto essere una spiegazione di Giannino ai dirigenti del partito, seguita da un chiarimento al pubblico. Invece Oscar si è rifiutato, nonostante io glielo abbia chiesto in ginocchio".

    L'economista linka anche l'intervista a Repubblica tv in cui Giannino sostiene di aver preso un master l'Universita' di Chicago (Chicago Booth school of business) dove "insegna Zingales". "Anche la sua biografia presso l'Istituto Bruno Leoni ora prontamente rimossa (e qui recuperata dal blogger Pietro Salvatori, ndr) riportava credenziali accademiche molto specifiche e, a quanto mi risulta, false". Nel lungo post, Zingales dice di provare una "disperazione profonda" nell'annunciare le "dimissioni". "Dopo aver avvisato i vertici ieri, lo faccio oggi in modo pubblico, perché ho trascinato molte persone in questo movimento e mi sento in dovere di spiegare loro le ragioni della mia scelta. Io credo nella trasparenza, anche in queste scelte", spiega. "Non mi dimetto certo perché sono in disaccordo con le proposte di Fare. Sono fiero della campagna elettorale che è stata fatta e ringrazio Oscar Giannino, Michele Boldrin, e tutti quanti per l'enorme sforzo che vi hanno dedicato. Credo fermamente nelle idee che abbiamo portato avanti insieme. Ma ho sempre pensato che anche le idee più sane abbiano bisogno di gambe sane. Finora, con tutte le difficoltà e tutti gli errori di un movimento nato in fretta, Fare aveva realizzato un piccolo miracolo, selezionando per lo più liste di persone brave e pulite. Grazie alla difficoltà della battaglia solitaria, gli arrivisti si erano concentrati principalmente altrove".

    "Ma scegliere persone brave non basta. Per cambiare l'Italia c'è bisogno anche di rigore nel metodo: onestà, trasparenza, ed accountability, che significa che tutti, a qualsiasi livello, devono rendere conto agli altri del proprio operato. Purtroppo negli ultimi giorni mi sono reso conto che questi tre principi non sempre si applicano al vertice di Fare. Dopo aver provato, per quattro giorni, a fare di tutto per cambiare le cose, non mi resta che una via di uscita: dimettermi". "In un'Italia in cui ogni giorno un amministratore delegato o un politico finiscono in galera per corruzione, una bugia in televisione può sembrare un errore veniale. Per me non lo è: rompe il rapporto fiduciario tra cittadini e rappresentanti politici. Gli italiani sono alla disperata ricerca di leader politici di cui potersi fidare. Ma come possono fidarsi di un candidato leader che mente sulle proprie credenziali accademiche? In aggiunta, tollerare queste falsita' mina alla base la credibilità di un movimento. Nessuna organizzazione e nessun partito possono essere completamente esenti dal rischio di disonesta' e corruzione. L'unico modo per proteggersi e' una politica di tolleranza zero che cominci fin dai vertici. In questo caso, purtroppo, Fare ha fallito". "Per fortuna Fare non e' solo Oscar Giannino. Ci sono decine di migliaia di attivisti fantastici che stanno lavorando sodo per cambiare l'Italia. Il mio cuore e' con loro. Fare rimane la proposta politica migliore in questo momento molto difficile. Per questo voterò Fare. Ma, lo farò turandomi il naso, come il meno peggio, non con la passione con cui finora avevo abbracciato questo progetto. Mi auguro che dopo le elezioni Fare si trasformi, come promesso, in un partito democratico, in cui tutti, a cominciare dal leader, siano accountable delle loro azioni e ci sia tolleranza zero per certi atteggiamenti. Solo così Fare potrà evitare di degenerare nel solito marciume politico italiano. Anche la Lega e Forza Italia erano cominciate con grandi ideali: guardate come sono finite. Speriamo che a Fare non tocchi la stessa sorte".

    "Mai preso un master alla Chicago Boolth – aveva spiegato Oscar Giannino nel corso di un incontro elettorale a a Matera – Mi hanno detto che in rete c'è una cosa che gira su un mio presunto master alla Chicago Boolth. Vorrei chiarire che su questo c'è un equivoco. Io il master non l'ho preso alla Chicago Boolth. Sono andato a Chicago a studiare l'inglese e così via. Bastava chiederlo e avrei risposto. Lo chiarisco perché in rete c'è una cosa che monta. Luigi Zingales insegna alla Chigaco Boolth, mi è capitato di parlarci ed è uno dei nostri fondatori. Insegna lì. Io sono stato a Chicago da giovane a studiare e non ho preso il master alla Chicago Boolth".

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