I sermoneggi dei puritanucci ti fanno perdonare sempre Berlusconi

Giuliano Ferrara

E’ in una forma strepitosa. Secondo me ha sbagliato tutto, lo dico con amore e senza supponenza, e stavolta non se la cava a buon prezzo. Ma la forma è smagliante. Il manifesto do ut des sul fatto che per ottenere il rimborso dell’Imu che hai già pagato devi votare la sua lista è di un cinismo corruttivo insopportabile, roba da caiman-commercialisti, ma di un’efficacia bestiale, credo. E poi le supposte di Tremonti. E’ il top del pop, dell’oratoria politica scombiccherata, amara, divertente, rivelatrice.

    E’ in una forma strepitosa. Secondo me ha sbagliato tutto, lo dico con amore e senza supponenza, e stavolta non se la cava a buon prezzo. Ma la forma è smagliante. Il manifesto do ut des sul fatto che per ottenere il rimborso dell’Imu che hai già pagato devi votare la sua lista è di un cinismo corruttivo insopportabile, roba da caiman-commercialisti, ma di un’efficacia bestiale, credo. E poi le supposte di Tremonti. L’idea veramente regale di potere sbagliare per dieci anni il ministro dell’Economia, mandare a male il rapporto con lui, farsi tiranneggiare e portare al disastro; poi in fase di ribalda ripresa politico-elettorale, mentre il meschinello si arrabatta con la Lega per tornare in Parlamento, lo freddi con una clamorosa campionatura di sarcasmi, così, giusto per tirarti su, e al diavolo le conseguenze. Tremonti ministro dell’Economia? No, lì ci vado io. E allora dove va, ci dica dottor Berlusconi, quelli di Agorà sono curiosi. Ha un fratello farmacista, sorride quella mandibola d’acciaio, quindi può andare alla Sanità così mette le supposte a tutti gli italiani.

    E’ il top del pop, dell’oratoria politica scombiccherata, amara, divertente, rivelatrice. Ed è magnifica anche la barzelletta del contadino che lavora i campi, sente sulla nuca una pressione, è la limousine di Berlusconi, che gli consiglia di affilare la falce anche dall’altra parte, in modo da raccogliere il doppio del grano con un solo gesto di andata e ritorno; poi lo intrattiene a pranzo e balla con sua moglie; poi torna da lui e gli consiglia un contenitore di vimini per raccogliere le messi più agevolmente, con maggiore efficienza, e via così, pranzi, balli con la moglie e chissà cos’altro. Poi il contadino, ormai perfettamente efficiente, guadagna tempo grazie ai consigli prodigiosi di Berlusconi e torna a casa in anticipo e trova la moglie a letto con… un sindacalista della Cgil. Scenata di gelosia e di orgoglio ferito eccetera, la moglie alla fine suggerisce di chiamare Berlusconi e il contadino dice no, per carità, se sa che ho le corna chissà che cos’altro si inventa per farmi lavorare.

    Gli si perdona tutto, altro che. E di fronte alle reazioni compunte, all’incapacità di glissare, ai sermoneggi dei puritanucci, perfino i doppi sensi, che sono l’essenza dell’umorismo casereccio, ruvido e rustico, indegno di un gentiluomo, diventano sulla sua bocca versi di dolce stil novo. La simpatia di Berlusconi è inversamente proporzionale alla balordaggine della sua strategia politica e al suo casinismo senza costrutto, e uno si scopre che desidera vedere il ponte sullo stretto di Messina, con Berlusconi che ci cammina sopra, in un paese dei balocchi in cui le tasse vengono restituite, i doveri fiscali condonati, l’edilizia abusiva liberata. Non dirò mai che mi turo il naso ma lo voto, dirò che mi vergogno ma, se penso a Bersani a Grillo e a Ingroia, tutto sommato gli assomiglio. Non mi ha tenuto da conto Monti, e ha fatto male, ma un matto siffatto rende ridicola anche la sola idea di una soluzione per l’Italia e ti fa venire la tentazione di un tuffo, un tuffo ancora nella crisi.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.