
Avvisi elettorali
Alla corte di Berlusconi è iniziata una battaglia per gli incarichi
Alla corte del Cav. è iniziata una battaglia per gli incarichi: tutti vogliono fare i capigruppo. Il più attivo è l’ex ministro Renato Brunetta, infaticabile suggeritore di “bombe” elettoral-propagandistiche. Brunetta potrebbe sedere al posto che è stato di Fabrizio Cicchitto a Montecitorio, ma in molti lo considerano caratterialmente inadatto al ruolo. Corrono per lo stesso incarico anche Maurizio Lupi e Raffaele Fitto, due degli uomini più vicini ad Angelino Alfano. In Senato si parla di Sandro Bondi e Paolo Romani. Sgomita molto pure Daniele Capezzone, celebrato da Panorama come l’inventore della proposta sulla restituzione dell’Imu.
Anche Eni movimenta la campagna elettorale. L’amministratore delegato Paolo Scaroni è indagato dalla procura di Milano per una presunta maxi tangente pagata a esponenti del governo algerino. Scaroni avrebbe partecipato ad almeno un incontro per far aggiudicare commesse miliardarie all’Eni e a Saipem. Secondo le ricostruzioni dell’Ansa, l’ad avrebbe incontrato a Parigi un intermediario di una società di Hong Kong, società che avrebbe fatto da collettore delle tangenti destinate a funzionari pubblici algerini per gli appalti Saipem. Al centro dell’inchiesta una commessa da 11 miliardi di dollari, che sarebbe stata ottenuta grazie a una mazzetta da 197 milioni di euro versata ad alcuni politici algerini.
Angelo Bagnasco, a scanso di equivoci, mantiene la linea dell’equidistanza dagli schieramenti lanciata al consiglio permannente della Cei di due settimane fa. La chiesa non si schiera, ha detto a un convegno organizzato a Roma dal Movimento cristiano lavoratori, e anzi prende le distanze dagli affabulatori. Alle promesse elettorali roboanti, come quella di volere restituire l’Imu che è arrivata da Silvio Berlusconi, risponde sorridendo: “La gente non si fa più abbindolare da niente e da nessuno”. Secondo il porporato gli italiani, specie in campagna elettorale, hanno bisogno della “verità delle cose, senza sconti, senza tragedie ma anche senza illusioni”. Il capo della Cei sottolinea anche, in riferimento a un articolo di Avvenire che parla delle risposte negative che la politica rischia di dare ai problemi, che è necessaria una “spinta a superare il rischio e la tentazione di una politica vecchia. Bisogna guardare avanti, partendo dal realismo”. Quale il profilo ideale del prossimo presidente del Consiglio? Bagnasco si augura che il paese venga governato da “un presidente che, con il governo e l’intero Parlamento, sia in grado di affrontare innanzitutto il tema del lavoro, senza il quale non vi è futuro né per le famiglie, né per le persone, né per il paese e per la società intera”.
Chi invece si schiera è Andrea Riccardi, il quale gira l’Italia per sostenere Mario Monti. Oggi sarà prima a Palermo e poi a Latina, un tour de force che lo porterà in tutto il paese per sostenere quel rassemblement di centro che deve soprattutto a lui la sua genesi. Tra i non candidati di parte montiana (Montezemolo in primis), Riccardi è quello che più si sta esponendo.
Nel Pdl dicono di avere superato il Pd. Nel partito di Silvio Berlusconi la diffusione dei sondaggi è un fenomeno ormai quasi incontrollabile: da Palazzo Grazioli vengono spacciati numeri, non soltanto ai giornalisti ma anche ai candidati al Parlamento. L’ultima è che il pareggio sarebbe cosa ormai fatta: testa a testa tra il Cavaliere e Bersani. Molti dubitano della veridicità della rilevazione.
Alla corte del Cav. è iniziata una battaglia per gli incarichi: tutti vogliono fare i capigruppo. Il più attivo è l’ex ministro Renato Brunetta, infaticabile suggeritore di “bombe” elettoral-propagandistiche. Brunetta potrebbe sedere al posto che è stato di Fabrizio Cicchitto a Montecitorio, ma in molti lo considerano caratterialmente inadatto al ruolo. Corrono per lo stesso incarico anche Maurizio Lupi e Raffaele Fitto, due degli uomini più vicini ad Angelino Alfano. In Senato si parla di Sandro Bondi e Paolo Romani. Sgomita molto pure Daniele Capezzone, celebrato da Panorama come l’inventore della proposta sulla restituzione dell’Imu. Idea che tuttavia si è rivelata per il Pdl un complicatissimo boomerang: mancano le coperture e l’ipotesi di un accordo fiscale con la Svizzera per finanziare il mancato gettito (cifra stimata: circa 3,9 miliardi di euro) non sembra fattibile. Alfano sta pensando di modificare il progetto spiegando che i quattrini per restituire l’Imu si possono recuperare dilazionando l’acquisto dei famosi aerei militari F-35 (quelli che pure Bersani vorrebbe non fossero più acquistati dall’aeronautica militare).


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