L'azzardo dark di “Boy George”

Redazione

Ieri George Osborne, cancelliere dello Scacchiere britannico, ha minacciato le banche di interventi mutilatori se non rispetteranno le regole. Il suo discorso spettrale era in perfetta sintonia con la giornata. Mentre a Leicester gli archeologi esultavano mostrando pezzi di scheletro, “it’s him”, è tutto vero, i resti ritrovati sotto un parcheggio sono quelli di Riccardo III, l’ex ministro liberal-democratico Chris Huhne sanciva la sua morte politica. Non c’era lo scheletro, ma quasi.

    Ieri George Osborne, cancelliere dello Scacchiere britannico, ha minacciato le banche di interventi mutilatori se non rispetteranno le regole. Il suo discorso spettrale era in perfetta sintonia con la giornata. Mentre a Leicester gli archeologi esultavano mostrando pezzi di scheletro, “it’s him”, è tutto vero, i resti ritrovati sotto un parcheggio sono quelli di Riccardo III, l’ex ministro liberal-democratico Chris Huhne sanciva la sua morte politica. Non c’era lo scheletro, ma quasi. Una storia strana, la sua: si è presentato in tribunale dichiarandosi colpevole di un reato per il quale la settimana scorsa si era detto innocente. Il reato è quello di ostacolo alla giustizia e tutto nasce dalla richiesta di Huhne alla sua ex moglie (piantata dopo 26 anni di matrimonio per la compagna che ieri lo teneva affettuosamente sottobraccio), dieci anni fa, di accollarsi la perdita di punti della patente per eccesso di velocità. Huhne si è dimesso anche da parlamentare e nel suo partito, già con un piede nella tomba, si sono alzati parecchi gemiti.

    Poi Osborne ha parlato. La carriera politica di “Boy George” non è molto vitale, e molti si sono stupiti che si lanciasse in un attacco così diretto al mondo della finanza che continua a sorreggerlo. Ma la popolarità si gioca anche su un po’ di pulizia bancaria – è dal 2008 che va così, che le banche vengono un po’ punite e un po’ salvate, secondo una logica ancora da decifrare: se l’ex ministro del Tesoro americano Geithner scriverà un memoir, magari ci illuminerà. Così Osborne ha detto: la Banca centrale monitorerà (e sta arrivando un governatore scippato ai canadesi che con regole e controlli non scherza per niente) e se gli istituti finanziari non terranno separate le attività, primariamente quelle bancarie da quelle finanziarie, ci saranno interventi diretti. Contro il management anche, “voglio vedere come possiamo inasprire le sanzioni contro i banchieri, per esempio, dovremmo introdurre l’ipotesi che i direttori di banche che non rispettano le regole non debbano più lavorare nel settore?”. Chissà quanto la City prenderà sul serio queste parole, e se davvero la botta populista del più elitario tra i politici inglesi avrà successo. O se finirà per fare il gioco dei nemici interni, quelli che sulla City ci costruiscono carriere, come il sindaco di Londra, ormai innominabile dalle parti di Downing Street (diciamolo sottovoce: Boris Johnson).