
Il nuovo inizio (con rapina) di Balotelli e l'ennesima fine di Gascoigne
Quando Balotelli non risponde in conferenza stampa al giornalista del Sun perché “parlate sempre male di me” sembra l’inizio di un film già visto un milione di volte: il ragazzino intrattabile, il giornalista fetente, la strategia della tensione calcistica, il balletto scemo “esulti o non esulti contro l’Inter?” e poi tutto si stempera all’Hollywood. Invece l’incipit balotelliano al Milan non è così. Due gol, uno bello e di rapina, uno di rapina e basta, partita abbastanza piacevole in generale e ottima se paragonata alle emozioni recenti che ci ha regalato in Premier.
Leggi La Roma saluta Zeman, ma la soluzione non sarà l’allenatore low cost di Paolo Rodari
Londra. Quando Balotelli non risponde in conferenza stampa al giornalista del Sun perché “parlate sempre male di me” sembra l’inizio di un film già visto un milione di volte: il ragazzino intrattabile, il giornalista fetente, la strategia della tensione calcistica, il balletto scemo “esulti o non esulti contro l’Inter?” e poi tutto si stempera all’Hollywood. Invece l’incipit balotelliano al Milan non è così. Due gol, uno bello e di rapina, uno di rapina e basta, partita abbastanza piacevole in generale e ottima se paragonata alle emozioni recenti che ci ha regalato in Premier. Dirò di più. Balotelli non può non giocare in Italia. Deve sguazzare nel suo elemento, in quella strana mistura di contraddizioni che lo ha partorito così incazzoso e di classe, in quel campionato a tal punto surreale che a volte vorrei dare un colpo di telefono a Maurizio Milani per sapere quale fra “l’uomo putrella” o “l’uomo che fissava le ghiande” è il personaggio più adatto per descrivere Andrea Stramaccioni. Non ci sono parole per commentare lo stato di una squadra che si esalta per i capelli unti di Schelotto. Certo, la crisi ci può stare, persino il Barcellona ultimamente fa fatica a battere quelle squadre selezionate ai giardini pubblici con l’antico metodo della morra cinese e che poi finiscono nella Liga, ma il circo blaugrana ha seicento punti di vantaggio su un Real Madrid non più filosofico, l’Inter ha raggiunto ora la quota salvezza (una voce insistente dice che per festeggiare questi due eventi Lanfranco Pace si farà la cresta).
La dipartita di Mario ha inceppato il City, fermato sul 2-2 dalle sagome cartonate del Liverpool (però che gol Gerrard) e rilanciato lo United, che può permettersi il lusso di far giocare bene a sabati alterni Van Persie o Rooney e continuare a vincere lo stesso. Roba da scommettere sulla vittoria finale dei Red Devils, se non fosse che dopo le notizie di ieri (l’Europol che parla di 380 gare truccate in Europa, tra cui una di Champions in Inghilterra) è diventato molto meno cool, anche se è chiaro che di queste cose non frega più niente a nessuno. In attesa che si sgonfi tutto come al solito, noto che, orfani di Balotelli, il Sun e gli altri tabloid inglesi si sono ributtati su un vecchio amore, Paul Gascoigne. Il problema è che non si sa per quanto tempo ancora avranno materiale. Il povero Gazza è messo male, molto male, e devo ammettere che il mio cuore di ghiaccio ha provato una stretta nel guardare il video pubblicato dal Sun nel quale un barcollante Gascoigne sale su un piccolo palco in occasione di una serata di beneficenza organizzata da un club di suoi fan. Gazza sale a fatica, sprofonda nella poltrona e non riesce a controllare il tremito delle mani. Il microfono traballa, lui biascica, straparla e si passa una mano sulla testa, lo sguardo triste e assente. Salvatelo, ha chiesto il suo agente. Le risate imbarazzate e gli applausi dei fan, alla fine di quel video, il suo saluto sorridente un istante prima di appoggiarsi alla parete, misuravano tutta la distanza che c’è tra l’amore dei tifosi e la libertà di un campione. Che è pur sempre un uomo libero di continuare a farsi del male.
Leggi La Roma saluta Zeman, ma la soluzione non sarà l’allenatore low cost di Paolo Rodari


Il Foglio sportivo - in corpore sano
Fare esercizio fisico va bene, ma non allenatevi troppo
