Giù le mani dalle nostre armi

Redazione

Karl Marx aveva sintetizzato il comunismo con la celebre frase “da ciascuno secondo la sua abilità, a ciascuno secondo i sui bisogni”. E’ un motto bello e conciso che, in pratica, ha garantito, a chi si è fatto influenzare da queste parole, miseria, povertà, stupri, torture, schiavitù, e morte.
Annunciando i provvedimenti sul controllo delle armi, il presidente Barack Obama ha dichiarato di non voler ridurre i diritti garantiti dal Secondo emendamento, ma piuttosto di voler lasciare che altri diritti possano essere affermati. Queste parole implicano, senza citarlo direttamente, un agente che controlli questa presunta utopia.

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    Karl Marx aveva sintetizzato il comunismo con la celebre frase “da ciascuno secondo la sua abilità, a ciascuno secondo i sui bisogni”. E’ un motto bello e conciso che, in pratica, ha garantito, a chi si è fatto influenzare da queste parole, miseria, povertà, stupri, torture, schiavitù, e morte.
    Annunciando i provvedimenti sul controllo delle armi, il presidente Barack Obama ha dichiarato di non voler ridurre i diritti garantiti dal Secondo emendamento, ma piuttosto di voler lasciare che altri diritti possano essere affermati. Queste parole implicano, senza citarlo direttamente, un agente che controlli questa presunta utopia. Questo agente ha un nome, si chiama “lo stato”, e così il motto diventa, se ancora vi sentite confusi, “lo stato prenderà da ciascuno secondo le sue abilità; lo stato darà a ciascuno secondo i suoi bisogni”. “Bisogni e abilità” sono ovviamente concetti soggettivi. Così la dichiarazione nei fatti può essere ridotta a “lo stato prenderà, lo stato darà”.
    Chiunque di noi abbia avuto a che fare con lo stato ha scoperto, con disappunto o peggio con terrore, che non stava trattando con funzionari pubblici benintenzionati e nemmeno con pensatori, ma con burocrati stressati e frettolosi. Questi, come tutti i burocrati, ottengono e tengono i loro posti di lavoro assecondando le direttive dall’alto e sopprimendo qualsiasi iniziativa, compassione, persino buon senso. Sono pagati per eseguire gli ordini. La regola dei burocrati e dei funzionari è un esempio della prima parte dell’equazione marxista: sarà lo stato, con il suo governo, a determinare le abilità degli individui. Poiché le imposizioni dello stato sono taglia unica, ogni definizione da parte del governo di un’abilità individuale deve essere basata su una dichiarazione burocratica tarata al più basso dei denominatori comuni possibili. Il governo, per esempio, ha determinato che i neri, per qualche ragione, hanno meno abilità dei bianchi e per questo godono di alcuni privilegi. Chiunque conosca neri e bianchi sa che questo principio non è soltanto assurdo, è anche mostruoso. Ma questa è la legge.

    Obama stabilisce i suoi bisogni, perché io no?
    Il presidente Obama, nella campagna elettorale per la rielezione, ha spesso fatto riferimento ai bisogni suoi e del suo avversario, dichiarando che entrambi, lui e Mitt Romney, avevano più soldi di quanto avessero bisogno. Ma dove è scritto nella Costituzione che lo stato ha il compito di determinare i bisogni del popolo americano? Il presidente non ha detto di avere più soldi di quanto lui ha bisogno, ma “tu e io abbiamo più soldi di quanti ne abbiamo bisogno”. Chi l’ha eletto per parlare a nome di un altro cittadino?
    Non è una prerogativa costituzionale quella del governo di determinare i bisogni. Una persona può aver bisogno, o voglia, di maggior tempo libero, un’altra di maggiore lavoro; una di più avventura, l’altra di più sicurezza, e via dicendo. E’ la diversità che rende un paese, una città, una chiesa o una famiglia più sani. La taglia unica determinata da uno stato ha un nome, e quel nome è schiavitù.
    I Padri fondatori non soltanto non erano degli ideologi, ma non erano nemmeno dei politici. Erano un misto di uomini d’affari, scrittori, insegnanti, maestri, agricoltori. Uomini che, in poche parole, conoscevano qualcosa del mondo, o si può dire della natura umana. Il loro impegno nel definire un insieme di regole accettabile per tutti si fondava sulla convinzione che gli esseri umani, nel loro complesso, non sono affatto buoni – siamo docili, facili da confondere, spesso propensi a farci persuadere da un politico che è, diciamolo, un imbonitore abile a montare la panna e infiammare le nostre passioni.
    Quelli che scrissero la Costituzione non avevano bisogno di un burlone che spiegasse loro che il potere corrompe, lo sapevano già, l’avevano sperimentato di persona con re Giorgio. La secessione americana fu annunciata facendo riferimento al suo abuso di potere: “Ha ostacolato l’amministrazione della giustizia (…) Ha reso i giudici dipendenti soltanto dal suo volere (…) Si è unito ad altri per imporci una giurisdizione estranea alla nostra Costituzione e sconosciuta alle nostre leggi (…) Ha creato una moltitudine di nuovi uffici e ha spedito qui e là sciami di funzionari per molestare la gente e rovinare la loro essenza (…) Ci ha imposto tasse senza il nostro consenso (…) Ha fondamentalmente alterato le forme del nostro stato”.

    Uno stato sano
    Si tratta di una serie di lamentele agghiacciante, e le sue recrudescenze furono anticipate dai Padri fondatori, i quali compresero subito che re Giorgio non era un caso unico, ma una conseguenza inevitabile di un potere senza restrizioni; che chiunque, persona o gruppo, con il potere di tassare, di fare le leggi, di applicarle con le armi sarebbe scivolato nella dittatura, in assenza di un controllo costante e instancabile dei governati e della loro rigida e severa insistenza nel richiedere il rispetto della legge.
    I Padri fondatori riconobbero che lo stato è quasi letteralmente un male necessario, che ci dovevano essere differenze tra le sue diverse sezioni e tra i partiti politici, perché questo era l’unico modo per contenere l’avidità per il potere degli individui e la tendenza degli elettori al quieto vivere, a costo della sottomissione, della coercizione e della blandizia.
    Uno stato sano, come quello basato sulla Costituzione, è di per sé conflittuale. Risveglia ansie, passioni, fervori e anche odio e imbrogli nella ricerca del guadagno personale o del bene comune. Quelli che ci promettono di sollevarci da questo peso con la loro eccellenza ideologica e politica, quelli che dicono di possedere la bacchetta magica non sono altro che truffatori. E’ inevitabile che ci siano, e il nostro rifiuto nei loro confronti, non appena li vediamo arrivare, deve essere netto e saldo. Se sono arroganti, ostinati, ambigui o semplicemente sbagliati, devono essere sostituiti, altrimenti consolideranno il loro potere e useranno i soldi per comprare voti e privarci delle nostre libertà. La Costituzione è stata scritta proprio per proteggerci dall’inevitabile declino dello stato. Il suo obiettivo non era e non è quello di insediare un governo superiore rispetto all’elettorato confuso e imperfetto, ma di proteggerci da questo tipo di governo.

    Fantasmi statistici
    Molti si oppongono alla proprietà privata delle armi da fuoco. Si può affrontare nel dettaglio ogni obiezione specifica, ma la risposta generale a questa contrarietà è che il Secondo emendamento garantisce il diritto ai cittadini di possedere e portare armi. A un livello più basso di astrazione, ci sono più di due milioni di casi ogni anno di cittadini armati che fermano criminali armati – quattro volte il numero di crimini che coinvolgono l’utilizzo di armi da fuoco.
    La sinistra adora quel fantasma statistico secondo il quale un’arma nelle mani di un cittadino è x volte più probabile che causi un danno accidentale che sia utilizzato per prevenire un reato, ma che cos’hanno i criminali di diverso dagli altri che ci assicura che l’utilizzo della loro arma sia “accident-free”, sempre volontario? Se un’arma rappresenta un pericolo maggiore per chi la possiede rispetto a un potenziale aggressore, non avrebbe senso per lo stato armare tutti i criminali e lasciare che incidentalmente si sparino tutti tra di loro? Vi pare assurdo? Sì, lo è, e comunque lo stato naturalmente sta armando i criminali.
    La violenza da armi da fuoco è più comune nelle città che hanno leggi restrittive sulle armi. A Chicago e a Washington, per esempio, soltanto i criminali hanno le armi, perché chi rispetta la legge deve essere disarmato, e pure la criminalità dilaga.
    Città della stessa dimensione in Texas, Florida, Arizona e altrove, nelle quali i cittadini possono avere e portare armi in ottemperanza alla Costituzione, sono tipicamente più sicure. Più armi legali significa meno criminalità. Quale criminale sarebbe così matto da rapinare un negozio di armi? Eppure lo stato sostiene che il cittadino non ha bisogno di questa o quell’arma, di un certo numero di armi, o di munizioni.
    Ma sembra che il presidente Obama invece ne abbia bisogno.
    Ha appena approvato una legge che aumenta la protezione per lui e per la sua famiglia, ora e sempre, da parte dei servizi segreti. Evidentemente pensa di essere più qualificato nel determinare i suoi bisogni, e ovviamente lo è. Così come io sono più qualificato a determinare i miei.
    Soltanto i marxisti possono sostenere che lo stato, cioè quei funzionari da noi eletti sempre indaffarati, corrotti e ipocriti (avete mai pranzato con uno di loro?) devono regolamentare la proprietà delle armi sulla base di una loro definizione dei bisogni.

    La nonna polacca e i pazzi di Chelm
    Domanda: chi ha bisogno di un fucile d’assalto?
    Risposta: nessuno al di fuori dell’esercito e della polizia. Ne convengo.
    Un’arma d’assalto è di solito un mitra, cioè un’arma lunga che spara a raffica finché il grilletto è premuto. E’ illegale per i privati possederla (a parte quei collezionisti che hanno superato lo scrutinio severo del governo federale) dal 1934. Al di fuori dei pochi proprietari legali, non ce ne sono altre in mano ai privati. Possono essere ritrovate nelle mani dei criminali. Ma i criminali, per definizione, sono quelli che non rispettano la legge. Quale fine può mai essere raggiunto con altre e nuove leggi?
    Mia nonna veniva dalla Polonia russa, vicino alla città di Chelm. Chelm era famosa, tra gli ebrei ashkenaziti, come il posto dove abitavano i pazzi. E a mia nonna piaceva raccontare le storie tradizionali di Chelm.
    Gli abitanti, per esempio, una volta decisero che non c’era alcun bisogno di avere la luce del sole di giorno quando c’era già luce, era molto meglio avere i raggi solari di notte, quando c’era buio. Allo stesso modo, noi soloni moderni amiamo leggi sulle armi che, alla fine vogliono rendere illegale il crimine.
    Che obiettivo può mai avere dichiarare le scuole “free zone” dalle armi? Chi dovesse entrare, malintenzionato, in una scuola con un’arma si farebbe fermare da quel cartello?
    Ah ma forse uno che entra legalmente con un’arma può portarla dentro la scuola.
    Bene.
    Abbiamo bisogno di più cittadini armati nelle scuole.
    Provate a camminare su Madison Avenue a New York. Molti negozi fighetti hanno sulla porta o appena dietro delle guardie armate. Provate a entrare nella maggior parte delle gioiellerie, degli uffici di cambio, dei banchi dei pegni, nelle oreficerie del paese e troverete un uomo armato nei paraggi. Perché? Perché la valuta, i gioielli e l’oro sono preziosi. Chi si lamenta di quelle guardie armate? E quella ricchezza è più preziosa dei nostri figli?
    Apparentemente lo è: la sinistra si scaglia contro la presenza di persone armate nelle scuole ma non nei negozi di orologi.
    Domanda: quante sparatorie accidentali ci sono state l’anno scorso nelle gioiellerie o in qualsiasi negozio che prevede la presenza di guardie armate?
    Allora perché, per amor di Dio, non lasciare che ci sia una presenza armata nelle scuole? Può essere fatto al costo di una pistola (alcune centinaia di dollari) e di qualche ora di formazione (è tutto ciò che hanno le guardie di sicurezza). Perché non offrire a insegnanti, amministrativi, bidelli un piccolo extra in busta paga per frequentare un corso di sicurezza con le armi da fuoco in modo da poter portare un’arma nascosta a scuola?
    Perché proprio nascosta? Se un’arma è nascosta, ogni malfattore potenziale deve considerare il fatto che chiunque lui voglia colpire possa essere armato – una forma di deterrenza anche per la tentata violenza.
    Sì, ma dovremmo controllare tutti coloro che richiedono armi per tenerli in un registro di controllo dei criminali?
    Chiunque chieda di comprare un’arma compila, dal 1968, un modulo in cui certifica di non essere ricercato dalla giustizia, di non essere un criminale condannato, e di non avere deficienze mentali. Questi moduli, tonnellate e tonnellate di milioni di moduli, stanno, a occhio, in qualche grande ripostiglio. Come vengono controllati? Vengono controllati? Ma da chi, e con che soldi? Il paese è a pezzi, vogliamo davvero un’altra agenzia zeppa di burocrati per i quali non ci sono fondi a sufficienza?

    L’utopia del disarmo
    La polizia non è stata creata per proteggere gli individui. Esiste per isolare la scena di un crimine e cercare di prendere il criminale. Noi individui abbiamo, secondo la Costituzione, il diritto all’autodifesa. Non è che lo stato ci ha dato un premio con questo diritto. Non l’ha mai concesso. Il cosiddetto divieto alle armi d’assalto è una burla. E’ un’attrazione politica agli ignoranti. Le armi che dovrebbe vietare sono illegali da 78 anni. Il divieto le rende ancora più illegali? Il divieto riguarda soltanto l’aspetto delle armi, non il loro funzionamento. Queste misure cosmetiche ci renderanno più sicuri? Come tutti gli impegni al disarmo, metteranno i cittadini più a rischio. Il disarmo vale soltanto se vale l’ipotesi che la gente sia buona e che, al fondo, voglia sempre la stessa cosa. Ma se tutti fossero buoni perché dovremmo approvare sempre più leggi?
    L’individuo non è soltanto il più qualificato a garantirsi la propria difesa personale, è l’unico qualificato a farlo: e il suo diritto a farlo è garantito dalla Costituzione.
    Il presidente Obama sembra aver capito che la Costituzione presenta “un set di consigli”. Non posso dire di approvare il lavoro che fa, ma ha tutto il mio rispetto quando decide di fare qualcosa che ritiene necessario per garantire la sicurezza della sua famiglia. Ma perché deve proibire a me di fare lo stesso?

    di David Mamet

    C’è chi dice che David Mamet sia sempre stato di destra. Lui sostiene di esserlo diventato, nel 2008, dopo aver deciso di non voler più essere un “liberal cerebroleso”. Drammaturgo, regista, autore di pièce teatrali, sceneggiature e saggi, Mamet è stato un intellettuale progressista per buona parte della sua vita. Poi s’è accorto di essere il primo a non applicare i principi di sinistra cui si ispirava da sempre. La sua conversione divenne copertina del Weekly Standard, magazine neo conservatore e da allora Mamet è stato accusato da ogni parte. Questo articolo sulle armi è stato accolto da un coro d’indignazione. Andrew Sullivan, che ha fatto il percorso inverso da conservatore a liberal, ha definito Mamet uno “moralmente pervertito”.

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