
Te Deum con Monti
"Con gratitudine formulo i migliori auspici al presidente della Repubblica italiana e all’intera nazione”. A Capodanno, sulla politica italiana basta e avanza. Nella Giornata mondiale della pace, del resto, quel che Benedetto XVI aveva da dire sui valori non negoziabili che gradirebbe fossero custoditi dai governi – “leggi e misure che attentano alla dignità umana, come l’aborto e l’eutanasia” e “la struttura naturale del matrimonio” – lo aveva già messo nero su bianco nel suo messaggio.
Leggi Di chi è nemico Mario Monti di Giuliano Ferrara - Leggi Monti: "So quello che va fatto per l'Italia"
"Con gratitudine formulo i migliori auspici al presidente della Repubblica italiana e all’intera nazione”. A Capodanno, sulla politica italiana basta e avanza. Nella Giornata mondiale della pace, del resto, quel che Benedetto XVI aveva da dire sui valori non negoziabili che gradirebbe fossero custoditi dai governi – “leggi e misure che attentano alla dignità umana, come l’aborto e l’eutanasia” e “la struttura naturale del matrimonio” – lo aveva già messo nero su bianco nel suo messaggio. E nel Te Deum di fine anno si è tolto lo sfizio di ricordare che “non possiamo fermarci solo alle notizie se vogliamo capire il mondo e la vita”. Ma per la politica italiana, la notizia di quel che faranno i cattolici alle prossime elezioni resta curiosità centrale. Così, se il 2012 si era chiuso nel segno deciso dell’appoggio a Monti, il 2013 si aprirebbe ora con molte sfumature, se non ripensamenti, e una sostanziosa divaricazione di vedute tra i vescovi sulla congruità del gradimento preventivo per il professore. Per qualcuno, insomma, la chiesa avrebbe interpretato con troppo slancio la parte dell’innamorata prevista dalla regia di Andrea Riccardi – “uno dei pochi al mondo che parla con il Papa al cellulare”, informa Repubblica. Mentre il Corriere della Sera trasforma i silenzi dell’arcivescovo di Milano Scola in sonori dubbi, lasciando sapientemente intendere, per chi sa leggere, che potrebbero condizionare le scelte politiche dei ciellini (del resto Scola dice che da vent’anni i ciellini li sente solo a Natale, saranno notizie fresche).
Forse ha ragione il Papa, sulle notizie. Il fatto vero è che, pur con le tutte le cautele, le gerarchie e un pezzo di laicato politicamente non insignificante una posizione l’hanno presa. Del resto la chiesa si era esposta, eccome, anche nella Seconda Repubblica, quando l’equivicinanza del cardinal Ruini al centrodestra pesava e ha lasciato segni. Ora la chiesa sta provando un’analoga equivicinanza sul lato di un professore di caratura europea, non proprio un cattolico popolare ma che va regolarmente a messa e gode di gran reputazione privata, e che a Ratzinger dà affidamento. Laddove il Cav. non è più argine sicuro e, sull’altro lato, il Bersani hollandista continua a offrire poche rassicurazioni. L’unico vero problema, più che la prospettiva, è la forza reale di un’operazione ancora in fieri. Ma per la chiesa, un’agenda euro-conservatrice che magari taccia, ma non acconsenta, sui temi etici, è già una garanzia sufficiente. E, senza sognare impraticabili unità politiche dei cattolici, non vede perché non doversi accostare con positiva laicità a un nuovo potere, se non costituito, in via di costituzione. Per tornare e battere sui tasti del solidarismo che più stanno a cuore, ci sarà tempo.
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