
Monti incontra i centristi. Casini: "Lista unica al Senato, forse anche alla Camera"
Napolitano vuole votare presto. Cancellieri: "Meglio il 24 febbraio"
Il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, secondo quanto viene riferito da fonti parlamentari alle agenzie di stampa, ha informato la commissione Affari Costituzionali della Camera di avere scritto al Capo dello Stato sostenendo che la macchina organizzativa potrebbe riuscire a mettere in piedi le operazioni necessarie per andare a votare il 17 febbraio, ma potrebbe farlo con più agevolezza se il voto si tenesse il 24 di febbraio.
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Il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, secondo quanto viene riferito da fonti parlamentari alle agenzie di stampa, ha informato la commissione Affari Costituzionali della Camera di avere scritto al Capo dello Stato sostenendo che la macchina organizzativa potrebbe riuscire a mettere in piedi le operazioni necessarie per andare a votare il 17 febbraio, ma potrebbe farlo con più agevolezza se il voto si tenesse il 24 di febbraio.
"Le ipotesi di data per lo scioglimento delle Camere all'esame del Presidente della Repubblica non sono dettate da alcuna forzatura o frettolosità". E’ quanto si legge in una nota del Quirinale nella quale il presidente Giorgio Napolitano specifica che l'interruzione della legislatura è stata causata da "fatti politici" che hanno impedito di arrivare a scadenza naturale. "Già prima di quei fatti nuovi – prosegue la nota – la Conferenza dei Capigruppo del Senato aveva calendarizzato la discussione in Aula della legge di stabilità per il 18 dicembre. Avendo il Presidente del Consiglio preannunciato la formalizzazione delle sue irrevocabili dimissioni all'indomani dell'approvazione di questa legge, è interesse del paese – si sottolinea – evitare un prolungamento di siffatta condizione di incertezza istituzionale".
"In quanto alla conseguente indizione delle elezioni politiche, corrisponde alla prassi costante la fissazione della data in un momento intermedio tra il minimo di 45 giorni previsto dalla legge e
il massimo di 70 fissato in Costituzione. E' egualmente interesse del paese che ci si attenga a tale prassi e non si prolunghi eccessivamente la campagna elettorale affinchè possa ristabilirsi al più presto la piena funzionalità delle Assemblee parlamentari e del Governo in una fase sempre critica e densa di incognite per l'Italia".
La nota del presidente della Repubblica è arrivata mentre il premier tecnico Mario Monti, oltre a prepararsi alla visita di domani nello stabilimento Fiati di Melfi per la presentazione del piano di sviluppo, ha fatto pervenire un comunicato dall’Ordine nazionale dei giornalisti in cui si annuncia che la conferenza stampa del presidente del Consiglio prevista per il 21 dicembre alle ore 12 “è stata rinviata a una data che sarà tempestivamente comunicata”. Nel frattempo, sempre in data odierna, Monti ha incontrato a palazzo Chigi Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari e promotore del movimento “Verso la terza Repubblica”. Al vertice hanno partecipato anche altri esponenti politici impegnati nella costruzione delle liste moderate che si sipirano all’Agenda Monti. Montezemolo è infatti stato ricevuto dal premier assieme al ministro per la Cooperazione e l’Integrazione Andrea Riccardi e al leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini presente con il segretario Lorenzo Cesa.
Sul futuro del Professore è invece intervenuto nel pomeriggio il Presidente del Senato, Renato Schifani, che al termine dell'incontro con i giornalisti per lo scambio degli auguri natalizi ha detto che "qualcosa nel nome di Monti credo ci sarà". "Non posso sapere - ha aggiunto Schifani - se scenderà in campo facendosi indicare come leader della coalizione. Questa è una scelta che adotterà lui, esclusivamente personale"; ha poi concluso il Presidente del Senato.
Nessuna decisione ufficiale è stata ancora presa da Mario Monti anche se la discussione sul modo in cui il premier entrerà in campo è entrata nel vivo. Nell'incontro di oggi tra il Professore, Luca Cordero di Montezemolo, Pierferdinando Casini e Lorenzo Cesa si è parlato anche di liste. "Ci sarà un'unica lista al Senato", ha spiegato il leader dell'Udc, ma c'è l'eventualità che ci sia una lista unica anche alla Camera". Quest'ultima opzione, viene riferito, sarebbe quella preferita dal premier che avrebbe chiesto un impegno diretto a tutti i leader della coalizione dei moderati.
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